Storie di scuola quotidiana, sorprese che non ti immagini, soddisfazioni là dove pensavi di trovare il loro contrario, soprattutto giovanissimi in cerca di una identità.
Né carne né pesce, ci dicevano una volta: quando sei a metà della scuola media cominci a pensare un po' più in grande anche se non sai bene cosa, se non che non vuoi più (mai più) essere considerato un moccioso o uno qualunque.
A questa età tutti vorrebbero essere invincibili, ci sono quelli che si ritengono tali, quelli che per pudore o per non fare brutta figura evitano di intervenire, quelli che comunque "bisogna a tutti i costi sapere tutto di telefoni, Youtube, Play Station".
Mi piacerebbe davvero poter utilizzare strumenti elettronici in classe, soprattutto per ricercare in tempo reale immagini, parole, confronti, canzoni, musica.
Insegnando geografia mi piacerebbe portarli in giro per il mondo, mostrare anse di fiumi e aurore boreali, barriere coralline e lagune vicine a casa che quasi nessuno conosce.
Non posso farlo per il semplice motivo che a scuola questi strumenti non ci sono e non tutti li hanno, a casa, e anche se li hanno difficilmente li usano per questi motivi.
Stamattina avrei avuto bisogno di uno schermo dove far passare immagini di alberi, sì, di alberi, di boschi e antiche, meravigliose città.
Quei boschi e quelle città che appartengono al nostro essere europei e italiani, che ci fanno riconoscere un luogo a volte solo dal colore delle pietre usate per costruirlo, che ci fanno immaginare un clima osservandone la flora.
Ebbene, quasi nessuno aveva mai sentito la parola "Cadore", quasi nessuno sapeva cosa sia un territorio con un nome diverso da quello della provincia o della regione di appartenenza: tutti nomi sconosciuti quelli di San Vito, Laggio, Borca, Lozzo... forse solo Pieve di Cadore (ma solo per un paio).
Parlavo di Ariosto e sono finita non so come dalle parti della casa di Tiziano Vecellio...
Cari genitori, noi ce la mettiamo tutta, non perdiamo occasione per ampliare, parlare, spiegare, sollecitare.
Voi, vi prego, usate ciò che volete, da Google Earth a un vecchio album delle figurine, dall'automobile alla cartina stradale (quella che si apre e poi si fa fatica a chiudere mentre si guida), dall'elicottero al treno alla bicicletta, magari una francescana marcia a piedi, zaino in spalla...
Fate come volete ma pensate che ai gazzi più di Youtube (ma può andare bene anche quello, volendo) serve loro conoscere ciò che sta loro intorno, anche i nomi dei paesi, delle foreste, riconoscere i territori e cosa significano, imparare la differenza fra un'abetaia e una pineta, fra un larice e un pioppo.
La domenica, durante le vacanze, in un giorno qualsiasi, evitate i centri commerciali e portateli, 'sti ragazzi, a vedere il mondo che li circonda, purché anche voi siate interessati.
Può funzionare e, vi assicuro, le Dolomiti al tramonto sono uno spettacolo che nemmeno Youtube riesce a eguagliare.
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