Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

giovedì 5 dicembre 2019

È Natale, non carnevale, ma a Conegliano va in scena una brutta farsa

Che le acque non fossero proprio tranquille era chiaro da tempo: assenze, diciamo così, "programmate", più o meno come quelle degli studenti che temono un compito, discussioni fra le righe, messaggi e frecce volanti.
Come era prevedibile qualcosa alla fine è accaduto, anche perché una maggioranza composta da sei liste fa sicuramente fatica a rimanere compatta, soprattutto quando lo stato della città è sotto gli occhi di tutti e quando, a leggere le delibere proposte al Consiglio Comunale e quelle licenziate dalla Giunta, ci si rende conto che ci si limita all'ordinaria amministrazione e poco più.
La colpa di tutto, ovviamente, è sempre di qualcun altro: Roma, Venezia (poco a dire il vero...), gli alieni, il destino cinico e baro...
Quanto accaduto nell'ultima seduta del Consiglio Comunale (quella del giorno dopo è risultata una farsa, in cui c'era poco da ridere, però) è l'emblema dello stato di confusione in cui versa la maggioranza del sindaco Chies.
In tutto questo a fare più rumore è ovviamente la cosiddetta "vicenda Zambon", che ha aspetti diversi, entrambi legati al metodo con cui si fa politica, anche perché riguarda la persona più in vista, più famosa della politica cittadina nonché provinciale.
A Floriano Zambon, al di là di una lunga amicizia personale che nulla ha a che vedere con le diverse posizioni politiche, vanno sicuramente riconosciuti la capacità di tener presente il fattore umano e di rispettare, prima di tutto, le persone e anche il riconoscimento del valore degli avversari politici.
Da tanti segnali che sono arrivati da questa maggioranza a partire dal proprio insediamento abbiamo tutti notato un aumento di arroganza, di chiusura, a volte di vero e proprio fastidio verso chi critica o propone qualcosa di diverso, come se il Consiglio e la città stessa fossero proprietà privata, appannaggio esclusivo di chi siede sui banchi di governo.
Nessuno di noi ha ovviamente mai potuto assistere alle riunioni di maggioranza, ma i mal di pancia sono stati evidenti fin dall'esordio, nel 2017, in occasione dell'elezione del Presidente del Consiglio Comunale e di quelli delle commissioni, con situazioni al limiti del parossismo.
Gli esempi sarebbero moltissimi, a partire, magari, dalla discussione sull'ancora misterioso PUT, che la maggioranza ha voluto avvenisse a compartimenti stagni e non, come sarebbe stato normale, in una assemblea consiliare: il sospetto che siano volati stracci e altro negli incontri fra le liste che appoggiano il sindaco Chies oppure che ci siano spinte e contro-spinte poco chiare è sorto spontaneo...
La conclusione, ahinoi, è molto triste: dietro alle luminarie di Natale, Conegliano aspetta che chi dovrebbe governarla cominci ad occuparsene.

domenica 3 novembre 2019

Che dire ormai? #Conegliano #biblioteca

La Tribuna 31.10.19
Post quasi muto. Che dire ancora? In tanti abbiamo già detto e scritto tutto ciò che era possibile, logico, sperabile, auspicabile.
Rabbia e indignazione rischiano di andare oltre il lecito.
Solo una cosa, per i miei concittadini di Conegliano e per gli Amministratori di maggioranza: girate un po', non serve andare lontano. A volte troverete belle idee, anche da copiare e/o adattare, in città simili alla nostra, poco più grandi o più piccole. Vi stupirete di come cultura, biblioteche, musei ben fatti possano fare rima con bilancio.
Qui rimane la tristezza.

domenica 6 ottobre 2019

Non va bene, non va bene per niente #decoro #conegliano

Eccoci qui; l'argomento, direte voi, è ormai noioso. Sarà, ma lo è sempre meno per chi continua ad avere a che fare con buzzurri, incivili, vandali, sostanzialmente imbecilli.
Ieri sera c'erano tutte le premesse: lungo le strade del centro storico cittadino già poco dopo le 22 si sentivano le consuete urla belluine di cui ci siamo già occupati più volte.
Era evidente che la nottata sarebbe stata memorabile. Purtroppo, oltre ai soliti rifiuti e al disturbo, stavolta a farne le spese sono state le piante che delimitano il plateatico della Pasticceria Alpago.
Gli stessi esercenti hanno pubblicato le fotografie su Facebook stamattina, giustamente indignati.
Partito Democratico e CambiAmo Conegliano hanno presentato diversi giorni fa una mozione per far sì che finalmente il Consiglio Comunale si occupi ufficialmente della questione.
Non è possibile che divertimento ed educazione non possano andare d'accordo: se qualcuno non vuol capire esistono anche le multe e, in caso di danni a beni privati o pubblici, sanzioni anche più gravi.
In fondo non è difficile da capire, giusto signor Sindaco? Stiamo a vedere se anche stavolta bocceranno la mozione con la scusa che "Lo stiamo già facendo". Che cosa? Quando? Da quanto tempo?
Le fotografie sono state pubblicate su Facebook dalla Pasticceria Alpago.

P.S. Oggi pomeriggio passeggiavo lungo la passerella degli Alpini tra il ponte di San Martino e quello della Madonna. Le anitre sono ormai parte del nostro paesaggio urbano, ma gli arbusti cresciuti troppo non sono sani per il fiume e, tanto meno, lo sono le pantegane che scorrazzano indisturbate in pieno giorno sotto le case e gli esercizi pubblici che si affacciano sul Monticano.

Come ho detto in Consiglio Comunale (il sindaco mi ha dato ragione...) il decoro e la pulizia della città spettano a tutti, ma in primis a chi si occupa anche di igiene e salute pubblica.

sabato 21 settembre 2019

Insieme per una città migliore. Si può fare?

A tutti piace vivere in un luogo bello e pulito, tutti vorremmo non vedere cartacce, rifiuti ma anche erbe infestanti che crescono, angoli abbandonati...
Conegliano ha un territorio vasto e complicato, Savno si occupa dell'asporto rifiuti e della pulizia delle aree più grandi, soprattutto mancano quasi del tutto dipendenti comunali addetti alla piccola manutenzione: quelli che ci sono non riescono, per ovvi motivi, a far fronte a tutti  i problemi che sorgono.
Tra l'altro avendo bandito l'uso del glifosate (cosa buona e giusta) l'erba cresce copiosa e in fretta ovunque.
Si tratta di un problema diffuso in tantissime città del nostro Bel Paese e che da tante parti si sta affrontando con l'aiuto dei cittadini stessi, organizzati e coordinati secondo regole precise relativamente alla sicurezza, alla qualità  degli interventi ecc.
A Conegliano da anni Alpini e altri si fanno carico del mantenimento e del decoro di alcuni siti, ma sarebbe necessario intervenire in maniera più massiccia.
Nel 2015 la maggioranza bocciò una nostra mozione per l'adozione di un regolamento sul volontariato cittadino per il decoro, con la motivazione che il regolamento stesso sarebbe stato portato in Consiglio Comunale dopo qualche settimana.
Al solito: "Lo stiamo già facendo  o lo abbiamo già fatto".
Risultato? Zero
Ho quindi presentato una interpellanza sul tema, che sarà discussa nel Consiglio del prossimo 26 settembre e che, come sempre, riporto di seguito.

CONSIDERATO CHE 
Una città come Conegliano ha costante bisogno di attenzioni per quanto riguarda la pulizia e il decoro di strade, portici, giardini e luoghi pubblici in generale; 
 La carenza di personale dipendente del Comune addetto alle manutenzioni di cui sopra rende difficile l'organizzazione di lavori di ordinaria manutenzione e pulizia dei luoghi sopra citati; 
 In città alcune associazioni già da anni si prendono cura di luoghi pubblici e la manifestazione Conegliano Città pulita riscuote sempre grande successo; 
 Attraverso una regolamentazione sarebbe possibile coinvolgere in modo organico sia i singoli volontari che altre associazioni e le scuole; 
 Il 9 maggio del 2015 questo Consiglio Comunale discusse la mozione presentata da Marca Civica Lista Ghizzo e dal Partito Democratico in cui si chiedeva l'adozione di un regolamento per promuovere l'intervento del volontariato urbano, mozione che veniva bocciata dalla maggioranza consiliare con la motivazione che il regolamento suddetto sarebbe stato portato in Commissione entro poche settimane; 
 Il Dirigente del Settore Governo del Territorio e Sviluppo Attività Produttive ha recentemente consegnato un documento per promuovere una struttura stabile di volontariato urbano per la cura e il decoro della città. 
Il sottoscritto consigliere CHIEDE: 
 Se e quando questa Amministrazione intende portare alla discussione e all'approvazione di un regolamento che favorisca la partecipazione dei cittadini, coordinata e organizzata secondo le necessità individuate insieme all'Amministrazione, alla conservazione dei luoghi pubblici, alla loro pulizia e decoro. 

giovedì 5 settembre 2019

Accademia, a che punto siamo davvero?

Eh, lo so che insisto, ma qualcosa mi dice che non tutti i conti riguardanti gli interventi edilizi sul Teatro Accademia tornano.
Il nostro bel teatro compie 150 anni, e invece di vedere l'organizzazione di una festa degna di un luogo così importante rischiamo che lo si copra con un velo di tristezza.
Avevamo sentito l'annuncio di una conferenza stampa, i primi di settembre, per rendere noto il programma della stagione teatrale 2019-2020, ma ancora non si vedono inviti (o forse non li ho visti io?).
La delibera di Giunta 310 dello scorso 8 agosto con cui si destinano 130.000 euro al Teatro non riporta alcuna data di inizio e fine lavori; alla delibera è allegato uno schema di protocollo di intesa anch'esso senza date e addirittura con il nome del vecchio segretario comunale. Fino a oggi sul sito del Comune non sono pubblicate novità.
Per poter dare inizio a qualunque tipo di lavoro su un edificio soggetto a tutela monumentale sono necessarie le autorizzazioni di enti sovraordinati come la Soprintendenza, è sicuramente necessario che il Genio Civile dia il proprio parere come del resto i Vigili del Fuoco.
Non si tratta quindi di presentare un semplice progetto all'ufficio tecnico del Comune...
Vorrei sbagliarmi ma mi sa che qualcosa non torna. Ho inviato un accesso agli atti per saperne di più e inoltrato stamattina una interpellanza al Sindaco, che qui riporto come sempre, per avere una risposta ufficiale e pubblica, trasparente, come dice lui.
Per rimanere in ambito teatrale non credo si possa continuare a "recitare a soggetto": il copione è necessario e va rispettato, scena per scena, atto per atto, virgola dopo virgola. Al momento siamo solo ai titoli di inizio, con suspence assicurata, visto che il sipario è ancora ermeticamente chiuso.

Oggetto: Interpellanza sul futuro del Teatro Accademia

Facendo riferimento

  • Alle vicende degli ultimi mesi riguardanti il Teatro Accademia
  • Alla delibera n. 310 dell'8 agosto scorso e lo schema di protocollo d'intesa ad essa allegato, con cui il Comune si impegna a versare un contributo di € 130.000 più altri 30.000 legati all'andamento della stagione teatrale
CONSIDERATO CHE
  • Nonostante si parlasse di manutenzione straordinaria la delibera in questione si riferisce a lavori di sola sistemazione del tetto dell'edificio
  • A tutt'oggi nessun cantiere è stato predisposto e, a quanto riferito dalla stampa, i lavori dovrebbero iniziare il prossimo 16 settembre
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Quale sia la data di inizio e quale quella di fine lavori;
  • Se la proprietà ha presentato al SUAP una pratica edilizia per dare avvio ai lavori, e se nell’ambito di detto procedimento gli uffici dell’Ente hanno avanzato richieste di integrazione documentale che possano sospendere il procedimento edilizio;
  • Quale sia l’intervento edilizio che Accademia srl ha chiesto di poter effettuare;
  • Se per l’esecuzione dei lavori sono necessari pareri e/o autorizzazioni di enti quali Soprintendenza, Genio Civile o Vigili del Fuoco;
  • Qual è, anche con la scansione temporale, il programma presentato per la prossima stagione teatrale.

sabato 31 agosto 2019

Basta ubriachi, schiamazzi e urla a notte fonda

Un post brevissimo, questo. Abbiamo assistito impotenti all'ennesima notte brava tra via XX Settembre, via Ongaro e via Cavallotti.
Schiamazzi, musica a tutto volume fino a notte fonda, ubriachi urlanti e immondizia lasciata ovunque.
Diversi cittadini mi hanno contattata ancora una volta, stufi e amareggiati.
Abbiamo deciso insieme che la prossima volta che accadrà faremo un esposto alla Procura della Repubblica. Chi deve muoversi lo faccia. Adesso.
Tutti qui sono stanchi di essere ostaggio di bande di imbecilli.

giovedì 29 agosto 2019

La casa è un diritto, anche la dignità #ater

Foto da La Tribuna di Treviso
La Costituzione dice che la Repubblica si impegna ad eliminare le barriere che impediscono ai cittadini di avere pari dignità e opportunità.
Un "tetto sulla testa" è condizione minima di sopravvivenza, un luogo decoroso e dignitoso in cui vivere è alla base della serenità delle famiglie e delle persone.
Lo compresero bene i vituperati politici dell'ancor più vitueperata cosiddetta Prima Repubblica, che diedero un luogo dove vivere a milioni di italiani, salvo poi (dopo aver sicuramente speculato, rubato e sventrato parte del paesaggio) dimenticare che le abitazioni vanno curate, sistemate, ammodernate.
In queste settimane è in corso la sacrosanta mobilitazione degli inquilini delle case popolari del Veneto, decine di migliaia di persone che improvvisamente si sono viste aumentare i canoni di affitto sotto minaccia dello sfratto.
Settanta circa di loro oggi pomeriggio a Conegliano sono usciti di casa per assistere a un'assemblea: io c'ero e posso assicurare il Presidente Zaia che non c'erano furbetti o milionari in incognito.
Si tratta di famiglie in difficoltà, anche con bambini piccoli, e soprattutto di persone anziane, in qualche caso anche disabili.
Dove sarebbero i famosi "furbetti"? La stampa in questi giorni riporta la notizia che spesso i Sindaci non denunciano gli evasori palesi per paura, connivenza o altro. Ebbene, se ci sono i furbetti vengano denunciati e si avviino le pratiche per il loro allontanamento, senza se e senza ma.
Spacciare per abusive le persone che hanno qualche migliaio di euro da parte (magari la liquidazione), utili magari per un'emergenza improvvisa è azione meschina, ipocrita e profondamente ingiusta.
Piuttosto si pensi che buona parte del patrimonio immobiliare pubblico (e Conegliano ne è esempio lampante) è vecchio, malconcio e spesso inabitabile; per decenni, e ancora una volta Conegliano ne è esempio lampante, nessuno si è occupato di manutenzione, decoro, efficientamento energetico.
Furbetti mi paiono quelli che hanno speculato miliardi sul Mose, quelli che hanno investito altri miliardi in una Pedemontana che ha sconvolto un territorio e mostra gravi segni di squilibrio ancora prima di essere completata, quelli che permettono che la medicina e la sanità stiano diventando appannaggio dei privati con guadagni a sei zeri.
Stasera un giornalista mi ha chiesto che cosa potrebbe fare un comune come Conegliano sul tema delle case ATER: a parte ripensare la politica per la casa, potrebbe per una volta agire con forza nei confronti della Regione Veneto affinché ci ripensi e ritorni a pensare una legge che garantisca maggiore equità, potrebbe difendere i propri concittadini che ora si ritrovano preoccupati, a volte spaventati per il proprio futuro.
E i furbetti? Staniamoli e liberiamo alloggi, decenti e dignitosi, per tutti gli altri, ma basta usare una parola d'ordine così orrenda per nascondere scelte politiche inaccettabili.

mercoledì 21 agosto 2019

Tutto teatro? #Accademia #Conegliano

Visto che di teatro di tratta, non so se sia meglio usare le metafore che il bardo per eccellenza mise in scena quattro secoli fa.
Shakespeare scrisse molte tragedie in cui l'animo umano e il potere vengono messi a nudo, sviscerati con il risultato di mettere in guardia tutti noi sugli effetti finali dei comportamenti, soprattutto dei potenti.
Quel grande però, come del resto i grandi del teatro di ogni epoca, sapeva anche che le nostre piccole miserie, i nostri sotterfugi, le alchimie che i singoli mettono in atto contengono un potenziale esilarante: e qui vengono subito in mente Le allegre comari di Windsor e Tanto rumore per nulla.
Va detto però che accanto all'ironia qualche dubbio ci assale per forza di cose. Da consigliere comunale non posso che avvalermi dei documenti scritti, delle dichiarazioni rese nei luoghi istituzionali deputati.
Alla fine di giugno fuori dal Teatro Accademia non è stato apposto nessun cartello che parlasse di lavori in corso, di manutenzione straordinaria e nemmeno ordinaria (ricordiamo sempre che sono necessarie le approvazioni della Soprintendenza), sono solo scomparsi i tabelloni esterni e i portoni sono stati chiusi. Punto.
Passando per Piazza Cima molti cittadini si sono chiesti quando si sarebbero viste le gru, le impalcature necessarie per i lavori. Nulla di nulla.
Ora, una settimana prima di Ferragosto (la data della delibera comunale è l'8 agosto) la Giunta si è riunita per deliberare sul tema dell'Accademia.
So di essere lunga ma è bene proporre un piccolo riassunto:
- Il 24 giugno in Consiglio Comunale il Sindaco mi disse che "entro 10 giorni (ma anche prima) arriveremo a definire la stagione teatrale 2019-2020". Disse anche, cosa ben più importante, che il Comune sarebbe stato disponibile a trattare con la società "avendo tutto in mano: perizie relative all'immobile e altre cose". Disse anche che l'ente pubblico avrebbe dovuto avere il tempo necessario per ragionare sugli assetti futuri del teatro. Ergo, in quel momento non c'era nulla di concreto.
- Mezz'ora dopo quel Consiglio la Giunta si riunì per deliberare un ulteriore contributo di 18.000 euro per ulteriori spese...
- Ora si scopre che non c'è bisogno di nessuna manutenzione straordinaria, che nel mese di settembre si darà una ripassatina al tetto e poi la stagione partirà il mese successivo, come se nulla fosse accaduto.
Quasi nulla: il Comune ha già deliberato un contributo di 130.000 euro, con tre scadenze prefissate, per assicurare lo svolgimento della prossima stagione teatrale, più, forse, altri 30mila da vedere successivamente.
Alla delibera, che ciascuno può consultare sul sito del Comune, è poi allegato uno schema di "protocollo di intesa" assai interessante.
Qui entra in campo Shakespeare in salsa 3.0: attenti al copia-incolla! Al momento mancano nomi e date, ma alla fine è citato come segretario comunale il dott. Traina, che non lo è è più da mesi! Colpa della fretta ferragostana?
Fra le varie cose, oltre a ribadire che il teatro abbisogna di manutenzioni ordinarie (quindi va tutto bene?), all'articolo 3 si dice che la Società avrà la possibilità di interdire l'accesso al teatro e anche chiudere l'attività per il ripristino di condizioni di sicurezza.
Quali condizioni di sicurezza? C'è qualcosa che non va nella struttura? Nei solai? Nel tetto? Nell'impianto antiincendio?
Mistero. L'unica certezza è lo stanziamento di denaro pubblico senza progetti (non sono citati da nessuna parte, nemmeno quello del tetto), senza accordi sul destino della struttura, nell'incertezza dello svolgimento della stagione.
Signor Sindaco, presenterò un'ulteriore interpellanza, ma nel frattempo è possibile avere qualche certezza in più? Conegliano ha diritto di avere il proprio teatro (che fra l'altro in settembre, sotto le impalcature compirà 150 anni), ma anche di sapere bene come viene speso il denaro di tutti.
Grazie per la risposta.

venerdì 9 agosto 2019

Guano e cassonetti patrimonio della città? #Conegliano


Perfino il Parlamento sarà forse costretto a interrompere il Ferragosto, possiamo farlo anche qui.
Ricordo di striscio che il Sindaco ha vinto le elezioni con due parole d'ordine: sicurezza e decoro.
Sulla prima ci sarebbero tante cose da dire, ma la seconda grida vendetta, visto che si tratterebbe di mettere in atto politiche poco dispendiose e di sicuro effetto.
Ogni tanto qualche cittadino pubblica sui social immagini non proprio degne di una città come Conegliano, qualcuno poi critica chi critica dandogli del disfattista, ma, visto che non siamo al governo della città  non ci rimane altro che far presente ciò che non va, "Madama la Marchesa".
È brutto da dire, ma, signor Sindaco e Assessori, vedere è ancora peggio.
Sotto il Municipio continua a stazionare una specie di isola ecologica, sulla quale stamattina una persona mi ha fatto una domanda: "Tu terresti le immondizie in salotto?". La risposta è talmente logica..., ma evidentemente chi tutti i giorni sale negli uffici comunali per decidere cosa fare in città non se n'è ancora accorto.
E poi, scusate se insisto (presentai anche una interpellanza sul tema qualche anno fa, rimasta lettera morta): Palazzo Sarcinelli, pochi metri oltre il Municipio, oltre a ospitare le gallerie d'arte è anche sede dell'ufficio turistico. È mai possibile che il portico del palazzo sia sempre sporco oltre ogni dire, che i due gradini che portano all'ex magazzino del lavoratore siano pieni di guano? Che quella vetrina, chiusa e abbandonata da anni, sia in uno stato di sporcizia intollerabile? Che dal soffitto penda ancora ciò che resta di una tenda?
Ricordo che alla fine di quel portico c'è la chiesa della Madonna della Salute, in cui vengono celebrate molte funzioni religiose e che lì di fronte c'è l'ex Monte di Pietà, oggi hotel cittadino. Non è rimasta nemmeno la pietà.
Direi che la misura è colma: si intervenga SUBITO, togliendo i cassonetti dall'angolo tra via XX Settembre e Piazza Cima, tenendo pulito il portico di Palazzo Sarcinelli tutti i giorni, pulendo oppure obbligando chi di dovere a pulire
e rendere presentabile lo stabile adiacente.
Non è difficile, da altre parti ci riescono, perché noi no?
Viene il dubbio che guano e sporcizia siano anch'essi patrimonio... della città. Povera Conegliano!
 

mercoledì 31 luglio 2019

Collodi era di qui? #Conegliano

Tonino Guerra, S. Arcangelo di Romagna
Parafrasando Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non seria. 
Provo a riassumere, senza lasciarmi andare a commenti poco commendevoli, le risposte che ho ricevuto in Consiglio Comunale alle mie due interpellanze, dal Sindaco e dall'Assessore alla Cultura.

1. Il futuro dell'Archivio Storico di Conegliano. Il Sindaco mi ha dato ragione (vorrei vedere!) sulla qualità dei documenti che vi sono conservati, sulla competenza e impegno dei due addetti, sulla inadeguatezza dei due luoghi in cui sono conservati, vale a dire la piccionaia del Municipio vecchio e il capannone dell'ex area Zanussi.
La buona notizia è che pare che finalmente sarà affiancata una nuova unità, qualificata, alle due esistenti. Speriamo presto.
L'altra risposta, sul futuro e la collocazione dell'archivio, che, lo ricordo, era prevista nella sistemazione dell'ex Caserma Marras, mi ha lasciato, a dir poco, interdetta. Il Sindaco ha dichiarato che secondo lui il posto giusto per l'archivio è la Marras. Bene, peccato che il nuovo progetto appena approvato e per il quale dovrebbero iniziare i primi lavori, NON preveda nessuno spazio per l'archivio. Mi sono guardata e riguardata le slides. Non c'è. Quindi, a che gioco giochiamo?

2. Il Castello. La mia interpellanza partiva dai lavori fatti in passato (le mura lato ovest) e quelli svolti nell'ultimo periodo da associazioni cittadine (Alpini, Lions, Rotary). Un'altra parte di lavori, sulle mura settentrionali, è stata avviata dal Ristorante del Castello, attraverso la convenzione esistente col Comune. Chiedevo quali fossero i lavori già avviati e/o programmati dall'Amministrazione per il futuro.
Ebbene, mi è stato risposto elencando i lavori fatti in passato e quelli già eseguiti da altri. No comment.
Chiedevo anche che cosa la Giunta abbia in mente per la gestione quotidiana, visto che a fine anno il custode andrà in pensione. La notizia è che non ho capito che cosa l'Assessore mi ha risposto, ma forse c'era ben poco da capire.

Ergo, siamo punto e a capo. Ahinoi.
Lancio un'idea: possiamo pensare di fare qualcosa del Convento di San Franesco, che fra qualche anno tornerà in gestione al Comune? Volendo si potrebbero immaginare e mettere in atto diversi progetti, ascoltando, magari, gli esperti in materia culturale.

Buon Ferragosto alla politica coneglianese.

giovedì 25 luglio 2019

Il Castello patrimonio del cuore e del Veneto

     
     Ancora il Castello? Anche alla vigilia di Ferragosto? Lunedì prossimo si terrà il Consiglio Comunale prima delle vacanze estive. Siccome si parla molto, alcuni si occupano meritoriamente di fare, chiedo all'Assessore alla Cultura di rispondere in Consiglio ad alcune domande. Qualche settimana fa mi ha risposto sulla stampa, ora sarò felice di sentire quali sono i programmi concreti, e fattibili, messi in cantiere dalla Giunta. Il tutto, va detto, con un occhio a questo benedetto riconoscimento dell'Unesco. 
           Farò sapere qui cosa la Giunta mi avrà risposto su  questo tema e sul futuro del nostro Archivio Storico cittadino. 

              Oggetto: Interpellanza sugli interventi nel sito del castello

CONSIDERATO CHE
  • In questo ultimissimo periodo l'area del castello ha visto gli interventi di miglioria messi in essere da, in ordine alfabetico, Associazione Alpini, Lions e Rotary Club;
  • Nella recente conferenza stampa organizzata in castello per presentare il progetto e gli interventi del Rotary Club il Sindaco, rispondendo alla domanda di una giornalista, ha affermato che per il progetto di ristrutturazione complessiva dell'intero sito non si prevedono tempi brevi mentre, su un altro mezzo di informazione, l'Assessore alla Cultura ha affermato che sono stati avviati “iter di manutenzione e salvaguardia dei manufatti”;
  • Ogni intervento da attuare in quel sito ha ovviamente bisogno di preventiva approvazione da parte della Soprintendenza;
  • Si è parlato per anni dell'illuminazione delle mura del lato ovest restaurate, ma ora è del tutto scomparsa dai piani presentati al Consiglio Comunale;
  • Nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche non si fa accenno ad alcun intervento nel sito del castello;
  • Nel PEBA (Piano per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche) si immagina un intervento di circa 80.000 € per “INTEGRAZIONE PER IL SUPERAMENTO DEI DISLIVELLI E L’ACCESSIBILITA’ AGLI SPAZI” presso il Museo del Castello prevedendolo per il 2022;
  • Entro fine anno andrà in quiescenza l'attuale custode del Castello
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Quali siano i progetti avviati per la manutenzione e salvaguardia dei manufatti del Castello, con quali costi presunti e se vi siano già date previste per i lavori;
  • Se il progetto giacente da anni in attesa di messa in pratica per l'intero sito sia stato abbandonato o, in caso contrario, se siano in atto azioni concrete per ottenere i finanziamenti necessari alla sua attuazione;
  • Se, in previsione della quiescenza del custode, questa Amministrazione abbia già preso decisioni in merito alla sua sostituzione o a un'alternativa per la gestione del Museo, degli eventi che vi si svolgono e l'ordinaria manutenzione delle parti verdi oggi a esso deputate.

mercoledì 17 luglio 2019

Far vivere un archivio si può!

Immagine tratta dal sito della Guarneriana
Stamattina sono andata a San Daniele del Friuli, luogo che tutti conosciamo per l'ottimo prosciutto.
Prima di assaporare quella delizia del palato ho velocemente visitato la Biblioteca Guarneriana, un gioiello contenuto nel palazzo comunale. Si tratta della prima biblioteca civica del Friuli e una delle prime istituzioni di pubblica lettura in Italia, grazie al lascito di un grande umanista morto nel 1477, ingrandito poi nel 1736.
In sostanza si tratta dell'archivio storico del Comune di San Daniele, che nel palazzo di fronte ha aperto anche la biblioteca moderna.
Osservati e aiutati da Angelo Floramo, professore e insigne letterato, consulente culturale e scientifico della biblioteca, chini su documenti e pergamene c'erano studenti provenienti dal Giappone e dall'Ohio.
Gentilissimo, Floramo ci ha illustrato la storia del luogo, informandoci anche che la Pro Loco si è incaricata delle visiste guidate alla Biblioteca.
Ho pensato agli antichi statuti della mia città, alle preziosissime pergamene contenute nel nostro archivio storico, definito più volte "uno dei più belli e più importanti del Veneto", alla mole immensa di documenti che raccontano la storia di Conegliano e anche di parte del suo circondario dal Medio Evo all'età contemporanea.
Peccato che, dopo anni di richieste e promesse, quelle gemme preziose rimangano confinate in un luogo davvero inadatto alla loro tutela e conservazione, peccato che la competenza e professionalità dei due archivisti non possa essere valorizzata, data la situazione logistica e organizzativa.
Posso solo immaginare che cosa si potrebbe organizzare, volendo, immaginando, progettando, guardandosi intorno e anche copiando. Invece niente. Della biblioteca nuova si parlerà (forse) fra qualche anno, di come la si immagina tutto è avvolto nel mistero (la biblioteca non è solo un contenitore di libri, che già sarebbe un passo avanti, ma molto di più), dell'archivio storico non si parla più del tutto. Cancellato dall'orizzonte, confinato in una piccionaia.
Ancora una volta, sperando in una risposta positiva, ho presentato una interpellanza che, come al solito, riporto qui sotto.

PREMESSA

Il valore dell'archivio storico della nostra Città, grazie all'impegno e alle competenze di quanti se ne sono occupati, sia in un lontano passato che in tempi più recenti, è stato riconosciuto più volte anche dalla Sovrintendenza ai Beni Archivistici di Venezia;
Fino agli anni '90 del secolo scorso è stata posta molta attenzione al lavoro di inventario dei documenti e, negli ultimi anni, si è provveduto al doveroso restauro delle pergamene trecentesche ammalorate.
CONSIDERATO CHE
  • Le competenze per il lavoro in quel comparto richiedono la presenza e il continuo aggiornamento di personale molto qualificato;
  • La quantità di conoscenze accumulate da chi, con grande professionalità e dedizione, attualmente è impiegato in archivio non può essere tramandata in poco tempo, ma abbisogna di un'attenta programmazione;
  • Stante l'attuale organizzazione logistica, oraria e generale dell'archivio la fruibilità per gli studiosi è per forza di cose ridotta;
  • I documenti più antichi sono conservati in stanze del tutto inadatte, come più volte dichiarato da più parti, mentre una mole gigantesca di materiale è tenuta presso l'ex Area Zanussi, in un luogo in cui, tra l'altro, è praticamente impossibile lavorare per chi dovesse recarvisi;
  • Il vecchio progetto di ristrutturazione dell'ex Caserma Marras prevedeva, insieme alla biblioteca, una nuova collocazione anche per l'archivio, dando finalmente la possibilità di catalogazione, conservazione e fruizione secondo criteri moderni.
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Quali interventi questa Amministrazione intenda porre in essere per superare lo stato di inadeguatezza in cui versa l'archivio storico;
  • Che fine abbia fatto (e quali tempi siano previsti per la sua attuazione) il progetto per collocare l'intero archivio comunale in un luogo consono allo stesso:
  • Se sia in programma la riorganizzazione del lavoro oggi destinato a quell'ufficio e l'affiancamento di altro personale qualificato a quello già presente, così da formare nuove competenze e acquisire le necessarie conoscenze necessarie per mantenere l'alto livello che l'archivio comunale di Conegliano ha sempre avuto.


giovedì 11 luglio 2019

Forti con i deboli? Troppo facile

Caro Ferraresi, confesso che pensavo a un refuso del giornalista, ma così non è: DASPO per due persone stese su un giaciglio di fortuna, pensavo che parole simili arrivassero da altre parti politiche...
Una volta ci insegnavano, tra le altre cose, che nascondere la polvere sotto il tappeto non è solo inutile, ma anche dannoso.
Potremmo andare avanti con altre metafore, come quelle della testa sotto la sabbia e via proverbiando.
Sgombrando il campo da interpretazioni sbagliate del mio pensiero, preciso che non piacciono nemmeno a me i giacigli di fortuna, la sporcizia, l'abbandono, l'eventuale disturbo ai residenti (e ti assicuro che abitando in centro storico di disturbo e deiezioni umane me ne intendo, ma si tratta di gente con comode case in cui dormire), meno ancora però mi piace l'idea che delle persone si ritrovino a dormire, letteralmente, sotto un ponte.
Cerco di andare con ordine.
1. Due persone, forse extracomunitarie, hanno trovato un riparo di fortuna. Identificare le persone spetta alle forze dell'ordine, che, nel caso, potrebbero essere state chiamate da chi le avesse viste dormire. Nel caso in cui quelle persone avessero disturbato la quiete o compiuto atti poco consoni o violenti ancora di più sarebbe stato il caso di chiamare carabinieri, polizia o chi per essi.
2. Cosa facciano durante la giornata è da scoprire. Vediamo un po': potrebbero essere direttori di banca, primari ospedalieri, titolari di uno studio professionale che vogliono provare l'ebbrezza di dormire sotto le stelle? Propenderei per una soluzione diversa: vuoi vedere che sono persone senza fissa dimora che magari chiedono la carità? Lo so, non sono belli da vedere ma esistono da sempre. Qualcuno, in tante città italiane ha ormai pensato che la soluzione migliore sia picchiarli o dare loro fuoco, ovviamente so che non la pensi così, ma una volta scacciati dove andranno?
3. Occupano spazi per dormire in pubblico? Esattamente a cosa sono destinati quegli spazi? Vogliamo chiedere una quota per l'occupazione di suolo pubblico, come i plateatici dei bar? Non scherziamo.
4. La cosa più fastidiosa riguarda forse il fatto che i due malcapitati contrastano con un territorio Patrimonio dell'Umanità. A contrastare con l'umanità è la povertà, questo è sicuro, forse servono investimenti per dare un tetto a queste persone. Soprattutto serve capire bene chi sono, perché si trovano in quella situazione e tante altre cose che i nostri servizi sociali sono ben preparati a fare e, tra le altre cose, fanno ogni giorno.
5. Attenzione, povertà non fa per forza rima con criminalità: i ragazzotti che tendevano a stazionare al Biscione (a proposito, dove sono finiti?) tutto sono fuorché homeless, sono spesso dotati di abiti alla moda e cellulari di ultima generazione.

Caro collega Ferraresi, da una persona come te mi sarei aspettata, invece dell'invocazione di un generico DASPO per persone che nemmeno conosci, un appello per capire se sono cittadini coneglianesi oppure no, se i nostri servizi sociali sono già stati allertati, se per caso la Croce Rossa è già passata di là (girano anche di notte per portare conforto ai cosiddetti barboni), se fanno parte di quelli che ogni tanto si fanno una doccia a Casa Fenzi (altra cosa che un consigliere comunale dovrebbe sapere bene), se la Caritas o qualche parrocchia magari se ne sta già occupando oppure potrebbe farlo a partire da adesso...
Scagliarsi per partito preso contro i più emarginati non mi pare un grande gesto, tutt'altro.

domenica 7 luglio 2019

#Unesco la vera sfida inizia oggi #collinedelprosecco

Quella di oggi è una giornata che possiamo definire storica per il nostro territorio: il riconoscimento delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene come patrimonio dell'Unesco.
La notizia giunta da Baku ha già fatto il giro del web e del tam tam delle persone, delle istituzioni, dei comitati e associazioni.
Molti stanno già brindando, altri ritengono sia una pessima notizia, molti altri forse nemmeno sanno cosa significhi.
La vera sfida inizia da oggi: dobbiamo essere degni di un riconoscimento prestigioso, degni di ciò che i tanti visitatori che verranno si aspettano di trovare, degni del futuro che dobbiamo preparare, per il nostro ambiente e le generazioni future.
Ai tantissimi che temono un incremento nell'uso dei pesticidi nella coltivazione della vite credo spetterà la vigilanza attiva e propositiva, la collaborazione con le istituzioni preposte per la salvaguardia e l'incremento della biodiversità, elemento fondamentale di questo come di ogni altro territorio.
A tutti quelli che stanno brindando spetta lo stesso compito, unito all'impegno per lo sviluppo di un turismo sostenibile, per creare nuove occasioni di lavoro e avanzamento nel rispetto dell'ambiente, quell'ambiente che è, appunto, patrimonio dell'umanità.
Si tratta di colline talmente belle da togliere il fiato, si tratta di un paesaggio culturale, costituito dal lavorio incessante di madre natura unito al lavoro e alla sapienza umane. Tutto perfetto? No, ovviamente, ma ripartire dalla bellezza è fondamentale.
 La nostra è una storia di successi e dolorose sconfitte, di lavoro diuturno ma anche di sfruttamento, di grande capacità imprenditoriale e povertà. 
Tutte queste caratteristiche vanno tenute in considerazione, noi siamo il risultato di tutto questo, il nostro stesso paesaggio ne è lo specchio.
Da amministratore pubblico, ahimè di minoranza, posso dire che la prima urgenza sarà, secondo me, coinvolgere e far crescere la consapevolezza del nuovo ruolo che tutti gli abitanti di questo territorio avranno. 
Abbiamo tante competenze, usiamole per migliorare, per trovare i fondi necessari a preparare un'accoglienza coi fiocchi a chi arriverà anche da lontano, a migliorare anche la vita di chi, qui, ci vive già.
La città di Conegliano, insieme a Valdobbiadene e Vittorio Veneto, sarà per forza punto di approdo: condivisione delle scelte, collaborazione nella definizione delle strategie, consapevolezza che non va bene chiudersi nelle segrete stanze per decidere i prossimi passi dovrebbero essere le parole d'ordine.
Foto Arcangelo Piai
In questi anni abbiamo spesso dimostrato tutta la nostra attenzione a questo obiettivo raggiunto oggi, (modestamente sono orgogliosa di aver contribuito alla parte storica della prima stesura del dossier), ora esigo che, da domani, ci sia un cambio di passo.
Qui non si tratta delle beghe di pianerottolo interne più o meno alla maggioranza di un Comune, ma di stare sotto i riflettori del mondo, al quale importa poco del nostro solito, pluridecennale piccolo cabotaggio, ma che guarda, piuttosto, a quale idea abbiamo del nostro territorio, che non può, non deve e non sarà imbalsamato. 
Io sono cittadina di Conegliano: desidero che questa città sappia finalmente pensare in grande, perché grande è il mondo che ora ci guarda e che vorrà vedere, fra una robinia e l'altra, le nostre mura, che vorrà essere accolto, arrivando in auto o in treno o in autobus o in bicicletta o a piedi, non da orrori urbanistici dimenticati, sporchi e degradati, ma da una città in fermento, in cambiamento, col faro della bellezza.

martedì 25 giugno 2019

Signor Sindaco, a che gioco giochiamo?

Sono a dir poco stupefatta, basita, diciamo pure indignata.
Ieri sera in Consiglio Comunale era in discussione la mia interpellanza sul futuro del Teatro Accademia.
Già il Sindaco aveva anticipato la risposta sulla stampa, e pazienza, ma durante la seduta consiliare, nonostante le mie richieste, non mi ha fornito nessuna risposta concreta.
Abbiamo capito tutti che anche lei, signor Sindaco, ritiene importante una istituzione culturale come il Teatro Accademia. Fin qui era facile: le parole, in fondo, costano poco.
L'altro punto fondamentale, però, riguarda il denaro pubblico, come viene speso, a fronte di quali progetti.
In Consiglio Comunale Lei mi ha detto che entro 10 giorni la società (tramite i propri avvocati: già il fatto che ci siano degli avvocati suona strano, ma vabbè) dovrà presentare un piano, far sapere, dare numeri, progetti e quant'altro.
Il poco tempo a disposizione per discutere non ha permesso di sapere se ci siano già progetti per la manutenzione straordinaria (presumiamo di sì), di quali cifre stiamo parlando eccetera.
Siamo usciti dal Consiglio sapendone tanto quanto prima, ma ci siamo abituati.
Non siamo abituati, invece, a scoprire che alle 21.30, DOPO la fine del Consiglio, si sia riunita la Giunta per deliberare un ulteriore contributo di 18.000 euro al Teatro Accademia!
Avete scoperto ieri sera, dopo la discussione della mia interpellanza, del maggior costo dello spettacolo di Marco Paolini? Non scherziamo, per favore.
Sindaco, perché nasconde le carte? Quali altre sorprese dobbiamo aspettarci?
Al Méliès tutto tace, credo che i pop-corn rimasti siano già scaduti, del Teatro Accademia cosa dovremmo sapere ancora, a parte la tiritera sul fatto che si tratta di un edificio privato sul quale non possiamo dire niente, ma verso il quale il Comune eroga contributi?



P.S. Sia chiaro una volta per tutte che ciò che chiediamo sono solo chiarezza e trasparenza, nei fatti e nei metodi, da parte di chi amministra la cosa pubblica.

giovedì 20 giugno 2019

Dai Finzi Contini a Gino Bartali #maturità

 E così anche quest'anno il tema di maturità ha consentito l'uso di un bel po' di inchiostro, sia materiale che, diciamo così, figurato.
Lo scorso anno scoprimmo (incredibile...) che i diciannovenni italiani non avevano mai letto Il giardino dei Finzi Contini, tra l'altro provocando un'impennata delle richieste del testo alle librerie il giorno stesso dell'esame di Stato. Un bel risultato, direi, ne parlai qui proprio un anno fa.
Chissà se oggi sono aumentate le vendite di biciclette o le visualizzazioni dei canali Youtube dedicati alla storia del ciclismo oppure, vedi mai, le ricerche di libri e testi sui Giusti tra le nazioni di Gerusalemme e sulla biografia di Gino Bartali.
Anche questi, va detto, sarebbero risultati lusinghieri per un tema.
Ciò che ancora una volta dà fastidio, soprattutto da parte di chi compone molti titoli dei quotidiani, di chi commenta trasmissioni o, peggio, scrive a vanvera sui famigerati social, è aver evitato accuratamente di leggere per intero la traccia proposta ai ragazzi.
Che, per chi non abbia voglia di andarsela a leggere, prima propone un articolo sul grandissimo Bartali che ne descrive la figura e ne racconta l'inserimento fra i Giusti, pennellando con bravura il contesto storico e il carattere di un grande sportivo.
La traccia propone poi di riflettere sul rapporto tra sport, storia e società.
Ora, nessuno studente che si approcci alla maturità dovrebbe essere del tutto sprovvisto di conoscenze sulla seconda guerra mondiale, sulla Shoah e lo sterminio degli ebrei. Ciascuno dovrebbe sapere che cos'è Gerusalemme e anche che cosa fu il nazifascismo nel nostro Paese. A tutti l'anno 1943 dovrebbe ben dire qualcosa.
Questo, ben si sa, fa parte dei mitici programmi scolastici.
Di più: moltissimi ragazzi italiani per fortuna praticano qualche sport, hanno appesi alle pareti delle loro camere i poster dei campioni di oggi, soprattutto sanno benissimo cosa siano, per esempio, la violenza negli stadi, il tifo razzista, le discriminazioni, il doping.
Quello in corso si chiama Esame di maturità, non dimentichiamolo, cioè la capacità di leggere, comprendere, scomporre un testo e trarne riflessioni da trascrivere in lingua italiana (possibilmente).
Altrimenti cambiamogli il nome, aboliamolo del tutto sfornando gente incapace anche di affrontare il più piccolo ostacolo, abdichiamo alla funzione della scuola (sulla società ormai è difficile trovare qualcosa da dire), che è soprattutto educare a saper interpretare il mondo attraverso gli strumenti dell'analisi, della critica e dell'applicazione delle conoscenze.
Certamente potevano esserci altre mille alternative a Gino Bartali, ma non è questo il problema, e se poi pochissimi hanno scelto quella traccia i motivi possono essere tanti e disparati, di sicuro la scusa buona non può essere che non conoscevano il Gino nazionale.
Solo i docenti che devono correggere le produzioni dei maturandi sanno cosa ci sia scritto su quei fogli protocollo, quanta capacità di analisi e riflessione traspaia, quante conoscenze si siano sedimentate nelle menti e nei cuori dei giovani italiani.
Magari prepariamo tutti insieme dei video tutorial, per il prossimo anno, con le canzoni di Mazzini alla chitarra, Garibaldi che dà lezione di equitazione e von Metternich che apparecchia la tavola (rotonda, ça va sans dire) del Congresso di Vienna...
P.S. Mi raccomando, al MIUR: anche le donne pensano, esplorano, insegnano, creano, scoprono! Altro che polemica su Gino Bartali.
Ciao, Ginettaccio!

mercoledì 19 giugno 2019

Tanti nomi e pochi progetti

Welfare, Politiche per l’inclusione e la coesione sociale; Rapporti con le Istituzioni sociosanitarie; Politiche per la famiglia; Politiche per la terza età; Rapporti con enti del terzo settore e associazioni di volontariato: questi i referati che riguardano la materia cosiddetta "sociale" nella Giunta del Sindaco Chies.  
Nelle ultime settimane si è aggiunta anche la delega alle Pari Opportunità, ma quella riguardante il contrasto alla violenza contro le donne appartiene a un altro assessore (mi sfugge la logica sottesa a tutto questo, ma è un altro discorso, da affrontare in un momento diverso).
In teoria, con un simile cumulo di competenze Conegliano dovrebbe pullulare di progetti coordinati fra loro, attività che contrastino la povertà, materiale e morale, azioni forti che siano di esempio e capofila per tutto il territorio circostante.
In teoria l'Ulss dovrebbe faticare a starci dietro, in teoria dovremmo aver discusso delibere che portassero innovazione e cambiamenti negli approcci, per esempio, alle problematiche degli anziani, dei bambini e degli adolescenti, categoria quest'ultima "a rischio" per definizione, di cui si parla e sparla anche troppo, quasi sempre a vanvera.
Invece abbiamo di sicuro poco bisogno di soloni, saccenti e moralisti d'accatto e tanta necessità di lavoro sul campo.
Il Comune ha le strutture, ha risorse umane preparate, motivate, capaci e piene di volontà, poi c'è la gestione politica... ecco, ho presentato una interpellanza per sapere cosa è stato fatto dall'assessore negli ultimi due anni. Magari ero distratta io, ma vedo poco chiaro. Ho posto un paio di domande facili facili: lunedì sera, 24 giugno, sentiremo le risposte. Ecco il testo:

Conegliano, 13/06/2019

Oggetto: Interpellanza sulle politiche del Welfare

Dato che sono ormai trascorsi due anni dall'insediamento di questa Amministrazione, un tempo congruo per verificare lo stato delle attività e dei programmi;

Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Quali siano le attività promosse in questi due anni dall'Assessorato che sovraintende ai seguenti referati: Welfare, Politiche per l’inclusione e la coesione sociale; Rapporti con le Istituzioni sociosanitarie; Politiche per la famiglia; Politiche per la terza età; Rapporti con enti del terzo settore e associazioni di volontariato;
  • Quali progetti questo Assessorato abbia concepito e portato a termine, e con quali risultati e ricadute positive sul territorio.

lunedì 10 giugno 2019

Oh, che bel castello... #Conegliano

Ciascuno di noi dovrebbe avere un luogo del cuore, noi coneglianesi siamo fortunati: ne abbiamo uno (fra gli altri) che dovremmo amare in modo particolare, che rappresenta tutta insieme la nostra storia, la nostra memoria.
Perfino l'inno della città ne parla, del "castel alto e bel", dal quale la vista è davvero mozzafiato, spaziando dalle pre-Dolomiti alle Alpi Giulie, dall'immensa pianura a sud della città fino alle colline a ponente.
I turisti, quando arrivano rimangono a bocca aperta; i Coneglianesi ci vanno per godere di pace, bellezza, un po' di fresco in estate. 
So di fare pubblicità gratuita, ma un aperitivo nel bar del castello è  uno dei piaceri della vita.
Fin qui tutto bene.
Le cose peggiorano quando passiamo alla manutenzione di un luogo così importante, alla salvaguardia del nostro cuore cittadino.
Dal particolare al generale:
1. Non so se in questi ultimissimi giorni sia accaduto qualcosa, ma fino a domenica scorsa nessuno si era preoccupato di sistemare i raggi delle ruote del cannone posto fuori dal Museo.  Lo abbiamo segnalato in tanti: non solo si tratta di un ricordo della Grande Guerra, ma i raggi rotti rappresentano un pericolo per i tantissimi bimbi che amano giocarci e una pessima cartolina di benvenuto;
2. Dopo anni e decenni la magnifica sala Vazzoler al piano terra del Museo ha ancora l'orrenda serranda arrugginita e male in arnese, accompagnata da un finestrone che è quanto di più lontano dallo stile medievale. In una parola si tratta di un pugno in un occhio intollerabile. Detto e chiesto da anni: risultato... Tutto è ancora fermo, immobile, insopportabilmente immoto.
3. Da anni si parla di riallestire il Museo secondo criteri più moderni, tali da inserire il tutto in una proposta di visita e didattica degne di una città che sta per entrare nelle liste dell'Unesco. Qualcuno ha anche vinto un concorso di idee, ovviamente rimaste nel cassetto!
4. Il contesto generale del castello e delle sue mura..., il famoso "Parco del castello"... "L'albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno...",  il Pianto Antico di Carducci viene per forza alla mente. Dov'è finito il progetto? Sappiamo che è chiuso da anni nei cassetti, nonostante tutte le approvazioni necessarie. Sappiamo anche che i cittadini hanno dovuto alzare la voce per evitare che al posto del parco sorgesse un ristorante, oggi stanno vincendo i rovi.
Con tanta fatica pare che, grazie agli alpini e alla ferrea volontà di persone come  Gianfranco Losego, vedrà la luce il sentiero che porterà sotto le mura nord, le quali meriterebbero ben altra attenzione da chi ne detiene la responsabilità.
Lo scandalo più grande riguarda le  mura ovest, restaurate con tanti soldi pubblici, con l'aiuto del Rotary e l'energia infaticabile di Renato Sartor, che oggi molti piangono senza seguirne minimamente le indicazioni.
Quelle mura sono uno spettacolo, ma ormai su di loro si è chiuso il sipario, fatto di rovi, sterpi, vegetazione incontrollata tanto che sono tornate ad essere quasi invisibili dalla pianura. Fiumi di parole sull'intervento di illuminazione, che oggi farebbe luce solo sulle erbacce. Di più: nessuno, né coneglianese né turista ha mai potuto goderne.

Di una splendida città murata in collina, di un luogo di una bellezza unica e assoluta, rimane, in sostanza, tanta rabbia. A quando qualche soluzione? 

lunedì 3 giugno 2019

Teatro Accademia, conto alla rovescia

Manca ormai poco alla chiusura del Teatro Accademia per manutenzione straordinaria.
In questi mesi abbiamo chiesto al Comune di Conegliano i rendiconti dei contributi devoluti in questi ultimi anni dalla Città al Teatro per la gestione dello stesso. Si tratta di cifre importanti: se è vero che un teatro ha tantissime spese è altrettanto vero che bisogna stare sempre molto attenti quando si spendono cifre considerevoli del bilancio pubblico. C'è assoluto bisogno di chiarezza.
Da settimane si rincorrono voci, dicerie, preoccupazioni legittime per il futuro di una istituzione culturale importantissima per la città e, aggiungo io, anche per un edificio di grande pregio storico e architettonico, simbolo di un momento d'oro nella storia coneglianese.
Ho chiesto al Sindaco lumi, notizie, certezze (ammesso che ce ne siano), immaginando che possa essere l'unica persona in grado di dare a tutti i cittadini notizie vere e precise sull'argomento.
Come di consueto di seguito trovate il testo dell'interpellanza che ho presentato.

Facendo riferimento
  • Alla prossima chiusura del Teatro Accademia “per lavori di manutenzione”;
  • Al fatto che la costruzione dell'edificio si inserì in un momento eccezionale della storia cittadina, che al suo interno erano presenti palchi e sale come nella grande tradizione dei teatri italiani e che Conegliano ha, tra l'altro, una grande tradizione musicale.
CONSIDERATO CHE
  • Dalle cifre desunte dopo l'accesso agli atti effettuato dalla sottoscritta consigliera riguardo ai contributi dati dal Comune di Conegliano alla società Accademia S.r.l. negli ultimi cinque anni si desume che:
1. La stagione teatrale riscuote ogni anno un ottimo successo di pubblico, segno che l'offerta è di qualità e i Coneglianesi sentono come importante e prioritaria la presenza di un Teatro che offra un cartellone degno della nostra città;
2. Senza il contributo pubblico l'attività del Teatro sarebbe sostanzialmente impossibile, stando ai costi elencati nelle rendicontazioni presentate da Accademia S.r.l.
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Se e quali accordi economici il Comune abbia stipulato o intenda stipulare con Accademia S.r.l. per la copertura delle spese necessarie alla ristrutturazione generale dello stabile (copertura, stabilità dei solai e fruibilità delle sue varie parti, sicurezza, ecc.;
  • Se, vista l'entità delle cifre necessarie, il Comune intenda chiedere ad Accademia S.r.l. un maggiore coinvolgimento della parte pubblica nelle scelte riguardanti la gestione complessiva del Teatro;
  • Se questa Amministrazione crede che possa essere trovata una soluzione che permetta alla città di mantenere la presenza del teatro, che veda il reperimento di fondi che consentano una ristrutturazione complessiva dello stabile tale da restituire alla città un teatro degno della tradizione e della storia di Conegliano.