Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 28 aprile 2020

Siamo sicuri che Conegliano sia sicura e al sicuro?

Sono d'accordo col Sindaco Chies: i sindaci rappresentano le istituzioni. Verissimo. Aggiunge anche che (però) devono essere attenti a rispondere alle esigenze e alle domande dei cittadini, che parrebbe una frase innocua, ma in realtà certifica una questione molto più complicata: "cittadino" è una categoria generale, che va declinata, analizzata. 
Ci sono i cittadini intesi come categorie economiche, sociali, portatori di interessi anche contrastanti fra loro, ci sono poi i cittadini - elettori, evidentemente molto cari a chi governa la città.
Senza scomodare Machiavelli (troppo complicato anche se un buon politico dovrebbe tenerselo sempre nel cassetto pronto all'uso), la politica ha il compito di scegliere, roba difficile e a volte assai rischiosa.
E allora, visto che di esigenze si tratta, visto che secondo i dati diffusi ieri Conegliano è ancora ai vertici in provincia per numero di contagiati (ovvio, certo, più abitanti, l'ospedale, Casa Fenzi... già, Casa Fenzi...) e visto che due lavoratori sono morti di coronavirus proprio per il tipo di lavoro che svolgevano, forse è il caso di partire da qui.
Al posto di dichiarazioni buone per "lisciare il pelo" ad alcuni, e consapevoli che questa epidemia lascerà un enorme cumulo di macerie economiche, sociali, psicologiche sulle persone, sulle categorie economiche, su giovani e anziani, è il caso di cominciare a organizzare soprattutto il dopo.
Dio non voglia che una volta allentate le redini il contagio riprenda più forte di prima; anche se tutti avremmo voglia di andare in vacanza, trovarci al bar con gli amici comunque è necessario ascoltare ancora una volta la comunità scientifica più che la fregola di apparire simpatici: nessuno, credo, si diverte a mettere in difficoltà commercianti, artigiani, fabbriche e lavoratori per il solo gusto di farlo.
È complicato, si sa, ma proprio adesso è il momento di dimostrare il proprio valore: se lo ritiene giusto il Sindaco scenda pure in piazza a protestare (spiegando bene però cosa propone in alternativa), ma poi risalga la scalinata degli Alpini, telefoni al Presidente del Consiglio Comunale, entri in municipio e convochi il Consiglio Comunale, di cui si sono perse le tracce.
Ci hanno chiesto collaborazione, hanno sbandierato la parola trasparenza: mai visto tanto buio, a parte foto, video e post sui social. Colleghiamoci via web e diteci come stanno i conti del Comune, quali sono le previsioni per le entrate fiscali di quest'anno, quali progetti pensate di mettere in campo oltre alla distribuzione delle borse della spesa grazie ai tanti volontari, quali interventi sono previsti per mettere in sicurezza i dipendenti del Comune e i tanti che svolgono servizi in appalto per conto dell'Ente pubblico, oltre alle persone che entrano in contatto con loro...
Ormai veniamo a sapere le cose spulciando i profili Facebook dell'uno o dell'altro dei componenti della Giunta, questa non è trasparenza, ma presa in giro.
Nel frattempo, per chi ne ha voglia, di seguito il testo di una interpellanza sulla sicurezza che ho presentato stamattina.

Oggetto: Interpellanza sulla sicurezza dei lavoratori delle cooperative sociali e degli utenti
CONSIDERATO CHE
  • l'epidemia di Covid-19 ha avuto effetti pesanti sul nostro territorio, con la perdita di vite umane, anche fra operatori impegnati in servizi socio-sanitario e, d'altro canto, impone un ripensamento delle modalità di intervento in molteplici settori, in primis quelli rivolti alle persone e che comunque comportano rapporti col pubblico;
  • la città di Conegliano, per le caratteristiche di complessità che presenta e la quantità di servizi e strutture aperte al pubblico, si ritrova particolarmente vulnerabile;
VISTO CHE
  • ormai da molti anni molti servizi, dalla gestione di asili alla distribuzione di pasti a domicilio, dalle pulizie in scuole, uffici e locali pubblici al contatto diretto con il pubblico e con persone con diverse fragilità è dato in appalto a cooperative sociali, sia per quanto riguarda direttamente il Comune che l'Ulss e Casa Fenzi;
  • alla luce dell’emergenza sanitaria in atto la sicurezza degli utenti e dei lavoratori, oggi più che mai, deve venire prima di ogni altra considerazione, anche economica;
  • risponde a una specifica esigenza degli Enti Pubblici la propria tutela nel momento in cui si danno in appalto servizi così delicati;
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Se questa Amministrazione, di concerto con l'ULSS e con le autorità a questo preposte, intenda adottare qualche provvedimento affinché, alla luce dell’esperienza dell’epidemia in atto, nello svolgimento dei servizi appaltati alle cooperative sociali siano tempestivamente assunte idonee misure organizzative, di prevenzione e di protezione;
  • Se questa Amministrazione intenda farsi promotrice, anche attraverso la Conferenza dei Sindaci dell'ULSS, nei confronti degli affidatari di servizi e dei propri dipendenti diretti, di percorsi specifici di formazione;
  • Se questa Amministrazione, come già richiesto dalla sottoscritta, intenda richiedere alla Regione un maggiore impegno nell'implementare il personale addetto agli Spisal e ai servizi di controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro.

sabato 25 aprile 2020

#25aprile 2020 75 anni di libertà

Un anniversario importante, 75 anni di libertà per l'Italia e l'Europa. Il destino ha voluto che non potessimo sfilare insieme, che non potessimo abbracciare quelli che c'erano e ci sono ancora, che non potessimo cantare insieme, guardare il tricolore salire sui pennoni.
Nel video realizzato dall'ANPI di Conegliano si sottolinea come oggi i nuovi resistenti siano in primis gli operatori sanitari, quanti stanno affrontando una lotta tremenda contro una pandemia che non pensavamo di dover mai vedere.
Pensavamo che i nostri riti quotidiani, le nostre abitudini, soprattutto la nostra libertà di movimento e di scelta non potessero essere messi in discussione.
Sapevamo che in tanta parte di questo pianeta ciò che per noi era quotidianità rimane una chimera, un sogno impossibile, ma pensavamo (non tutti) che tutto sommato non ci riguardasse.
Poi, di colpo, una sberla tremenda ci ha svegliato, ci siamo ritrovati deboli, increduli, vulnerabili, colpiti. Tanti, troppi ci hanno lasciato.
Ci è stato chiesto un sacrificio: difendere il nostro Paese standocene nelle nostre case, rinunciando al superfluo. Tanti e tante, lo sappiamo, si sono ritrovati senza lavoro, con problemi gravissimi da affrontare, sia economici che psicologici che morali.
Nessuna bomba, però, nessuna fucilazione di massa, nessuna tortura, nessun imprigionamento, nessuna casa sventrata dai bombardamenti o dal fuoco delle rappresaglie. Una trincea sanitaria coi servizi essenziali garantiti.
Nessuno era pronto ad affrontare una simile emergenza e immagino che non sia stato facile per nessuna autorità prendere decisioni complicate, perché complicato è il nostro mondo.
Quel po' di libertà a cui abbiamo rinunciato è la garanzia della nostra salute.
Non fu così dopo l'8 settembre 1943: un briciolo di libertà voleva spesso dire la tortura, la fucilazione, la perdita degli affetti, delle case in cui nessuno si sentiva davvero al sicuro.
Si chiamava guerra, si chiamava dittatura, si chiamava unione di due orrori, si chiamava nazifascismo.
Oggi, dopo 75 anni dalla Liberazione, mai come in questo strano anniversario, dobbiamo dire grazie ai partigiani e alle partigiane, alle staffette e a quanti, in qualunque modo aiutarono l'Italia a riconquistare la dignità di fronte al mondo.
Bene ha fatto il sindaco di Conegliano a portare anche oggi le corone ai caduti nei due monumenti che ricordano le due guerre. Il suono del "silenzio" ci ha fatto riflettere ancora una volta: quei caduti hanno versato il loro sangue per noi.
Qualcuno, anche con cariche istituzionali importanti nel mio Comune, si permette di denigrare, sbeffeggiare quelli che sono morti, si sono sacrificati anche per lui, lasciandogli la possibilità di offendere la sua stessa libertà.
Non importa, i valori della democrazia, della libertà, della Repubblica nata dalla Resistenza sono e saranno più forti dell'arroganza e dell'ignoranza.
W IL 25 APRILE, W L'ITALIA DEMOCRATICA

domenica 19 aprile 2020

Rolling stones a Conegliano...

No, nessun concerto della mia band preferita in programma (ahinoi), ma pietre rotolanti ne abbiamo di autoctone.
Anzi, potremmo scrivere a Mike Jagger e chiedergli se, visto che tutti oggi sono impegnati ad aiutare il Belpaese, ha voglia di sganciare qualche spicciolo per Conegliano, così, tanto per evitare le lungaggini burocratiche di Bruxelles, quelle necessarie per avere i tanto sospirati (ma mai richiesti) fondi europei.
Che io sia una rompiscatole è risaputo, ma una volta tanto mi piacerebbe avere qualche risposta: il 5 aprile scorso, in piena epidemia, la Tribuna di Treviso pubblicava un articolo sulla sospensione a data da destinarsi dei cantieri per ristrutturare il castello.
Lo diciamo da anni: le associazioni sono eccezionali, generose, composte di persone innamorate della città e pronte a dare una mano; nessuno di noi però penserebbe di inserire un bellissimo lampadario in una casa i cui muri siano in sfacelo e coi pavimenti mezzi rotti.
Non è possibile lasciare alla buona volontà dei singoli la sistemazione e la dignità di uno dei luoghi più significativi del nostro sito Unesco.
Rifare i servizi igienici va benissimo, ma il resto? Dove sono finiti i progetti per la sistemazione delle mura, per dare al castello e al suo museo ciò che meritano?
L'epidemia è una tremenda calamità, ha colpito troppe famiglie, ha cambiato le nostre abitudini, la nostra vita. Le istituzioni sono in prima linea dal punto di vista sanitario, sociale, dell'ordine pubblico, logistico.
I problemi però restano, anzi si aggravano col passare dei mesi: l'epidemia finirà col suo strascico di lutti e sofferenze, con una crisi tremenda del commercio (che già qui languiva) e dell'economia nel suo insieme.
Credo che sarebbe utile usare questa pausa forzata per programmare meglio il futuro, per pensare a come ridare smalto a Conegliano, cominciando a lavorare in grande dando vita a un progetto in grado di attirare finanziamenti cospicui per restaurare le mura, togliere le erbacce e le piante infestanti, rendere il castello fruibile anche ai meno abili fisicamente, trasformare il museo in una collezione degna del XXI secolo,
La buona volontà dei singoli è utile, mi pare continui a mancare la regia.
Nel frattempo mi tocca pubblicare le foto, fatte da me stamattina, delle pietre che si sono staccate dalle mura della Madonna della Neve: non è una voragine, per il momento, vedremo con le piogge che arriveranno.
Ultima nota: sono stata criticata sulla stampa perché ho osato scrivere pubblicamente del guano di piccione in via XX Settembre: il giorno dopo (fatalità) la Savno è passata con una idropulitrice sotto i portici. Peccato che Porta Dante, in assenza di una pulizia vera, non "dove che passa el prete", due giorni dopo fosse esattamente come prima.

W i Rolling Stones, ma le pietre rimettiamole al loro posto. Che dite, scrivo io a Mike Jagger?

venerdì 17 aprile 2020

Chiarezza per Casa Fenzi e per i nostri anziani


Non aggiungo nemmeno una parola a quanto inviato oggi alla stampa dal mio capogruppo Alessandro Bortoluzzi. I nostri anziani e chi lavora con e per loro vanno salvaguardati, con trasparenza e forza.

Meno propaganda, più tamponi.
Non è con la propaganda che si sconfigge il virus.
Sui muri della nostra città, da alcune settimane, compaiono file interminabili di necrologi. I dati diffusi dall’ULSS  dei deceduti per il virus sono però ben diversi.
E’ evidente che tanti purtroppo muoiono con i sintomi del Covid 19 senza che sia stato fatto accertamento.
Eppure secondo le autorità sanitarie l’arma principale passa proprio attraverso i tamponi, ed l’isolamento  dei positivi.
Zaia aveva detto che avrebbe fatto i tamponi per strada. Mai visti.
Il punto è che i tamponi non vengono fatti nemmeno in quelle case di riposo dove la situazione è esplosiva.
Solo oggi, dopo le insistenti richieste di alcuni consiglieri del nostro gruppo e del Movimento Cinque Stelle, arrivano dei dati aggiornati. E sono drammatici.
Nei primi 15 giorni di aprile 25 decessi su 200 ospiti.
Non si è ancora capito quanti siano stati i decessi a marzo, ma a quanto si dice sono altrettanti e forse di più.
E questo in una struttura in cui mediamente, prima dell’emergenza sanitaria in atto, i decessi si aggiravano su una media di 7/8 decessi mensili.
Al di là della propaganda, scopriamo dunque solo ora che a fronte di oltre 200 ospiti di tamponi fino ad oggi ne sono stati fatti pochissimi, solo 20 su sintomatici: si è iniziato tardissimo, il 29 marzo, ma poi sono stati sospesi per mancanza dei reagenti. Poi il 7 aprile sono stati fatti dei test sierologici, che a quanto pare però danno moltissimi falsi positivi e falsi negativi.
Sulla base di tali test, comunque, il 60% degli ospiti risulterebbe positivo al virus.
Sul lato degli operatori la situazione è altrettanto grave. Su 200 persone, il 42% è assente. Per la gran parte causa coronavirus.
Rilanciamo quindi con forza il grido di allarme di Casa Fenzi: fate i tamponi! Date priorità a questa struttura dove la situazione è fuori controllo! Ancora non sappiamo quali e quanti ospiti siano effettivamente positivi. I test sierologici sono inaffidabili.
La situazione è gravissima, perché oggi all’interno della struttura sono stati fatti dei reparti separati per i positivi ai test veloci. Il problema è però che i test sono inaffidabili, e quindi fino a quanto non verranno fatti i tamponi non sarà possibili individuare con certezza gli ospiti contagiati. E il personale rimasto in servizio in questa situazione difficilissima, con turni massacranti, è allo stremo. Costretto a lavorare con pochissimi dispositivi di protezione individuali, mascherine, occhiali e tute: l’ULSS dall’inizio della crisi ha fornito pochissimo materiale.
Chi ha finora evitato di dare ascolto agli allarmi di Casa Fenzi? A chi spettava darsi da fare? Che cosa aspettano a prendere provvedimenti? Sono domande che per ora sono senza risposta, e che tormentano gli operatori, gli ospiti ed i familiari.



martedì 7 aprile 2020

Guano a gogò


L'epidemia prima o poi (speriamo prima) passerà, nel frattempo noi restiamo a casa.
A rimanere intatti sono i problemi della città che vanno comunque affrontati da chi ne ha le competenze e il dovere.
Ci stiamo accorgendo dell'importanza dei piccoli negozi di prossimità, del valore del commercio e del piccolo artigianato nei nostri centri adesso che tutto è chiuso, o quasi.
Le porte aperte e illuminate non solo fungono da controllo e collante sociale, ma sono un fattore imprescindibile del decoro di una città.
Immagino accada anche nelle altre zone di Conegliano (che non vedo perché rimango entro i famosi 200 metri circa per la spesa), ma in via XX Settembre sono rimaste aperte solo due attività, la farmacia e l'edicola.
A farla da padroni sono ovunque i piccioni, che stanno lordando più di prima marciapiedi, portici, angoli della strada, ben contenti, fra l'altro, di bivaccare fra l'erbetta che cresce rigogliosa sull'acciottolato.
Una pulizia straordinaria e una sanificazione si rendono più che mai necessarie.
Seconda cosa: molti residenti scelgono di farsi portare a casa la spesa, aiutando così le tante aziende che stanno cercando di resistere a una crisi difficile e che morde ogni giorno di più.
Che cosa pensa di fare il Comune o cosa ha già fatto riguardo alla ZTL?

Ho presentato l'interpellanza che segue.
CONSIDERATO CHE
  • la situazione di emergenza sanitaria, economica e sociale dovuta all'epidemia di Covid-19 ha modificato abitudini, orari, apertura delle attività commerciali.
VISTO CHE
  • via XX Settembre e via Ongaro, che già normalmente soffrono di problemi noti e sollevati più volte, si ritrovano ora ad avere due sole attività aperte, vale a dire la farmacia e l'edicola;
  • normalmente i portici, i marciapiedi antistanti negozi e bar sono tenuti puliti dagli stessi commercianti e in questo periodo sono lasciati a se stessi;
  • specialmente a causa del guano dei piccioni alcuni siti sono particolarmente sporchi, soprattutto in prossimità di Porta Dante, al punto che risulta addirittura difficile il passaggio a piedi di quanti si recano a fare la spesa quotidiana;
  • il problema della pulizia davanti ai negozi sicuramente interessa anche altri luoghi della città, in cui gli esercizi commerciali sono chiusi;
  • che molti residenti, per evitare di uscire di casa usufruiscono della consegna a domicilio della spesa da parte di molte aziende che in questo modo cercano di venire incontro alle persone e tentano di rimanere attive, che risulta problematica a causa della ZTL.
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Se questa Amministrazione intenda chiedere e/o mettere in atto un piano di pulizia e sanificazione straordinaria, utile anche per l'igiene generale;
  • Quali siano le azioni predisposte per evitare che quanti portano la spesa nelle case dei residenti in ZTL si ritrovino a dover pagare multe per la violazione del divieto di accesso.




giovedì 2 aprile 2020

Graduatorie al tempo dei social

Noi privati possiamo elargire il nostro denaro a chi vogliamo, ovviamente, ma quando si tratta di fondi pubblici la cosa si fa più complessa.
Non sono i social a destinare gli aiuti e ancor meno a giudicarne i criteri, questo pare ovvio.
Una delle poche certezze che ho acquisito negli anni durante i quali ho frequentato gli uffici comunali riguarda la professionalità di chi ci lavora. Mano a mano che aumenta la delicatezza del compito ho notato il proporzionale lievitare dell'impegno e della consapevolezza.
L'ho sempre dichiarato ogni volta che ne ho avuto l'occasione: occupandomi anche di questioni sociali posso affermare che tutto il personale coinvolto lavora non solo con attenzione e rispetto delle regole e delle normative, ma con l'aggiunta di una dose massiccia di umanità, comprensione, conoscenza del terreno su cui si muove.
In queste settimane di epidemia chi è in difficoltà si sente sicuramente ancora più solo, chi aveva un lavoro precario è ancora più preoccupato di prima, consapevole che i magri guadagni non hanno permesso di accumulare un minimo di riserva economica e che, passata la tempesta, il futuro non sarà sgombro da nuvole. Quello che da anni viene chiamato il "popolo delle partite IVA", vale a dire professionisti, titolari di piccole attività commerciali o artigianali, finti lavoratori autonomi senza né ferie né assicurazione sulla malattia, tutti questi stanno sicuramente vivendo settimane di angoscia. Per non parlare del settore turistico, dagli alberghi ai bar, dalle guide turistiche agli addetti ai servizi museali e didattici: la parcellizzazione del lavoro degli ultimi decenni ha prodotto, in realtà, tanta povertà latente, tanta insicurezza.
Potremmo continuare a lungo, tanti sono i settori in sofferenza e non sarà facile non solo aiutare tutti, ma individuare le priorità.
Come si stila una graduatoria? Di certo chi già usufruisce di aiuti vari grazie ai fondi per la povertà, alle poste di bilancio dei comuni, alle pensioni sociali e ad altri assegni non se li vedrà togliere, questo è sicuro. 
Come è sicuro, questo credo vada chiarito che non esiste il criterio del "chi primo arriva meglio alloggia", o almeno credo che sia sicuro.
Sui social è partito il tam-tam della solidarietà, importante perché fa sì che molti, al caldo e al sicuro nelle proprie case pensino a chi sta peggio e a come fare per dare una mano.
Spero vivamente che questo modo di ragionare continui anche a coronavirus terminato, quando torneremo agli aperitivi in piazza. 
Nel frattempo attenzione, ripeto: non basta segnalare e soprattutto non bisogna pensare che una volta fatto un nome agli uffici automaticamente il problema sia risolto: solo chi ha davanti a sé tutto lo spettro della situazione sa esattamente cosa fare e da dove partire.
Servizi sociali, Protezione civile, Croce Rossa, Caritas: tutte queste strutture sono al lavoro per assicurare tutto l'aiuto possibile a chi è in difficoltà, so di altre associazioni che sarebbero pronte a dare una mano: a noi cittadini l'onere di valutare prima di lanciare un allarme, di sapere, soprattutto, che le decisioni saranno prese alla luce di criteri validi per tutti, con senso di giustizia e priorità.
Criteri che devono avere, innanzi tutto, la caratteristica della trasparenza, dell'omogeneità, dell'attento esame di ciascuna realtà. Ciò che è valido in una frazione di campagna può non esserlo in una grande città.
186 mila euro non sono risolutivi, da ciò che capisco non saranno gli unici, ma se uniti a quanto abbiamo a bilancio nel settore sociale possono comunque essere molto utili per aiutare chi in questo momento è più in difficoltà. Di mezzo ci sono gli ammortizzatori sociali, i risparmi, le possibilità di ciascun nucleo familiare.
Ho fiducia totale nel personale addetto al settore sociale di Conegliano, alla politica chiedo trasparenza massima e il perseguimento di criteri di assoluta equità.

Servizi sociali del Comune: 0438413210
Protezione civile: 0438413543