Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

domenica 24 aprile 2016

#25aprile Da plebe a nazione

Refrontolo, lapide ai partigiani caduti
1. Sabato scorso ho incontrato una signora gentile, simpatica, più o meno della mia età che mi ha chiesto: "Ma oggi si vota?".
"Domani, non oggi", le ho risposto.
"Ma anche a Conegliano?"
"Si vota in tutta Italia, per il referendum"
"Ah già, referendum....., trivelle, trivellazioni, mah, boh".
2. Nelle sedi del Partito Nazionale Fascista campeggiava un bel cartello: Qui non si fa politica.
Ovvio, ci pensava qualcun altro.

La signora gentile e simpatica ha come me il diritto di voto ormai da decenni, ha a disposizione giornali e televisioni (oltre a una vita sociale) che, pur con grandissimi difetti, parlano quotidianamente di ciò che accade in Italia, in Europa, nel mondo.
La signora, come tutti, si lamenta ogni giorno di ciò che non va e ha il diritto di criticare aspramente chi ha eletto (forse) e chi non ha voluto eleggere senza sapere di aver esercitato un diritto sacro.
Il dramma è che la signora non ha ancora chiaro cosa siano un Parlamento, un Consiglio Comunale, tanto meno cosa voglia dire recarsi alle urne per votare Sì o No (a che cosa, poi?).
Il problema più grave di questo nostro Paese sta forse proprio qui: nell'aver dimenticato di educare i propri cittadini alla libertà.
Dopo il grande entusiasmo seguito alla Liberazione, alla fine di una guerra tremenda, dopo il pianto sui morti e la conquista, a prezzo di sangue e dolore, delle tante libertà che oggi scordiamo quasi sempre di avere, una parte della classe dirigente di questo Paese ha preferito che troppi italiani tornassero nel limbo dell'ignoranza del proprio stesso status di cittadini.
Cittadini e non sudditi, questo dobbiamo essere, figli e nipoti di una generazione che seppe rispondere al richiamo di una Patria che doveva cambiare, che andava presa per mano e fatta uscire dall'incubo di una dittatura, di un'invasione che trucidava uomini, donne e bambini e ci toglieva la dignità di popolo: per questo ragazzi e giovani donne, contadini e soldati abbandonati da una politica scellerata scelsero senza esitazione di compiere una scelta.
Scelta, questa la parola chiave. Non può esistere libertà senza scelta. Se si è liberi senza saper scegliere coscientemente si continua a rimanere sudditi. Magari sorridenti e muniti di telefoni e computer, sempre connessi ma ignari di tutto; sudditi, non cittadini.

Oggi Alfredo Reichlin ha scritto che per capire il 25 aprile è necessario comprendere l'8 settembre: il crollo di uno Stato che ha messo gli italiani, i singoli, di fronte a una scelta, alla necessità di assumersi delle responsabilità. Quei singoli hanno composto un insieme meraviglioso, cui dobbiamo eterna gratitudine.
Dice Reichlin: "Il salto di qualità antropologico, ecco quello a cui io ho assistito, e quello che da allora mi detta la mia coscienza: un'idea nuova del popolo italiano. È il passaggio da plebe a nazione".
È ciò che occorre di nuovo, e con urgenza. Questo, secondo me, il modernissimo significato di questo 25 aprile. La libertà è troppo preziosa per banalizzarla.
Buona festa della Liberazione.

mercoledì 13 aprile 2016

...E i cipressi del castello come stanno? #salviamoglialberi

Non c'è pace per gli alberi storici di Conegliano.
Ho presentato oggi un'interpellanza sullo stato di salute dei cipressi dei giardini del castello.
Di seguito il testo.



Conegliano, 13/04/2016

Oggetto: Interpellanza sullo stato dei cipressi dei giardini del Castello

PREMESSO CHE

- Con l'arrivo della primavera e dell'estate e grazie alle numerose iniziative il castello torna ad essere un luogo molto frequentato da Coneglianesi e turisti, soprattutto nei fine settimana.
- Gli alberi che adornano i giardini, il piazzale e anche il cortile della ex chiesa di S. Orsola sono parte essenziale della bellezza dell'intero sito.
- È essenziale tutelare gli alberi, i beni archeologici e prevenire danni a cose e/o person

CONSIDERATO CHE

- Nel cortile di S. Orsola si vede con chiarezza che un cipresso, non molto alto, è morto;
- Salendo la scala che dal piazzale porta ai giardini del castello il primo cipresso sulla sinistra pende pericolosamente verso sinistra, cioè verso gli altri alberi;
- Un grande cipresso è ormai completamente addossato al castello, sempre sul lato est.

IL SOTTOSCRITTO CONSIGLIERE CHIEDE

Se questa amministrazione abbia preso, in accordo con le Soprintendenze ai beni ambientali, culturali e archeologici, i dovuti provvedimenti per la verifica della stabilità dei cipressi di cui sopra e dello stato di salute degli altri alberi presenti nell'intero sito del Castello.
Chiede inoltre, viste le problematiche emerse in città anche recentissimamente, se questa Amministrazione abbia in progetto un vero censimento degli alberi storici e del loro stato di salute per prevenire i danni e tutelare un bene essenziale, parte integrante della storia e della vita sociale della nostra città.

Il consigliere comunale
Isabella Gianelloni

martedì 12 aprile 2016

Un nobile cedro e un umile pioppo: uguale destino. #salviamoglialberi

Foto di Gianfranco Losego
Tristezza. Oggi è un altro giorno triste per la città: i grandi alberi di Conegliano paiono soccombere davanti a un medesimo destino.
Lo scorso anno è toccato al "pioppo dell'Enologia", oggi le motoseghe hanno segnato il destino del grande cedro che adorna uno dei luoghi più amati dai Coneglianesi.
Nemmeno i mortai della Grande Guerra e gli incendi dell'anno di occupazione dopo il novembre 1917 c'erano riusciti: insieme alla Fontana dei Cavalli il cedro alla base del Salisà era rimasto intatto, bellissimo e svettante.
A ben guardare pareva il direttore di un'orchestra speciale, composta di musicisti muti ma capaci di suonare con i profumi della primavera, i rumori dei versi degli uccelli e del vento che passa da un ramo all'altro: l'orchestra del Refosso, per cedro, alberi e bellezza. Allegro con brio.
Basta. Un altro pezzetto di memoria se ne va per sempre, un altro po' di bellezza tolta a una città che mai come oggi ne avrebbe bisogno.
Non si tratta di fare solo i romantici (anche se, sia chiaro, si vive anche di bellezza, passeggiate in santa pace e chiacchiere guardando un albero), non si tratta di andare contro la proprietà privata (ma la bellezza, il paesaggio, la storia, l'ossigeno sono di tutti) o non preoccuparsi della pubblica incolumità (abbiamo ormai capito che a far morire gli alberi sono gli uomini che li trattano male).
Si tratterebbe, molto semplicemente, di capire una volta per tutte che gli alberi sono un patrimonio tanto quanto gli edifici storici. 
Compito della politica non è quello di prendere atto dei provvedimenti quando diventano improrogabili, ma di farsi carico del patrimonio esistente PRIMA che i problemi si presentino.
E ciò non è stato fatto. Nel luglio 2015 i gruppi consiliari di PD e Marca Civica presentarono una mozione per la salvaguardia dei grandi alberi della città, che è stata discussa tre mesi dopo e ovviamente bocciata dalla maggioranza.

In quell'occasione nessun assessore ha pensato di rispondere nel merito, di dire ai cittadini quali azioni si intendano promuovere per proteggere gli alberi e anche i cittadini, nessun assessore e nemmeno il Sindaco si sono ricordati che esiste una Legge Regionale che tutela gli alberi storici, quelli che hanno un valore non solo perché "grandi vecchi", ma perché hanno un particolare ruolo storico, paesaggistico, sociale.
Con il risultato, quasi ovvio e scontato, che dopo il pioppo dell'Enologia e il grande cedro, altri grandi alberi di Conegliano subiranno la stessa amara fine.
Fino ad ora nessun albero è stato piantumato al posto di quelli abbattuti.
Rimangono solo i vuoti e una città più povera.