Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 24 dicembre 2013

Caro Sindaco Zambon, ci ripensi e non lo faccia!

Caro Sindaco,
ci ripensi e non lo faccia! 
Conegliano sta vivendo un momento assai triste della sua millenaria vicenda: sicuramente complice anche la ormai famosa "crisi economica" sta languendo sotto molti aspetti.
Le buone idee non hanno però bisogno di molto denaro: la spinta propulsiva viene dalla voglia di condivisione, di progettazione, di visione del futuro, di conoscenza e fantasia.
Provi ad immaginare come potrebbe essere il prossimo Natale: partiamo ora per progettarlo con le forze produttive, i commercianti, gli artigiani, gli intellettuali, gli studenti e gli insegnanti della città.
Invece di una piazza disadorna con un'installazione che tutto pare tranne che un presepe, un albero visibile solo col buio, tre bancarelle giunte negli ultimi 3 giorni, potremo creare un percorso di presepi, magari più abeti addobbati in modo originale grazie al lavoro delle tante comunità, delle associazioni, delle scuole, bancarelle con prodotti dell'artigianato e dell'agricoltura locale....
Ci pensi, Signor Sindaco, i 25mila utenti annuali della Biblioteca potrebbero ancora aumentare, uno spazio creato a misura dei più piccoli potrebbe diventare trait d'union con la vicinissima Ludoteca, nella bella stagione il Parco Mozart sarebbe meta dei giochi dei bambini e dei ragazzi e non l'altro che noi sappiamo.
Portiamo la Biblioteca nell'ex Tribunale, non confiniamola in periferia. Ce l'hanno chiesto anche i ragazzi delle scuole della città.
Le zone si riqualificano vivendole! Non credo che i professionisti che si recano negli uffici tecnici del Comune abbiano poi il tempo e la voglia di giocare nel giardino pubblico... e nemmeno quei pochi che ormai frequentano l'Anagrafe...
Lei parla della Biblioteca di Montebelluna come esempio: beh, un ottimo esempio, lo sappiamo tutti.
"La scelta di creare una nuova struttura ha rappresentato un'interessante opportunità per arricchire il centro storico di uno spazio pubblico che è luogo reale e simbolico di incontro tra persone, generazioni e culture diverse, oltre che luogo della comunicazione e dell'informazione, delle idee e dei saperi. La biblioteca è punto di riferimento per un bacino d'utenza molto ampio: più del 45% degli iscritti proviene da comuni vicini; Montebelluna aderisce e partecipa come polo di area al sistema bibliotecario della provincia di Treviso ed è comune capofila della rete Biblioteche Area Montebellunese. La Biblioteca ha sede in una struttura dedicata che si sviluppa su tre livelli ed è stata pensata e progettata per l’erogazione dei servizi, la fruizione e la conservazione del suo patrimonio. L’edificio non presenta barriere architettoniche, è fornito di arredi, attrezzature e tecnologie adeguate, è dotato di una buona segnaletica interna. Si configura come Istituzione pubblica culturale del Comune di Montebelluna [Istituzione Montebelluna Cultura]; ha un Consiglio di amministrazione, un presidente e un direttore. Gestisce un proprio budget autonomo per assicurare i servizi di biblioteca e di archivio storico comunale, le attività di promozione della lettura e delle culture, l'integrazione con le altre istituzioni educative, informative, culturali, della città e del territorio."(Testo tratto dal sito Internet della Biblioteca stessa).
Leggiamo che le Associazioni avranno la loro sede: penso, e con me molti altri, che 2400 mq siano davvero tanti, troppi forse: trasferisca lì anche l'Anagrafe ed i Servizi Sociali, che hanno bisogno di uffici decorosi e, tutti insieme (il Comitato Biblioteca sarà sicuramente al suo fianco), trasformiamo l'ex Tribunale in un polo culturale centrale, fruibile, che inviti più cittadini ad avvicinarsi al centro ed alla cultura. Bambini, ragazzi, adulti ed anziani insieme non possono che far bene al centro di questa nostra città, amata ma fin troppo bistrattata.
Avviciniamo la gente ai libri, non allontaniamoli dalle persone!

Isabella Gianelloni - Consigliere Comunale

domenica 22 dicembre 2013

Che sia davvero passato o un po' ancora presente?

Edward Jenner, ritratto di James Northcote.

...Dopo l'epidemia del 1802 era nuovamente comparso il vaiolo. Si affermava perciò la necessità di ricorrere un'altra volta "con vigore" alla vaccinazione di tutti gli individui fino ai 20 anni di età.
Dagli elenchi ufficiali risulta che la vaccinazione (o i suoi tentativi) fu estesa a tutta la popolazione minore, senza distinzione di classe o censo. Risulta altresì che molti erano i bambini sottratti alla vaccinazione o quelli nei quali essa non aveva avuto successo.
Ancora una volta appariva il circolo vizioso dell'ignoranza della popolazione, della sua fragilità, unite all'inefficacia sia delle minacce che dei tentativi di far capire l'importanza della prevenzione, in questo caso dell'inoculazione del siero contro il vaiolo.
(...) Ancora nel 1822, nella lettera accompagnatoria del prospetto dei vaccinati e non vaccinati del Comune di Conegliano, il dr. Carlo Reggio commentava che oltre a ragioni di salute o di età (bambini con pochi mesi di vita), dei "non vaccinati" i più erano figli di "genitori che non vollero assoggettarli alla vaccinazione".
I dati di quell'anno, riferiti alle parrocchie di San Leonardo, San Rocco, San Martino, Campolongo, Costa ci dicono che a fronte di 181 vaccinati con successo, 102 erano gli individui che restavano da vaccinare.
(...) Il 4 giugno 1827 su segnalazione dei medici il Comune scrisse un'accorata lettera ai parroci affinché esortassero e ammonissero i genitori: la vaccinazione generale si era ripetuta 3 volte per mancanza di individui, che non si erano presentati.
Quando nel 1830 il vaiolo ricomparve quasi ovunque nella Provincia di Treviso ci si ritrovò ancora una volta impreparati ad affrontare l'epidemia.
I dati appena riportati riguardano alcune pagine della mia tesi di laurea, che affrontava il tema della povertà e dell'assistenza a Conegliano nella prima metà dell'800.
Oggi, grazie alla massiccia vaccinazione, il vaiolo è scomparso. La poliomielite quasi (per inciso tutti sanno chi era Hitler, quasi nessuno chi era Albert Sabin e non so quale fortuna abbia la memoria di Edward Jenner).
Stupisce e addolora che ancora oggi, nel XXI secolo, per qualcuno, anche con incarichi istituzionali, la scienza e la medicina facciano così fatica ad essere accettati. Anche a Conegliano, anche nel cuore del civile e sviluppatissimo Nordest (dove si comincia a credere di nuovo a chi urla e non a confrontarsi con chi ragiona).
Spinti dalla disperazione molti tentano strade non provate, non scientificamente dimostrate. Ciò è normale (quasi), ma mentre ci si affida a medici improvvisati si pretende che la medicina ci salvi sempre. Sappiamo tutti che non potrà mai essere così.
Insopportabile è che manchi ancora una mentalità scientifica, che si faccia appello al "sentito dire" che è molto più facile da comprendere, che prende la pancia della gente lasciando sempre addormentato il cervello.
Solo la cultura, umanistica e scientifica insieme, potrà far ripartire le coscienze, lasciando stregoni e medici improvvisati finalmente disoccupati.

Isabella Gianelloni

mercoledì 18 dicembre 2013

Una cartina geografica per il Sindaco

Il centro muore e il Sindaco sbaglia le coordinate geografiche: al Consiglio Comunale dei ragazzi, di fronte a 600 alunni, maestre e professori ci ha spiegato che il centro "dipende da dove lo si guarda".
Tutto per far passare come scelta strategica il trasferimento della Biblioteca comunale sopra l'Auditorium Dina Orsi, a Parè. Ci pare francamente una presa in giro.
La mozione dei ragazzi, approvata all'unanimità (e con applausi) anche dalla maggioranza, chiede che la struttura sia centrale, così da essere raggiunta facilmente da tutti e che sia studiata per avere spazi dedicati ai più piccoli (tra le altre cose è nota la situazione del trasporto pubblico in città).
Evidentemente i nostri giovanissimi concittadini hanno più senno di tanti adulti.
Il Comitato Biblioteca ha sottolineato ancora una volta la richiesta di trasferire la Biblioteca nell'ex Tribunale.
Una soluzione logica e che guarda al futuro.
Oggi i commercianti lanciano un altro grido di allarme: il centro muore.
Vorremmo ricordare al Sindaco che Conegliano, come tutte le città, ha un solo centro, conosciuto da quasi un millennio e lasciato morire proprio da scelte politiche, urbanistiche, commerciali che lo stanno lentamente svuotando.
Generazioni che si incontrano, giovani e bambini non possono che essere la linfa vitale per far rinascere una città che langue.
Perché non indice un referendum fra gli alunni e gli studenti delle scuole per conoscere il loro parere e dare così seguito al coinvolgimento di ieri?
Nel frattempo lo invitiamo a ripassare un po' di geografia cittadina. 
Nemmeno la geografia è un'opinione, non solo la matematica. La politica sì.

Isabella Gianelloni - Gruppo Consigliare PD Conegliano

domenica 15 dicembre 2013

#giovani Il rispetto va dimostrato, non solo chiesto

A Conegliano ogni tanto una buona notizia. Anzi due. Se sommate al credito d'imposta per l'acquisto di libri deciso dal Governo fanno tre. Possiamo ricominciare a sperare?
Sabato 14 dicembre i neo-diciottenni della città hanno ricevuto, con cerimonia solenne, una copia della Costituzione quale omaggio per la loro conquista del pieno diritto di cittadinanza.
Martedì 17 dicembre alle 9 si terrà una seduta del Consiglio Comunale dedicata ai ragazzi. Alunni delle classi quinte della scuola primaria e delle terze della scuola secondaria di primo grado di Conegliano hanno lavorato al progetto "La cosa di tutti è di ognuno".
Tutti insieme hanno presentato un'interpellanza sulla Biblioteca Comunale, un'interrogazione per chiedere un luogo di incontro per i giovani, una complessa mozione articolata in tre punti: Scuola sicura, aperta e pulita; Manutenzione e miglioramento degli arredi e dei servizi pubblici; Biblioteca: non solo libri.
Due belle occasioni per vedere facce nuove, belle, giovani entrare nel "palazzo": i più grandi magari hanno già qualche remora, ascoltano i TG e i loro genitori, discutono in classe l'attualità di un Paese che pare avere scordato il debito che ha nei confronti delle nuove generazioni.
I più piccoli saranno magari un po' intimoriti ma hanno dalla loro parte la freschezza, la volontà, la speranza.
Ieri i nuovi maggiorenni hanno ascoltato un altissimo discorso incentrato sul valore della nostra Costituzione, sui diritti inviolabili degli esseri umani da essa sanciti, sullo strettissimo intreccio fra diritti e doveri di ciascuno.
Martedì gli alunni ascolteranno ciò che gli adulti risponderanno loro: mi auguro che non vengano liquidati con un sorriso, quello che si riserva alle persone semplici, autentiche ma che, si sa, alla fine non contano.
Le proposte che i ragazzi illustreranno sono concrete e fattibili ma per essere realizzate necessitano di due ingredienti fondamentali: volontà politica (q.b.) e un pizzico di fantasia.
Ai giovani va insegnato il rispetto: il primo passo è rispettarli. Gli insegnanti trascorrono anni ad instillare negli allievi capacità critica, nozioni, coscienza di sé e della comunità in cui vivono.
Il loro lavoro va rispettato, così come l'analisi della realtà che riguarda la gioventù nella nostra città e le proposte.
Non mi stancherò mai di dire che una comunità pensata su misura dei più deboli, dei più piccoli, non può che risultare migliore anche per i più forti, i più attrezzati, i più grandi.
La politica deve ritrovare, ad ogni livello, la sua funzione pedagogica ed educativa, innanzi tutto mantendendo ciò che promette. Proprio come fanno le famiglie che danno il buon esempio.
In molte città d'Italia esiste un vero e proprio Consiglio Comunale dei ragazzi, che si riunisce periodicamente e che dialoga con gli amministratori, verificando proposte, idee, fattibilità: penso che sarebbe una buona idea dare vita anche a Conegliano ad un'esperienza di dialogo continuo con i ragazzi delle scuole cittadine.
Gli adulti e la città tutta non potrebbero che trarne vantaggio: non dimentichiamo che il denaro meglio speso è quello che fa crescere culturalmente e intellettualmente i cittadini, ne sviluppa il senso della comunità, della socialità, la voglia di essere protagonisti delle scelte future. A partire proprio dall'infanzia.
Isabella Gianelloni



sabato 7 dicembre 2013

L'8 dicembre votiamo col cuore

Sono orgogliosa di far parte di una grande comunità, il Partito Democratico, dove si discute, a volte ci si accapiglia, ma dove comunque ciascuno può e deve portare il proprio contributo.
Quello di domani è un grande appuntamento: i democratici ed i loro elettori scelgono chi guiderà questo partito nei prossimi quattro anni. Questo partito, appunto.
Un partito è una comunità di persone in cui le donne e gli uomini che ci stanno sanno chi sono e sanno soprattutto da che parte stare.
Noi non possiamo essere neutrali di fronte ad un mondo, un'Europa e un'Italia in cui i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre di più e sempre più poveri, in cui scuola, istruzione, ricerca, lavoro hanno perso il proprio valore, in cui la finanza conta più del lavoro, i soldi facili più della salvaguardia del paesaggio e della salute, in cui anche le persone il loro corpo la loro coscienza sono merce di scambio.
Le parole uguaglianza, giustizia, DIGNITA', pari opportunità, rispetto, coscienza, etica non sono parole neutrali. Non lo sono per la sinistra che, come ci ha ricordato Gianni Cuperlo, non è nata per correggere la punteggiatura della destra.
Noi siamo un'altra cosa.
Vorrebbero farci tornare indietro di decenni, rinunciare a diritti che sono costati sangue e sudore, ributtare sulle spalle dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani il peso di una crisi che è anche crisi di valori, di etica, di rispetto.
Sono quindi orgogliosa di essere nella lista per l'Assemblea Nazionale del PD che appoggia Gianni Cuperlo.
Per la rivoluzione della dignità. Per un partito che non deve essere un comitato elettorale ma una comunità, di pensiero e di lotta. Perché la priorità è il lavoro: quello che manca e quello che se c'è è precario, sottopagato, sfruttato.
Isabella Gianelloni

APPELLO AL VOTO DI GIANNI CUPERLO
Per noi la priorità è il lavoro, con un piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile e un programma di investimenti per la messa  in sicurezza del territorio e delle scuole.
Siamo convinti  che la Riforma Fornero vada cambiata, perché ha creato forti iniquità a partire dalla grande vergogna degli esodati.
Non è attraverso il rigore e l’austerità o con tagli lineari alla spesa pubblica che rimetteremo in moto la nostra economia, al contrario dobbiamo rilanciare l’occupazione, i redditi, i consumi.
Noi vogliamo aumentare le risorse per gli assi portanti della nostra società: la scuola, l’università e la ricerca.
Non sono i pensionati il problema di questo paese, al contrario vanno sostenute le  fasce sociali che hanno già pagato il prezzo della crisi, le stesse persone che hanno garantito la tenuta sociale delle nostre comunità.
Dobbiamo guardare al Sud come una grande questione nazionale e un’occasione di crescita per l’intero Paese e per l’Europa.
Il cambiamento non può che nascere dal rispetto del valore della persona, da una nuova stagione dei diritti umani e civili, dalla tutela di tutte le forme di convivenza e delle coppie gay, dalla libertà delle donne e dalla parità in ogni settore della società.
Noi vogliamo un Pd che riscopra l’orgoglio, la passione, i principi della sinistra.
Noi non siamo il volto buono della destra, noi siamo la sinistra del tempo nuovo.
Un partito che si impegni a ricostruire un rapporto di fiducia con le forze più dinamiche della società, della legalità, del civismo, le associazioni, i movimenti, tutti quelli che hanno fatto in questi anni barriera al declino economico e culturale del paese.
La sinistra non è una pagina della storia passata di questo Paese, come qualcuno vuole raccontare. La sinistra è l`anima di questo progetto, è l’elemento che gli dà senso.
La giornata dell’8 dicembre deve servire a dire questo, non solo a incoronare un leader.
Senza un partito forte alle spalle, nessun Governo da solo è in grado di cambiare l’Italia.
Il Partito Democratico ha bisogno di un Segretario che si dedichi, a tempo pieno, a ricostruire il legame con la società sulla base di una visione del futuro che non sia solo un programma di Governo.
Il partito non può essere un trampolino di lancio per un altro incarico, ma un impegno, una missione a cui dedicarsi senza riserve.
Il PD deve cambiare radicalmente partendo dal suo modo di stare tra le donne e gli uomini che sceglie di rappresentare, a cui vuole dare voce e potere.
Dobbiamo darci a ogni livello organismi dirigenti profondamente rinnovati, più snelli e autorevoli.
Dobbiamo valorizzare il pluralismo, ma contrastare il correntismo, privilegiando sempre passione, impegno, competenza.
Dobbiamo dare potere e risorse, anche finanziarie, ai nostri circoli, come luogo di organizzazione della democrazia, e come luogo di apertura al molto di buono che c’è fuori da noi, ai movimenti, alla rete del civismo, della solidarietà, delle autonomie locali.
Dobbiamo costruire un partito che metta davanti a tutto l’etica e l’onestà, eliminando i doppi e tripli incarichi come un atto di moralità e trasparenza.
Un partito comunità, aperto, intelligente, capace di progettare il futuro e  di metterci al servizio della rivoluzione della dignità.

domenica 1 dicembre 2013

Adottiamo il Brolo di San Francesco e le mura di Conegliano!

Ci risiamo. E' passato un altro anno e la proroga della concessione in uso del Brolo di San Francesco è giunta alla scadenza senza che nessuno nel frattempo abbia pensato a cosa fare.
L'Amministrazione ha pubblicato il bando per il nuovo affidamento quadriennale, con scadenza 16 dicembre, destinato ad associazioni o raggruppamenti di queste.
Mi chiedo quale associazione sarà in grado di mettere in pratica tutto ciò che si chiede e che (giustamente) è necessario per mantenere in efficienza un sito così importante.
Senza parlare della parte botanica (in questo i soci di Italia Nostra negli anni scorsi sono stati a dir poco encomiabili), dello sfalcio dell'erba, della pulizia, della manutenzione della casetta, dell'apertura nei fine settimana e per i gruppi di visitatori (...) nel bando si cita l'obbligo di monitorare lo stato di conservazione ed eseguire la manutenzione del tratto delle mura della Castagnera prospicienti il Brolo dall’estremità nord dell’area all’angolo nord dell’ala settecentesca dell’ex Convento di S. Francesco.
Ci risiamo anche con il pressappoco che impera in questa città: le mura trecentesche devono essere monitorate e soprattutto manutenute da chi ne ha le competenze!
Il tratto di mura a fianco del Convento di San Francesco è pericolante, lo sappiamo bene; le mura del lato ovest splendidamente restaurate sono chiuse e attaccate da nuove piante infestanti (altro che i fili d'erba che i volontari possono togliere dal Brolo, sperando che rimangano quelle bellissime piante di cappero); da anni si denuncia il fatto che le mura del versante nord (dietro al ristorante del Castello) rischiano di crollare.
Il Partito Democratico ha presentato al Consiglio Comunale una mozione per migliorare la tutela dei beni archeologici e architettonici della nostra città. Vedremo se ancora una volta la maggioranza farà finta di niente, votando contro per partito preso.
Nel frattempo un patrimonio unico, millenario, rischia il completo degrado: non possiamo occuparcene a pezzettini, staccando un pezzo dall'altro.
La città murata di Giambattista Cima rischia di diventare solo un bel ricordo: chiedo che l'Amministrazione Comunale coinvolga tutte le associazioni culturali e ambientali del territorio, la Soprintendenza, il Consiglio Provinciale, la Regione Veneto, il Ministero per i Beni Culturali, il Fondo per l'Ambiente Italiano, le Università per adottare, tutti insieme, l'intero complesso che costituiva il nucleo della nostra città e farlo diventare patrimonio d'Europa. Usiamo, per una volta, il marchio del Prosecco per un grande progetto di salvaguardia e sviluppo, con l'utilizzo delle immense risorse culturali e professionali che abbiamo.
Con il pressappoco non si va da nessuna parte.