Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

mercoledì 31 luglio 2019

Collodi era di qui? #Conegliano

Tonino Guerra, S. Arcangelo di Romagna
Parafrasando Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non seria. 
Provo a riassumere, senza lasciarmi andare a commenti poco commendevoli, le risposte che ho ricevuto in Consiglio Comunale alle mie due interpellanze, dal Sindaco e dall'Assessore alla Cultura.

1. Il futuro dell'Archivio Storico di Conegliano. Il Sindaco mi ha dato ragione (vorrei vedere!) sulla qualità dei documenti che vi sono conservati, sulla competenza e impegno dei due addetti, sulla inadeguatezza dei due luoghi in cui sono conservati, vale a dire la piccionaia del Municipio vecchio e il capannone dell'ex area Zanussi.
La buona notizia è che pare che finalmente sarà affiancata una nuova unità, qualificata, alle due esistenti. Speriamo presto.
L'altra risposta, sul futuro e la collocazione dell'archivio, che, lo ricordo, era prevista nella sistemazione dell'ex Caserma Marras, mi ha lasciato, a dir poco, interdetta. Il Sindaco ha dichiarato che secondo lui il posto giusto per l'archivio è la Marras. Bene, peccato che il nuovo progetto appena approvato e per il quale dovrebbero iniziare i primi lavori, NON preveda nessuno spazio per l'archivio. Mi sono guardata e riguardata le slides. Non c'è. Quindi, a che gioco giochiamo?

2. Il Castello. La mia interpellanza partiva dai lavori fatti in passato (le mura lato ovest) e quelli svolti nell'ultimo periodo da associazioni cittadine (Alpini, Lions, Rotary). Un'altra parte di lavori, sulle mura settentrionali, è stata avviata dal Ristorante del Castello, attraverso la convenzione esistente col Comune. Chiedevo quali fossero i lavori già avviati e/o programmati dall'Amministrazione per il futuro.
Ebbene, mi è stato risposto elencando i lavori fatti in passato e quelli già eseguiti da altri. No comment.
Chiedevo anche che cosa la Giunta abbia in mente per la gestione quotidiana, visto che a fine anno il custode andrà in pensione. La notizia è che non ho capito che cosa l'Assessore mi ha risposto, ma forse c'era ben poco da capire.

Ergo, siamo punto e a capo. Ahinoi.
Lancio un'idea: possiamo pensare di fare qualcosa del Convento di San Franesco, che fra qualche anno tornerà in gestione al Comune? Volendo si potrebbero immaginare e mettere in atto diversi progetti, ascoltando, magari, gli esperti in materia culturale.

Buon Ferragosto alla politica coneglianese.

giovedì 25 luglio 2019

Il Castello patrimonio del cuore e del Veneto

     
     Ancora il Castello? Anche alla vigilia di Ferragosto? Lunedì prossimo si terrà il Consiglio Comunale prima delle vacanze estive. Siccome si parla molto, alcuni si occupano meritoriamente di fare, chiedo all'Assessore alla Cultura di rispondere in Consiglio ad alcune domande. Qualche settimana fa mi ha risposto sulla stampa, ora sarò felice di sentire quali sono i programmi concreti, e fattibili, messi in cantiere dalla Giunta. Il tutto, va detto, con un occhio a questo benedetto riconoscimento dell'Unesco. 
           Farò sapere qui cosa la Giunta mi avrà risposto su  questo tema e sul futuro del nostro Archivio Storico cittadino. 

              Oggetto: Interpellanza sugli interventi nel sito del castello

CONSIDERATO CHE
  • In questo ultimissimo periodo l'area del castello ha visto gli interventi di miglioria messi in essere da, in ordine alfabetico, Associazione Alpini, Lions e Rotary Club;
  • Nella recente conferenza stampa organizzata in castello per presentare il progetto e gli interventi del Rotary Club il Sindaco, rispondendo alla domanda di una giornalista, ha affermato che per il progetto di ristrutturazione complessiva dell'intero sito non si prevedono tempi brevi mentre, su un altro mezzo di informazione, l'Assessore alla Cultura ha affermato che sono stati avviati “iter di manutenzione e salvaguardia dei manufatti”;
  • Ogni intervento da attuare in quel sito ha ovviamente bisogno di preventiva approvazione da parte della Soprintendenza;
  • Si è parlato per anni dell'illuminazione delle mura del lato ovest restaurate, ma ora è del tutto scomparsa dai piani presentati al Consiglio Comunale;
  • Nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche non si fa accenno ad alcun intervento nel sito del castello;
  • Nel PEBA (Piano per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche) si immagina un intervento di circa 80.000 € per “INTEGRAZIONE PER IL SUPERAMENTO DEI DISLIVELLI E L’ACCESSIBILITA’ AGLI SPAZI” presso il Museo del Castello prevedendolo per il 2022;
  • Entro fine anno andrà in quiescenza l'attuale custode del Castello
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Quali siano i progetti avviati per la manutenzione e salvaguardia dei manufatti del Castello, con quali costi presunti e se vi siano già date previste per i lavori;
  • Se il progetto giacente da anni in attesa di messa in pratica per l'intero sito sia stato abbandonato o, in caso contrario, se siano in atto azioni concrete per ottenere i finanziamenti necessari alla sua attuazione;
  • Se, in previsione della quiescenza del custode, questa Amministrazione abbia già preso decisioni in merito alla sua sostituzione o a un'alternativa per la gestione del Museo, degli eventi che vi si svolgono e l'ordinaria manutenzione delle parti verdi oggi a esso deputate.

mercoledì 17 luglio 2019

Far vivere un archivio si può!

Immagine tratta dal sito della Guarneriana
Stamattina sono andata a San Daniele del Friuli, luogo che tutti conosciamo per l'ottimo prosciutto.
Prima di assaporare quella delizia del palato ho velocemente visitato la Biblioteca Guarneriana, un gioiello contenuto nel palazzo comunale. Si tratta della prima biblioteca civica del Friuli e una delle prime istituzioni di pubblica lettura in Italia, grazie al lascito di un grande umanista morto nel 1477, ingrandito poi nel 1736.
In sostanza si tratta dell'archivio storico del Comune di San Daniele, che nel palazzo di fronte ha aperto anche la biblioteca moderna.
Osservati e aiutati da Angelo Floramo, professore e insigne letterato, consulente culturale e scientifico della biblioteca, chini su documenti e pergamene c'erano studenti provenienti dal Giappone e dall'Ohio.
Gentilissimo, Floramo ci ha illustrato la storia del luogo, informandoci anche che la Pro Loco si è incaricata delle visiste guidate alla Biblioteca.
Ho pensato agli antichi statuti della mia città, alle preziosissime pergamene contenute nel nostro archivio storico, definito più volte "uno dei più belli e più importanti del Veneto", alla mole immensa di documenti che raccontano la storia di Conegliano e anche di parte del suo circondario dal Medio Evo all'età contemporanea.
Peccato che, dopo anni di richieste e promesse, quelle gemme preziose rimangano confinate in un luogo davvero inadatto alla loro tutela e conservazione, peccato che la competenza e professionalità dei due archivisti non possa essere valorizzata, data la situazione logistica e organizzativa.
Posso solo immaginare che cosa si potrebbe organizzare, volendo, immaginando, progettando, guardandosi intorno e anche copiando. Invece niente. Della biblioteca nuova si parlerà (forse) fra qualche anno, di come la si immagina tutto è avvolto nel mistero (la biblioteca non è solo un contenitore di libri, che già sarebbe un passo avanti, ma molto di più), dell'archivio storico non si parla più del tutto. Cancellato dall'orizzonte, confinato in una piccionaia.
Ancora una volta, sperando in una risposta positiva, ho presentato una interpellanza che, come al solito, riporto qui sotto.

PREMESSA

Il valore dell'archivio storico della nostra Città, grazie all'impegno e alle competenze di quanti se ne sono occupati, sia in un lontano passato che in tempi più recenti, è stato riconosciuto più volte anche dalla Sovrintendenza ai Beni Archivistici di Venezia;
Fino agli anni '90 del secolo scorso è stata posta molta attenzione al lavoro di inventario dei documenti e, negli ultimi anni, si è provveduto al doveroso restauro delle pergamene trecentesche ammalorate.
CONSIDERATO CHE
  • Le competenze per il lavoro in quel comparto richiedono la presenza e il continuo aggiornamento di personale molto qualificato;
  • La quantità di conoscenze accumulate da chi, con grande professionalità e dedizione, attualmente è impiegato in archivio non può essere tramandata in poco tempo, ma abbisogna di un'attenta programmazione;
  • Stante l'attuale organizzazione logistica, oraria e generale dell'archivio la fruibilità per gli studiosi è per forza di cose ridotta;
  • I documenti più antichi sono conservati in stanze del tutto inadatte, come più volte dichiarato da più parti, mentre una mole gigantesca di materiale è tenuta presso l'ex Area Zanussi, in un luogo in cui, tra l'altro, è praticamente impossibile lavorare per chi dovesse recarvisi;
  • Il vecchio progetto di ristrutturazione dell'ex Caserma Marras prevedeva, insieme alla biblioteca, una nuova collocazione anche per l'archivio, dando finalmente la possibilità di catalogazione, conservazione e fruizione secondo criteri moderni.
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Quali interventi questa Amministrazione intenda porre in essere per superare lo stato di inadeguatezza in cui versa l'archivio storico;
  • Che fine abbia fatto (e quali tempi siano previsti per la sua attuazione) il progetto per collocare l'intero archivio comunale in un luogo consono allo stesso:
  • Se sia in programma la riorganizzazione del lavoro oggi destinato a quell'ufficio e l'affiancamento di altro personale qualificato a quello già presente, così da formare nuove competenze e acquisire le necessarie conoscenze necessarie per mantenere l'alto livello che l'archivio comunale di Conegliano ha sempre avuto.


giovedì 11 luglio 2019

Forti con i deboli? Troppo facile

Caro Ferraresi, confesso che pensavo a un refuso del giornalista, ma così non è: DASPO per due persone stese su un giaciglio di fortuna, pensavo che parole simili arrivassero da altre parti politiche...
Una volta ci insegnavano, tra le altre cose, che nascondere la polvere sotto il tappeto non è solo inutile, ma anche dannoso.
Potremmo andare avanti con altre metafore, come quelle della testa sotto la sabbia e via proverbiando.
Sgombrando il campo da interpretazioni sbagliate del mio pensiero, preciso che non piacciono nemmeno a me i giacigli di fortuna, la sporcizia, l'abbandono, l'eventuale disturbo ai residenti (e ti assicuro che abitando in centro storico di disturbo e deiezioni umane me ne intendo, ma si tratta di gente con comode case in cui dormire), meno ancora però mi piace l'idea che delle persone si ritrovino a dormire, letteralmente, sotto un ponte.
Cerco di andare con ordine.
1. Due persone, forse extracomunitarie, hanno trovato un riparo di fortuna. Identificare le persone spetta alle forze dell'ordine, che, nel caso, potrebbero essere state chiamate da chi le avesse viste dormire. Nel caso in cui quelle persone avessero disturbato la quiete o compiuto atti poco consoni o violenti ancora di più sarebbe stato il caso di chiamare carabinieri, polizia o chi per essi.
2. Cosa facciano durante la giornata è da scoprire. Vediamo un po': potrebbero essere direttori di banca, primari ospedalieri, titolari di uno studio professionale che vogliono provare l'ebbrezza di dormire sotto le stelle? Propenderei per una soluzione diversa: vuoi vedere che sono persone senza fissa dimora che magari chiedono la carità? Lo so, non sono belli da vedere ma esistono da sempre. Qualcuno, in tante città italiane ha ormai pensato che la soluzione migliore sia picchiarli o dare loro fuoco, ovviamente so che non la pensi così, ma una volta scacciati dove andranno?
3. Occupano spazi per dormire in pubblico? Esattamente a cosa sono destinati quegli spazi? Vogliamo chiedere una quota per l'occupazione di suolo pubblico, come i plateatici dei bar? Non scherziamo.
4. La cosa più fastidiosa riguarda forse il fatto che i due malcapitati contrastano con un territorio Patrimonio dell'Umanità. A contrastare con l'umanità è la povertà, questo è sicuro, forse servono investimenti per dare un tetto a queste persone. Soprattutto serve capire bene chi sono, perché si trovano in quella situazione e tante altre cose che i nostri servizi sociali sono ben preparati a fare e, tra le altre cose, fanno ogni giorno.
5. Attenzione, povertà non fa per forza rima con criminalità: i ragazzotti che tendevano a stazionare al Biscione (a proposito, dove sono finiti?) tutto sono fuorché homeless, sono spesso dotati di abiti alla moda e cellulari di ultima generazione.

Caro collega Ferraresi, da una persona come te mi sarei aspettata, invece dell'invocazione di un generico DASPO per persone che nemmeno conosci, un appello per capire se sono cittadini coneglianesi oppure no, se i nostri servizi sociali sono già stati allertati, se per caso la Croce Rossa è già passata di là (girano anche di notte per portare conforto ai cosiddetti barboni), se fanno parte di quelli che ogni tanto si fanno una doccia a Casa Fenzi (altra cosa che un consigliere comunale dovrebbe sapere bene), se la Caritas o qualche parrocchia magari se ne sta già occupando oppure potrebbe farlo a partire da adesso...
Scagliarsi per partito preso contro i più emarginati non mi pare un grande gesto, tutt'altro.

domenica 7 luglio 2019

#Unesco la vera sfida inizia oggi #collinedelprosecco

Quella di oggi è una giornata che possiamo definire storica per il nostro territorio: il riconoscimento delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene come patrimonio dell'Unesco.
La notizia giunta da Baku ha già fatto il giro del web e del tam tam delle persone, delle istituzioni, dei comitati e associazioni.
Molti stanno già brindando, altri ritengono sia una pessima notizia, molti altri forse nemmeno sanno cosa significhi.
La vera sfida inizia da oggi: dobbiamo essere degni di un riconoscimento prestigioso, degni di ciò che i tanti visitatori che verranno si aspettano di trovare, degni del futuro che dobbiamo preparare, per il nostro ambiente e le generazioni future.
Ai tantissimi che temono un incremento nell'uso dei pesticidi nella coltivazione della vite credo spetterà la vigilanza attiva e propositiva, la collaborazione con le istituzioni preposte per la salvaguardia e l'incremento della biodiversità, elemento fondamentale di questo come di ogni altro territorio.
A tutti quelli che stanno brindando spetta lo stesso compito, unito all'impegno per lo sviluppo di un turismo sostenibile, per creare nuove occasioni di lavoro e avanzamento nel rispetto dell'ambiente, quell'ambiente che è, appunto, patrimonio dell'umanità.
Si tratta di colline talmente belle da togliere il fiato, si tratta di un paesaggio culturale, costituito dal lavorio incessante di madre natura unito al lavoro e alla sapienza umane. Tutto perfetto? No, ovviamente, ma ripartire dalla bellezza è fondamentale.
 La nostra è una storia di successi e dolorose sconfitte, di lavoro diuturno ma anche di sfruttamento, di grande capacità imprenditoriale e povertà. 
Tutte queste caratteristiche vanno tenute in considerazione, noi siamo il risultato di tutto questo, il nostro stesso paesaggio ne è lo specchio.
Da amministratore pubblico, ahimè di minoranza, posso dire che la prima urgenza sarà, secondo me, coinvolgere e far crescere la consapevolezza del nuovo ruolo che tutti gli abitanti di questo territorio avranno. 
Abbiamo tante competenze, usiamole per migliorare, per trovare i fondi necessari a preparare un'accoglienza coi fiocchi a chi arriverà anche da lontano, a migliorare anche la vita di chi, qui, ci vive già.
La città di Conegliano, insieme a Valdobbiadene e Vittorio Veneto, sarà per forza punto di approdo: condivisione delle scelte, collaborazione nella definizione delle strategie, consapevolezza che non va bene chiudersi nelle segrete stanze per decidere i prossimi passi dovrebbero essere le parole d'ordine.
Foto Arcangelo Piai
In questi anni abbiamo spesso dimostrato tutta la nostra attenzione a questo obiettivo raggiunto oggi, (modestamente sono orgogliosa di aver contribuito alla parte storica della prima stesura del dossier), ora esigo che, da domani, ci sia un cambio di passo.
Qui non si tratta delle beghe di pianerottolo interne più o meno alla maggioranza di un Comune, ma di stare sotto i riflettori del mondo, al quale importa poco del nostro solito, pluridecennale piccolo cabotaggio, ma che guarda, piuttosto, a quale idea abbiamo del nostro territorio, che non può, non deve e non sarà imbalsamato. 
Io sono cittadina di Conegliano: desidero che questa città sappia finalmente pensare in grande, perché grande è il mondo che ora ci guarda e che vorrà vedere, fra una robinia e l'altra, le nostre mura, che vorrà essere accolto, arrivando in auto o in treno o in autobus o in bicicletta o a piedi, non da orrori urbanistici dimenticati, sporchi e degradati, ma da una città in fermento, in cambiamento, col faro della bellezza.