Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

giovedì 28 dicembre 2017

Bilancio di previsione. Nulla all'orizzonte #Conegliano

Di seguito il mio intervento nel Consiglio Comunale di stasera per l'approvazione del Bilancio di previsione di Conegliano per il triennio 2018 / 2020.

Come diciamo ogni volta in sede di discussione sul Bilancio, siamo certi che i numeri esposti nei documenti e negli allegati sono giusti.
Gli uffici preposti compiono egregiamente il loro dovere, ma noi non siamo qui per dare la pagella alla Ragioneria comunale o agli altri uffici, ma per sentire dalla politica, da chi compie le scelte, quale sia la via decisa.
Il documento che stiamo discutendo dovrebbe contenere gli input del Sindaco e della Giunta, noi dovremmo essere in grado di comprendere da che parte sta andando la città. Invece non si scorge un granché, tra le righe non si vedono progetti nel medio periodo.
Qualche volta, negli anni scorsi, è parso che ci fossero degli "assessori ombra", qualche privato in grado di proporre piani inamovibili e da accettare, sic et simpliciter.
Per venire al concreto, prima di sottolineare due questioni macroscopiche, vorrei accennare a due premesse, riportando due dati scritti fra le numerose righe del Bilancio e dei suoi allegati.
1. Nella breve relazione che precede il Piano delle opere pubbliche si sottolinea "l'impatto significativamente rilevante delle scelte operate nei precorsi esercizi finanziari". Cosa vuol dire? Che non si può fare niente perché abbiamo troppe risorse impegnate da prima? Per fare cosa? Mistero.
2. Ma, e vengo al secondo punto, secondo il TUEL (Testo Unico Enti Locali) le spese per nuovi mutui non possono eccedere il 10% delle entrate correnti del rendiconto del penultimo anno precedente. Ci sentiamo ripetere con orgoglio che Conegliano è a posto, rimanendo ben al di sotto di quella soglia: siamo fra il 2 e il 3 %.
C'è poco da essere orgogliosi, con un po' di coraggio e lungimiranza, oltre a ricercare fondi dove si trovano (Venezia, Roma, Bruxelles), potremmo spendere qualcosa di più.
In una città che invecchia e non riesce ad attrarre giovani, in un centro storico bellissimo ma che pare non interessare per nulla chi lo amministra, non mancherebbero occasioni di investimento.

So già di parlare ancora una volta al vento, ma, per amore di Conegliano, mi sento di chiedervi un atto di coraggio.
Dopo anni e anni finalmente si è deciso di avviare un'indagine sulle strutture delle scuole cittadine. Speriamo bene.

Venendo ai dati del bilancio, a me ne basta uno.
57mila euro per la tutela e la valorizzazione dei beni e attività culturali, vale a dire una cifra irrisoria. In totale abbiamo un Bilancio complessivo di 53 milioni, 57mila sono poco più dello 0,1% .
Caro Sindaco, le sue linee di mandato dicevano ben altro. Quando si partecipa ai tavoli di lavoro sul futuro o ci si impegna per la candidatura Unesco, bisognerebbe, dopo la discussione, passare ad atti concreti. Altrimenti ci prendiamo in giro.
Non basta qualche concertino in giro per il centro per affermare che si tratta di rilancio. Valorizzare e tutelare vuol dire progetti seri. La buona volontà, fuori dal concetto spirituale del termine, è una formula che si usa a scuola per quegli studenti, appunto volonterosi, ma che, in sostanza, non ce la faranno mai.
Ultimo punto.
Acerba dicta, parole amare. Sono sincera: speravo davvero di non leggere più il nome Marras, troppo triste.
E invece, dopo anni e anni di inutili rimbalzi, mutui contratti e dimenticati, soldi stanziati per finta, scopriamo che i 500mila euro previsti per il tetto sono dimagriti: ora ne bastano 300mila, ma nel 2019...
Peggio, per buttare un po' di sale sulle ferite, in commissione l'assessore Toppan ha dichiarato che adesso è ora di fare sul serio. Vuol dire chi fino ad ora avete scherzato?
Non solo, sempre nella stessa commissione ha anche affermato che bisognerà discutere della destinazione d'uso dell'ex convento dei Domenicani. Ci sono quindi dubbi, proposte diverse?
Cosa avete intenzione di fare? Capisco che la biblioteca per molti è qualcosa di astruso, che tanti non ne conoscono, forse, nemmeno la dislocazione, che soprattutto più di qualcuno pensa si tratti di un qualcosa di ineluttabile ma profondamente inutile.
Tanti Coneglianesi però sanno che che così non è, molti di più di rendono conto che paesi molto più piccoli hanno centri culturali, di produzione di cultura, molto più degni.
Nella sostanza rimane una profonda amarezza.

martedì 26 dicembre 2017

Apriamo gli occhi! La Pontebbana che fu #Friuli #Veneto

Scuse, scuse, sempre scuse. È sempre colpa di qualcun altro: dello Stato, delle Regioni, delle scie chimiche, dell'ineluttabilità del progresso.
Dopo non so quanti mesi (forse qualche anno) ho percorso con calma la Statale 13, meglio nota come Pontebbana, da Codroipo a Conegliano: una strada con una grande storia, soprattutto una grande arteria bellissima, un unico grande viale da Mestre a Udine.
Sciagurati! Sull'altare di un progresso che stiamo pagando a carissimo prezzo abbiamo rovinato, divelto, storpiato e poi abbandonato chilometri e chilometri di territorio.
Tristissime e orrende, ai lati delle carreggiate si inseguono costruzioni di ogni foggia e colore, insegne per lo più ormai in decadenza. Al primo piano di quelli che erano i capannoni simbolo del modello nordest appartamenti con terrazzi stridenti col senso di abbandono: qualche mano gentile ancora orna con piante e qualche luce natalizia la desolazione.
L'asfalto mescolato al cemento mostra i segni della rovina in quelli che dovevano essere cortili abbastanza ampi da consentire la manovra ai camion.
I bellissimi platani che ombreggiavano le corsie d'estate e componevano un ordinato e severo filare d'inverno sono quasi tutti stati sostituiti da pali della luce che ora si mostrano magri, arrugginiti e perfino senza lampade.
In sostanza uno spettacolo pietoso.
Non contento del disastro, in mezzo all'ubertosa pianura friulana e veneta, al cospetto delle nostre montagne, qualcuno senza scrupoli ha pensato bene di autorizzare nuovi scavi, sconvolgendo con scandalosi piani regolatori un territorio già allo stremo: ancora centri commerciali di catene ora in voga, rivendite di cibi uguali da Stoccolma a Tangeri, luci scintillanti che inevitabilmente finiranno per spegnersi, lasciando ancora desolazione, scorie, detriti da smaltire e un territorio più povero perché più brutto, insensibile e capace di guardare solo al portafoglio (di pochi) che deve riempirsi in poco tempo.
Il tutto, fra l'altro, con buona pace dell'articolo 9 della nostra Costituzione, quella con cui tutti si sciacquano la bocca ma non hanno mai nemmeno aperto.
Qualche platano rimane, coriaceo, di guardia a una delle strade più belle d'Italia: osservando questi alberi superbi dal finestrino pensavo che quei grossi nodi sui tronchi somigliano alle mani piene di artrosi dei vecchi lavoratori e delle lavoratrici indefesse, mani che hanno segato, seminato, costruito, plasmato. 
Hanno molto da raccontare, basterebbe ascoltarli, sarebbero più sereni se al loro fianco stessero crescendo nuovi alberi, robusti e svettanti, non pali magri e arrugginiti.
Ridateci la Pontebbana!


venerdì 15 dicembre 2017

Ruote che girano e ruote, inesorabilmente, ferme.

Un Natale girevole in città: la ruota panoramica inizierà il suo allegro percorso e di sicuro i bambini ne saranno contenti (ovviamente quelli che riusciranno a raggiungere il centro con il traffico bloccato).
C'è qualcosa che però non gira come dovrebbe: un detto dice che la vita è una ruota che gira, l'amara verità è che per qualcuno si è fermata e non ne vuol sapere di rimettersi in moto.
La vicenda del regolamento per l'accesso ai servizi sociali agevolati del Comune di Conegliano rasenta il ridicolo, se non si trattasse della vita difficile di tante persone.
Vale la pena di farne un brevissimo riassunto: il 30 ottobre scorso si è riunita la 2 commissione consiliare per discutere del regolamento e in quell'occasione tutta la maggioranza ha votato a favore della proposta della giunta, scritta con la collaborazione e il supporto tecnico degli uffici. Noi dell'opposizione ci siamo astenuti perché pensavamo (e riteniamo ancora) che sia utile discutere in Consiglio Comunale un tema così delicato come quello della lotta alla povertà.
Nel Consiglio del 16 novembre successivo, senza nessun motivo serio e circostanziato la maggioranza, con un blitz evidentemente suggerito dalla Lega, ha deciso di rimandare il tutto, per approfondimenti "tecnici". 
Forse che gli uffici avevano sbagliato qualcosa? No, lo sappiamo tutti, si trattava del tentativo di eslcudere qualcuno dai benefici.
Il punto sarebbe dovuto essere discusso il prossimo 21 dicembre e invece no, sparito di nuovo dall'ordine del giorno. Oggi sulla stampa scopriamo che davvero si vuole escludere qualcuno, parlando di anni di residenza in città, con beato menefreghismo delle storie delle persone, che, indipendentemente dal luogo di provenienza, dal colore della pelle, dal credo religioso (ricordate quella cosa che si chiama Costituzione? Per non parlare, in periodo natalizio, di quell'altro astruso libretto chiamato Vangelo) tali sono, persone, appunto.
Il problema, si capisce bene, è che degli aiuti possano beneficiare quelli che con orrida parola vengono etichettati come "extracomunitari". Mi piacerebbe vedere cosa accadrebbe se a Conegliano spuntassero delle famiglie nordamericane o svizzere in difficoltà...
In una città nella quale il Presidente del Consiglio Comunale continua ad avere lo stipendio da assessore e da poco sono aumentati in modo significativo gli stipendi di alcuni funzionari il problema del bilancio sta tutto nei contributi a chi si trova in condizione di disagio'? Mi pare davvero insostenibile, oltre che fastidioso.
Cari signori della maggioranza, sicuri di poter stabilire con un regolamento come, quando e da dove nascono i bisogni, quali sono le storie, i drammi delle persone e delle famiglie? 
E non basta affermare che nessuno sarà lasciato morire per strada: vorrei ben vedere!!!
Inutile che ad ogni occasione il Sindaco ringrazi le tante associazioni coneglianesi, il volontariato, apprezzando il lavoro disinteressato di tanti che si occupano dei meno fortunati: se vogliamo aiutare anche i volontari la prima cosa da fare è, con i mezzi a nostra disposizione, ridare dignità alle persone, senza costringerle, magari, a inginocchiarsi per ottenere qualcosa.
Le lucette del Natale andrebbero accese là dove impera il buio di posizioni e pensieri che pensavamo ormai accantonati per sempre.
Buon Natale, più o meno, in attesa che qualcuno rimetta in moto la ruota della dignità.