Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

sabato 23 maggio 2020

Disagi sociali? Facciamo un convegno...

Storie di ordinaria follia, non mi viene altro da dire, ovvero quando il linguaggio della politica si dimostra lontano mille miglia dalla realtà.
Ai posteri la sentenza sui motivi, ma i dati parlano da soli.
"Non mi aspettavo un così alto numero di domande di aiuto".
Potremmo fermarci qui e sarebbe già sufficiente: le parole sono (all'incirca) quelle pronunciate l'altra sera (21 maggio) dall'assessore ai Servizi Sociali durante il Consiglio comunale.
Non se l'aspettava? Davvero? 
Con le aziende e i negozi chiusi, ogni attività ferma, cosa pensava che sarebbe successo? 
Speravo che da quando è in carica (e nei cinque anni precedenti, quando presiedeva la commissione consiliare apposita, mai convocata se non per forza) avesse svolto, o fatto svolgere, un'indagine sullo stato della popolazione di Conegliano.
Avrebbe scoperto che tanti sono coloro i quali svolgono attività saltuarie, a chiamata, magari in nero, magari soggetti ai vari caporali (basterebbe leggere i giornali, e magari girare un po', non è difficile): avrebbe scoperto che con la presenza di una miriade di piccole attività produttive, commerciali, artigianali molti, per forza, corrono il rischio di ritrovarsi all'improvviso privi di una qualunque forma di reddito. Ed è esattamente ciò che è accaduto.
Il disagio e i drammi, tra l'altro, non riguardano solo l'aspetto economico, ma anche morale, psicologico di tante persone. Basterebbe, anche qui, fare due chiacchiere, che so, con i dirigenti scolastici, per avere contezza di ciò che accade in troppe famiglie, anche nella bella e ricca Conegliano. Ricca e bella, ma non per tutti e non per sempre.
Ricordo che verso la metà di marzo lanciai un appello accorato per tenere sotto osservazione, per fare solo un esempio, il dramma della violenza domestica contro le donne, tragedia insostenibile soprattutto in un periodo di convivenza forzata fra le quattro mura domestiche.
La casa, che per tanti di noi si è rivelata un rifugio sicuro contro la malattia, per tante donne (e per i loro figli) si è rivelata un inferno.
Nulla, silenzio, nessun intervento pubblico anche per smentirmi, soprattutto per rassicurare o assicurare la massima attenzione. 
Ah sì, i moduli necessari per chiedere un sussidio pubblicati sul sito del Comune...
Silenzio assordante che ha riguardato anche la Commissione Pari Opportunità, quella in cui mi è stato detto fosse importante la massiccia presenza di consiglieri comunali "per un maggiore dialogo fra consiglio e commissione": appunto.
Sul femminicidio un convegno (molto interessante ma per addetti ai lavori) lo scorso 25 novembre e l'ultima riunione in ottobre, per decidere di organizzare un altro convegno, sorry, una conferenza...
Abbiamo quindi capito, lo scorso 21 maggio, che gli uffici comunali hanno lavorato a pieno ritmo (non c'erano dubbi in proposito, caro Assessore, sappiamo che lavorano tantissimo, loro), che i problemi da affrontare erano, rimangono e saranno enormi a tutti i livelli.
So, perché tendo a informarmi, che le associazioni di volontariato fanno tutto ciò che possono ma non riescono ad avere un coordinamento con chi dovrebbe fornirlo (ovvero la politica).
Come affrontare tutto questo, quali progetti mettere in campo: con un grande sorriso convinto, l'Assessore ha proposto un bel convegno.
Non ho altro da dire, Vostro Onore

mercoledì 6 maggio 2020

Rifiuti umani? #coronavirus

Sicurezza innanzi tutto. Giusto. La sanità in testa a ogni preoccupazione delle pubbliche autorità: ben venga, non aspettavamo altro.
Andrà tutto bene e ne usciremo migliori? Ho più di qualche dubbio.
Leggo sul Gazzettino di oggi che ieri il Presidente Zaia ha citato l'Ospedale di Conegliano per lanciare l'allarme sulla presenza di persone senza fissa dimora che "usano" il nosocomio come albergo.
Dice il Presidente Zaia che ciò non è più tollerabile, che gli ospedali saranno "blindati" e che per questa questione sarà trovata una soluzione. Speriamo non una soluzione finale.
Fin dall'inizio dell'epidemia in tanti hanno sottolineato il rischio di aggravamento delle situazioni già difficili, dal punto di vista economico, sociale, psicologico.
I più fragili sono ancora più fragili, le associazioni di volontariato hanno visto un aumento esponenziale di persone in cerca di aiuto. E noi cosa facciamo?
Non è tollerabile, dal punto di vista umano, dire che si troverà una soluzione. Il futuro è incerto e il tempo, per chi ha bisogno, è una variabile importantissima: in termini di misura del tempo cosa significa? 
Quel signore che trovava riparo nel nostro ospedale dove andrà? Dove sono e chi si occupa della protezione sanitaria di tutti gli altri che si trovano ancora più isolati di prima?
E poi, siamo proprio sicuri che tutti gli altri, quelli che entrano in ospedale per i motivi più vari, non siano anch'essi portatori di malattie?
Nessuno più crede agli untori, ma il messaggio che si veicola è che è meglio nascondere la polvere sotto il tappeto, rendere ancora più invisibili quelli che già, in buona parte, lo sono.
Non solo, ma nel caso in cui essi siano portatori sani del maledetto virus lasciamo che lo trasmettano? Magari ad altri senza tetto così risolviamo il problema alla radice?
Il PD di Conegliano ha chiesto al Comune come intende comportarsi per affrontare gli enormi problemi che le fasce più deboli della popolazione stanno sopportando, ma, per esempio, nell'ancora ipotetico ordine del giorno del Consiglio Comunale non c'è nessuna traccia di tutto questo.
Sarebbe stato bello aver trovato un articolo, aver sentito una dichiarazione di comprensione e rispetto per la sofferenza di chi non ha nessuno, accompagnata da quattro parole capaci di far intravedere uno straccio di soluzione. Non quella finale.