Sicurezza innanzi tutto. Giusto. La sanità in testa a ogni preoccupazione delle pubbliche autorità: ben venga, non aspettavamo altro.
Andrà tutto bene e ne usciremo migliori? Ho più di qualche dubbio.
Leggo sul Gazzettino di oggi che ieri il Presidente Zaia ha citato l'Ospedale di Conegliano per lanciare l'allarme sulla presenza di persone senza fissa dimora che "usano" il nosocomio come albergo.
Dice il Presidente Zaia che ciò non è più tollerabile, che gli ospedali saranno "blindati" e che per questa questione sarà trovata una soluzione. Speriamo non una soluzione finale.
Fin dall'inizio dell'epidemia in tanti hanno sottolineato il rischio di aggravamento delle situazioni già difficili, dal punto di vista economico, sociale, psicologico.
I più fragili sono ancora più fragili, le associazioni di volontariato hanno visto un aumento esponenziale di persone in cerca di aiuto. E noi cosa facciamo?
Non è tollerabile, dal punto di vista umano, dire che si troverà una soluzione. Il futuro è incerto e il tempo, per chi ha bisogno, è una variabile importantissima: in termini di misura del tempo cosa significa?
Quel signore che trovava riparo nel nostro ospedale dove andrà? Dove sono e chi si occupa della protezione sanitaria di tutti gli altri che si trovano ancora più isolati di prima?
E poi, siamo proprio sicuri che tutti gli altri, quelli che entrano in ospedale per i motivi più vari, non siano anch'essi portatori di malattie?
Nessuno più crede agli untori, ma il messaggio che si veicola è che è meglio nascondere la polvere sotto il tappeto, rendere ancora più invisibili quelli che già, in buona parte, lo sono.
Non solo, ma nel caso in cui essi siano portatori sani del maledetto virus lasciamo che lo trasmettano? Magari ad altri senza tetto così risolviamo il problema alla radice?
Il PD di Conegliano ha chiesto al Comune come intende comportarsi per affrontare gli enormi problemi che le fasce più deboli della popolazione stanno sopportando, ma, per esempio, nell'ancora ipotetico ordine del giorno del Consiglio Comunale non c'è nessuna traccia di tutto questo.
Sarebbe stato bello aver trovato un articolo, aver sentito una dichiarazione di comprensione e rispetto per la sofferenza di chi non ha nessuno, accompagnata da quattro parole capaci di far intravedere uno straccio di soluzione. Non quella finale.
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