DE
ANTIQUIS REBUS
I
tesori del Duomo di Conegliano
Pur
non possedendo documenti ufficiali che lo testimonino è molto
probabile che sul colle del nostro Castello, grazie alla presenza dei
boschi, si insediassero comunità che fuggivano dalla pianura
percorsa dalle invasioni ungare fra il 901 ed il 950 d.C., nei
turbinosi secoli dell’Alto Medioevo.
Fino
a quando le vicende legate alle grandi trasformazioni nel Veneto
nella seconda metà del XVIII secolo non decretarono la definitiva e
espansione della città verso sud, per secoli il cuore pulsante delle
attività economiche, politiche, sociali, religiose di Conegliano è
rimasto saldamente legato al suo luogo di nascita.
L’antichissima
parrocchia di San Leonardo in cima al colle del Castello, esistente
da prima del 1180 e chiesa matrice delle altre di Conegliano, fu
trasformata in Chiesa Collegiata alla fine del XVI secolo dopo una
lunghissima disputa e rapporti difficili con la Chiesa di Santa
Maria in Monte e Santa Maria dei Battuti. I visitatori potranno
ammirare l'originale della Bolla Pontificia di Gregorio XIII.
La
città si stava espandendo verso sud ed anche il culto aveva bisogno
di altri spazi, altri luoghi più accessibili, più vicini.
La
vivacità rinascimentale e lo sviluppo cittadino dei secoli seguenti
diedero sempre maggior importanza a quella che la Confraternita dei
Battuti aveva trasformato in un tempio non solo religioso, ma anche
in uno scrigno di opere d’arte preziosissime, prima fra tutte la
Pala di Gianbattista Cima, senza tralasciare gli affreschi interni
alla Sala della Confraternita e, ancor più, il ciclo di affreschi
della facciata esterna, di cui mettiamo in mostra la copia
autenticata del contratto per la dipintura redatto nel 1592.
Si
è ritenuto importante esporre due bolle pastorali di Lorenzo Da
Ponte, fra cui quella che nel 1756 segnò la traslazione di tutte le
prerogative religiose e terrene della Parrocchia dal Castello
all’attuale sede nella “Contrada Granda”. L'antica chiesa di
San Leonardo fu demolita alla fine del XVIII secolo: oggi ci rimane
quello che era l'abside della chiesa, conosciuto come chiesetta di
Sant'Orsola.
Con
quell'ultimo atto anche l'archivio parrocchiale fu trasportato a
valle.
La
conservazione dei registri canonici e dello stato delle anime era
divenuto obbligo dei parroci a partire dal 1563, grazie ad una
precisa disposizione del Concilio di Trento: questi sono giunti a noi
praticamente intatti, mentre parte dei documenti di altro tipo fu
disperso per varie cause, senza intaccare però la struttura di fondo
della memoria della Parrocchia e quindi di buona parte della nostra
città, almeno a partire dal XVI secolo.
Dopo
l'inventario creato nella seconda metà dell'800 , nel corso degli
ultimi decenni l'archivio è stato più volte rimaneggiato,
sicuramente qualche documento è stato asportato, ma l'insieme è
rimasto intatto e conserva migliaia di testimonianze scritte che
rappresentano la storia religiosa e civile della nostra comunità.
La
grande e fornita biblioteca, con volumi che risalgono fino al 1500 è
segno sicuro della grande profondità e sensibilità culturale di
molti parroci che si sono succeduti nella guida della comunità.
I
visitatori potranno ammirare il frontespizio di uno di questi
preziosissimi libri: i Commentaria
in quatuor libros Aristotelis De coelo, et mundo di S. Tommaso
d'Aquino, edito in Venezia da Geronimo Scoto del 1562.
Nel
corso degli ultimi tre anni si è provveduto al riordino ed
all'inventario di quanto conservato nelle buste di archivio più
antiche e, nello stesso tempo, alla creazione di un nuovo archivio
che va dai primi dell'800 alla seconda metà del secolo scorso.
In
quelle stanze si conservano quindi alcune testimonianze del passato
davvero preziose, a volte rare o uniche.
Al
di fuori dell'archivio vero e proprio sono conservate circa trenta
pergamene risalenti per lo più al XIV e XV secolo, riguardanti in
gran parte atti notarili.
Grazie
soprattutto alla sensibilità del Parroco don Mosè Furlan e di
quanti hanno creduto in questo progetto, si è pensato di fare, sia
pur per un breve periodo di tempo, un regalo alla comunità, ai
curiosi, agli studiosi, raccogliendo in questa piccola mostra
qualcuno dei pezzi più preziosi dell'Archivio parrocchiale, a
partire dalla Bolla Pontificia di Gregorio XIII che nel 1580 eresse
la Collegiata di San Leonardo, per finire con alcuni biglietti
autografi di Monsignor Albino Luciani, quando era Vescovo di Vittorio
Veneto e del Cardinale Angelo Roncalli, allora Patriarca di Venezia.
A
coronamento alcuni oggetti sacri bellissimi e preziosi, anch'essi
patrimonio della nostra storia.
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