Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 28 agosto 2018

Mercato... Presentata interrogazione al sindaco

Come preannunciato i consiglieri comunali del Partito Democratico e di CambiAmo Conegliano hanno presentato, tutti insieme, una interrogazione al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale, chiedendo dichiarazioni ufficiali sul tema del mercato settimanale.
Come mia abitudine ne trascrivo il testo.
Rimaniamo in attesa delle risposte.




Oggetto: Interrogazione sul futuro del mercato settimanale

PREMESSO CHE
  • Nelle ultime settimane la stampa ha pubblicato diversi articoli sul futuro del mercato settimanale del venerdì, nei quali si ipotizzano spostamenti e/o riduzioni dello stesso.
  • Dagli stessi articoli si evince che le motivazioni addotte riguarderebbero da un lato la sicurezza e dall'altro la destinazione pedonale dell'attuale Viale Carducci
CONSIDERATO CHE
  • Il mercato del venerdì esiste a Conegliano da quasi quattrocento anni e può senza dubbio essere considerato un patrimonio culturale immateriale del nostro territorio, rispondente alla definizione di Patrimonio Culturale Immateriale inserita nella Convenzione Unesco del 2003 (Art. 2);
  • In ogni città, grande o piccola, d'Italia, il mercato è strettamente legato alle piazze e alle strade del centro storico. Spostarlo in zone periferiche vorrebbe dire, senz'altro, la sua fine;
  • Nella fattispecie il nostro centro storico soffre da anni la chiusura di negozi e attività, ha urgente bisogno di essere rivitalizzato e proprio il venerdì è una delle occasioni nelle quali si riempie di persone provenienti da tutti i paesi a noi vicini;
  • Il mercato del venerdì, con la presenza di 175 banchi di vendita, è anche fonte di lavoro e sostentamento per molte famiglie, oltre che un'ulteriore e importante occasione per gli altri esercizi pubblici esistenti;
  • Una zona pedonalizzata, come si immagina possa diventare l'attuale Viale Carducci, è il luogo ideale anche per svolgervi il mercato in sicurezza;
  • Come dichiarato da più parti (associazioni di categoria comprese), può rendersi necessario un intervento di restyling del mercato settimanale, aumentando i controlli e dando spazio, magari, a categorie merceologiche nuove o rinnovate, con l'obiettivo di renderlo ancora più attrattivo;
  • In Via XX Settembre il mercato coesiste da sempre con le altre attività, sia commerciali che culturali o ricreative.
I sottoscritti consiglieri CHIEDONO:
  • Se rispondano al vero le ipotesi di spostamento del mercato alla Zoppas Arena o nella zona del Colnù;
  • Quali siano le problematiche igienico-sanitarie relative al mantenimento del mercato nella sede attuale e come si ritenga di superarle sia con i nuovi assetti sia in vista di qualsiasi altra manifestazione;
  • Se questa Amministrazione abbia avviato un tavolo di concertazione con i rappresentanti delle categorie interessate;
  • A che punto sia la predisposizione del nuovo Piano del Traffico e che assetto si intenda dare al centro storico nel suo insieme;
  • Che cosa si intenda fare concretamente per salvaguardare una tradizione e un'occasione di lavoro così importante, cercando, semmai, di rinnovarlo, offrendo gli spazi e le occasioni, accanto a quelle tradizionali, a prodotti artigianali e agricoli di qualità.

venerdì 24 agosto 2018

Mercato spostato = mercato morto

Mercato a Conegliano - 1940
Ma sì, dai, si tratta solo di chiacchiere agostane tanto per tenere alta l'attenzione su qualcosa di diverso dalle tremende e tristissime cronache nazionali ed estere...
Adesso arriva settembre e si torna a fare sul serio...
Serio, appunto, vogliamo occuparci davvero della nostra città? Le notizie sul destino del nostro mercato settimanale provocano immediatamente qualche riflessione semiseria.
Immaginate per un momento le signore in cerca di buoni affari sguinzagliate tra la Zoppas Arena e il Colnù il venerdì mattina... qualche intraprendente giovanotto potrebbe inventarsi dei corsi accelerati di baseball con lancio dei carciofi o rincorse nel campo di rugby portando in meta un'anguria. La piscina del Colnù, poi, si presta ovviamente a simpatiche macchinette per pescare i premi: 1 euro, mezzo chilo di sardine; 2 euro 3 seppioline. Vicino al lago di Pradella, da raggiungere ovviamente a piedi o in bicicletta una bella bancarella di tute da ginnastica.
E la sacrosanta "ombretta" con annesso mezzo uovo sodo o folpet dove potremmo servirla?
Niente da fare, quel mito potrà resistere solo il lunedì a Vittorio, il martedì e il sabato a Treviso, il mercoledì a Oderzo. Il venerdì, come è ovvio, astinenza, in nome delle tradizioni.
In realtà c'è poco da ridere: non so se valga la pena ricordare che in tutta Italia i centri storici delle città si tengono ben stretti i mercati tradizionali, al punto che qualche amministrazione li rende permanenti e coperti.
Non so se valga la pena ricordare che da quasi quattro secoli ogni venerdì il centro di Conegliano è luogo di ritrovo e di affari, per chi vende e per chi compra.
Vale soprattutto la pena, di questo sono certa, far presente che, come ci ricordano i documenti scritti dalla maggioranza che ci governa (ma forse si dimenticano di ciò che scrivono), il nostro centro storico è un "centro commerciale naturale", è cioè naturalmente luogo d'incontro, di scambio di idee, racconti, incredibilmente senza Facebook.
Il mercato, poi, è quel luogo in cui si può fare la spesa senza spendere fortune, in cui anche chi non può frequentare altri negozi riesce a vestire sé e la famiglia.
È un luogo in cui i commercianti hanno tempo e voglia di farti un sorriso e scambiare quattro chiacchiere.
Il venerdì mattina, infine, è ormai l'unico momento in cui il nostro centro storico è frequentato da persone, tante persone, colorate e allegre senza essere ubriache. Nel resto del tempo la mestizia accompagna chi ci viene e i commercianti (quelli fissi) rimasti.
Non penso che possiamo immaginare un centro che vive solo dalle 19 in poi, con schiamazzi e sporcizia conseguenti (a proposito, com'è finito l'accordo del Sindaco con gli esercenti dei locali pubblici? Aspettiamo la prossima Festalonga?).
Certamente c'è bisogno di un qualche restyling fra le bancarelle, ma anche in questo caso, invece di provocare sconcerto fra i coneglianesi e gli ambulanti, perché non immaginare di sedersi intorno a un tavolo e iniziare a pensare? 
Continuiamo a parlare a vanvera di prodotti tipici, tradizioni venete e tutto quanto suona bene detto: vogliamo fare qualcosa? Che so, immaginare zone del mercato vocate ad alcuni tipi merceologici, incentivare l'arrivo di artigiani...
L'unica cosa da non fare assolutamente è strappare un altro pezzo di anima a Conegliano, questo no! Si tratterebbe di un delitto senza attenuanti.

Per chi lo desidera, il link a un mio post di 7 anni fa sul mercato di Conegliano negli anni '30 del secolo scorso:



mercoledì 8 agosto 2018

Romagna e la casa del poeta

L'estate romagnola è esattamente come te la immagini: gente ovunque, spiagge vocianti, un mare adatto a tutti, anche ai non nuotatori.
Appena scende la sera si accendono le luci e le  strade paiono un fiume colorato: cappelli, passeggini, gelati, merci di ogni tipo, bimbi che vorrebbero ogni cosa, ogni giostrina, ogni oggetto accattivante  e colorato.
La spiaggia, quando finalmente si è fatto buio, si popola dei  ragazzi che hanno voglia di scherzi e intimità: è tutta loro e se ne stanno, gratis, in prima fila. Parlano fitto fitto e chissà di che cosa, forse delle stesse cose di cui parlano, da millenni, i giovani e gli innamorati. 
Cesenatico ha una spiaggia e un lungomare esattamente come te li aspetti, ma il suo Porto canale ha qualcosa di diverso. Non può sfuggire che quelle due strade che costeggiano il canale somigliano a due calli, solo che a Venezia non ci corrono le biciclette...
Ci stiamo tutti: negozi, ristoranti coi tavoli all'aperto, pedoni, biciclette e abilissimi camerieri allenati per lo slalom.
Nell'aria l'inconfondibile profumo del mare che finisce sulle tavole, accattivante a quest'ora della
sera; davanti agli occhi le vele gialle e rosse dell'antica marineria, placidamente adagiate lungo il canale. L'effetto è straordinario nella luce del tramonto, parla di una lunghissima tradizione di lavoro e rapporto col mare, quando non c'erano giostrine e ogni ben di Dio nelle vetrine e nelle case.
C'è un traghetto che somiglia a un piccolo imbarcadero per i vaporetti della mia laguna che incessantemente trasporta le persone, comprese le biciclette a 0,10 €, di qua e di là dal canale. Il simpatico signore che lo aziona mi avverte che non è proprio come a Venezia, c'è qualche canale di meno...
Poi, in fondo alla strada, prima del primo ponte che attraversa l'acqua, c'è la casa del poeta.
Marino Moretti una volta si incontrava a scuola accanto ad Aldo Palazzeschi e qui scopro che erano amici. Me li immagino a guardare fuori dalla finestra in qualche pomeriggio d'autunno, quando la nebbiolina cresce e i contorni si fanno meno nitidi, a parlare di tutto e di niente davanti a un bicchiere di vino sincero. 
Me lo immagino, Moretti, con De Pisis in cerca di colori che osserva l'intonaco delle case lungo il canale, che guarda coi suoi occhi speciali quelle vele piene di significato.
E poi me lo immagino, il poeta, quando torna al suo paese dopo il soggiorno fiorentino. La gentile e preparata guida mi fa notare il tinello con i mobili in stile fiorentino, sobri ed eleganti, ma poi sorridiamo notando che l'adiacente cucina è, invece, tutta romagnola. Le nostre radici sono i gusti e i profumi dell'infanzia, vale anche per i poeti.
L'impiantito di cotto rosso è esattamente come dovrebbe essere nella casa di un poeta: assorbe, rimanda un senso di calore e pensiero soffuso.
Nel giardino interno, prima della legnaia, è in corso un affollatissimo incontro sulla poesia e le immagini: pare fatto apposta per convincermi a tornare in visita quando ci sarà maggior silenzio.
Oggi la casa del poeta è di tutti, con un attivo centro studi e una municipalità intelligente che la preserva e ce la offre, gratis, perché raccogliere il messaggio di un poeta significa migliorare un po' noi stessi. 
In fondo la poesia è un pensiero fattosi soffio e armonia, che nasce da uno stretto rapporto tra la mente e il cuore del poeta e ciò che egli scruta dalla propria particolare finestra sul mondo. 
In fondo il colore dell'impiantito di casa Moretti somiglia a quello di tante vele romagnole: colore e calore, condivisione, tele dipinte e libri antichi, edizioni rare vicino alla madia, un camino che pare sprigionare ancora i profumi della cucina di decenni fa.
Profumo di buono, profumo di Romagna.