Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

mercoledì 12 maggio 2021

Memoria corta (più del sentiero)? #Conegliano

21 marzo 2017, lavori già ben avviati
Sono contenta, finalmente sabato aprirà il sentiero della Porta del Soccorso, mi dispiace solo di non poterci essere per salutare gli alpini e Gianfranco Losego (alpino anche lui) e complimentarmi con loro.

Poche centinaia di metri che hanno atteso quasi sette anni per essere sistemati: dagli ultimi mesi del 2014 partecipai ai numerosi incontri per provare a convincere gli amministratori della bontà di una iniziativa che, in partenza, voleva essere un regalo a Conegliano da parte di alcune associazioni cittadine.

Permettetemi la parentesi personale: mio marito era stato contattato per verificare anche la possibilità di realizzare una piccola palestra di arrampicata sportiva per ragazzi...

Per ossequio alla verità, prima dei discorsi ufficiali e di qualche medaglia al valore autoappuntata al petto da parte di qualcuno, va ricordato comunque che tutto partì dal Comitato per il parco del castello, con Gianfranco Losego instancabile presidente, osteggiato da una parte degli allora amministratori pubblici (i motivi sono sempre rimasti oscuri, anche se abbastanza palesi), che in tutti i modi hanno cercato di cassare un'idea semplice, fattibile e generosa.

Si trattava di riprendere una parte del vecchio progetto comunale del 2007, quello che prevedeva la rivalutazione di tutto il complesso del nostro castello e che è stato realizzato solo parzialmente grazie al Rotary Club lungo le mura occidentali ormai nuovamente ricoperte dalla vegetazione (dato che ci sono ci tengo a ricordare anche Renato Sartor che non è più fra noi e che amava la nostra città più di molti altri).

21 marzo 2017

Poche centinaia di metri in proprietà comunale, poche migliaia di euro di investimento, l'apporto autorevole dell'architetto Vendrame (fra i professionisti del progetto iniziale) e la disponibilità degli alpini (non tutti magari, ma le penne nere sanno sempre trovare il modo di mettersi d'accordo se c'è da fare qualcosa di utile)...

Eppure, nonostante la predisposizione tecnica degli interventi necessari, i volontari al lavoro, il singhiozzo ha colpito ancora, là dove bastava un bicchiere d'acqua per far andar giù il fatto che si trattava di un intervento nato "dal basso" e non nelle stanze del governo cittadino.

Ora si taglia il nastro, finalmente, con l'augurio che sia solo il primo passo per ridare la dignità che merita a un sito unico, a una delle poche cinte murarie collinari del Veneto, al castello di Conegliano, meraviglioso avamposto fra la pianura e le montagne.

Certamente, oltre al denaro, che molti altri Comuni hanno trovato, serviranno un po' di coraggio, intraprendenza, idee, disponibilità a guardare più in là, ciò che finora è mancato a chi ci ha governato.

Dall'alto della torre la vista spazia per centinaia di chilometri, magari saliamo lassù: l'aria frizzante aiuta a schiarire le idee.

Intanto, complimenti a chi ha lavorato e un brindisi per Conegliano!