Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 27 luglio 2021

Il tempo che (non) passa #Conegliano #trenitalia

 

Quasi quasi pare che l'orologio della stazione FF.SS. di Conegliano segni le dieci da sempre. Non sappiamo però se si intendano quelle del mattino o della sera.

Uno pensa che si tratti di un guasto transitorio e non se ne cura per qualche tempo anche perché, magari, lo guarda proprio alle dieci, minuto più, minuto meno (siamo abituati all'orario flessibile, noi italiani). 

Però, puta caso, ci si accorge che passano le settimane, magari i mesi, e quel benedetto orologio segna sempre la stessa ora.

Non vorrei si trattasse di un messaggio filosofico subliminale (a Conegliano non succede mai niente, nemmeno il tempo si cura di trascorrere...), ma nutro qualche dubbio.

Ora, non dico di sollevare lo scandalo come quando il Big Ben di Londra si fermò qualche anno fa, però, magari, cari signori delle Ferrovie, riparatelo, cambiatelo, sostituitelo con una meridiana, una clessidra, fate voi: troppo facile l'ironia sui ritardi dei treni italiani ma fateci sapere che ore sono.

Suvvia, nel 2021 non deve essere così difficile.

In alternativa, almeno di giorno e ogni mezz'ora, i campanili continuano a compiere il loro dovere.


sabato 24 luglio 2021

Quelle sul lavoro non sono morti bianche

Solo nelle ultime ore, qui nel Coneglianese, morti e incidenti gravi sul lavoro. 
Non si tratta di morti bianche, né di fatalità ineluttabili e imprevedibili: gli esseri umani, si sa, sono soggetti a distrazioni, momenti di debolezza, malori. Nessun lavoratore, dipendente, artigiano, imprenditore pensa di partire una mattina per non tornare la sera, eppure la strage continua, implacabile, lasciando famiglie e comunità nel dolore. 
Nel XXI secolo abbiamo ormai i mezzi tecnologici per far lavorare le persone in sicurezza: ci sono miliardari che si fanno un giro in orbita, automobili con guida "intelligente" e mille altri dispositivi. Costano, si dice, ma quanto costano e quanto valgono le vite umane? Che quotazione diamo al dolore di chi resta o di chi non potrà mai più lavorare a causa di un grave infortunio?  
Qualche anno fa chiesi al Sindaco di Conegliano di farsi promotore presso la Conferenza dei Sindaci dell'ULSS di una grande iniziativa volta a incidere presso la Regione Veneto per promuovere il rafforzamento degli SPISAL e di ogni attività utile alla prevenzione nei luoghi di lavoro. 
In sostanza non mi fu nemmeno risposto, se non con le ennesime scuse per non fare niente, e dire che, vista anche la grande quantità di aziende presenti nel nostro territorio, la provincia di Treviso è sempre ai primi posti in questa tristissima classifica. 
Credo sia passata, ormai, l'ora, ma è necessario che la politica riparta proprio da qui, dalla sicurezza di chi lavora.

sabato 17 luglio 2021

Brutta, la povertà. Un altro morto a Conegliano

Foto da QDP News

Ogni volta è una sberla in piena faccia e ogni volta, dopo pochi giorni, ce ne dimentichiamo: in fondo cosa ci possiamo fare? 

La povertà è sempre esistita e, ahinoi, non accenna a diminuire, anzi, mostra un'inesauribile vitalità. Solo che nella nostra società opulenta, quella in cui molti fra noi ritengono insopportabile anche solo perdere l'occasione di uno spritz in compagnia, i poveri, gli ultimi in generale vorremmo non vederli.

Nel passato esistevano perfino le patenti per mendicare, pezzi di carta che permettevano di chiedere l'elemosina all'interno delle mura delle città, nella consapevolezza che era inutile far finta di niente.

Oggi abbiamo il welfare, almeno qui da noi, e in questo anno e mezzo di pandemia abbiamo compreso quanto sia importante, per esempio, un servizio sanitario pubblico per tutti.

La persona che è morta in solitudine e che è stata ritrovata dopo giorni nella nostra città, in via Pittoni, aveva sicuramente un nome, una provenienza, una storia difficile alle spalle: non si muore in una casa abbandonata senza premesse tristissime.

In attesa che chi di dovere compia le necessarie indagini non ci resta che ricordare che queste realtà a Conegliano esistono da anni, che con grande sforzo riuscimmo a parlarne in Consiglio Comunale, anche se ben pochi intervennero o ascoltarono i rappresentanti della Caritas, della Croce Rossa, dei Padri Cappuccini, della San Vincenzo.

Qualche passo avanti fu fatto verso i cosiddetti "invisibili" grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato e del passato CdA di Casa Fenzi, ma quasi in modo, appunto, invisibile, non sostenuto abbastanza dall'amministrazione comunale e lasciato poi naufragare.

Non è nascondendo la polvere sotto il tappeto che si risolvono i problemi ed è utile che chi si appresta a chiedere il voto ai Coneglianesi lo faccia con sincerità, senza ipocrisie e senza inutili slogan buoni solo per convincere i cittadini che "tanto non sono problemi che ci riguardano da vicino".

Profonda pietà per questo ennesimo caduto sull'altare della miseria, accanto al necessario impegno per ricordare che una città è e deve essere innanzi tutto una comunità.