Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

sabato 24 luglio 2021

Quelle sul lavoro non sono morti bianche

Solo nelle ultime ore, qui nel Coneglianese, morti e incidenti gravi sul lavoro. 
Non si tratta di morti bianche, né di fatalità ineluttabili e imprevedibili: gli esseri umani, si sa, sono soggetti a distrazioni, momenti di debolezza, malori. Nessun lavoratore, dipendente, artigiano, imprenditore pensa di partire una mattina per non tornare la sera, eppure la strage continua, implacabile, lasciando famiglie e comunità nel dolore. 
Nel XXI secolo abbiamo ormai i mezzi tecnologici per far lavorare le persone in sicurezza: ci sono miliardari che si fanno un giro in orbita, automobili con guida "intelligente" e mille altri dispositivi. Costano, si dice, ma quanto costano e quanto valgono le vite umane? Che quotazione diamo al dolore di chi resta o di chi non potrà mai più lavorare a causa di un grave infortunio?  
Qualche anno fa chiesi al Sindaco di Conegliano di farsi promotore presso la Conferenza dei Sindaci dell'ULSS di una grande iniziativa volta a incidere presso la Regione Veneto per promuovere il rafforzamento degli SPISAL e di ogni attività utile alla prevenzione nei luoghi di lavoro. 
In sostanza non mi fu nemmeno risposto, se non con le ennesime scuse per non fare niente, e dire che, vista anche la grande quantità di aziende presenti nel nostro territorio, la provincia di Treviso è sempre ai primi posti in questa tristissima classifica. 
Credo sia passata, ormai, l'ora, ma è necessario che la politica riparta proprio da qui, dalla sicurezza di chi lavora.

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