L'estate romagnola è esattamente come te la immagini: gente ovunque, spiagge vocianti, un mare adatto a tutti, anche ai non nuotatori.
Appena scende la sera si accendono le luci e le strade paiono un fiume colorato: cappelli, passeggini, gelati, merci di ogni tipo, bimbi che vorrebbero ogni cosa, ogni giostrina, ogni oggetto accattivante e colorato.
La spiaggia, quando finalmente si è fatto buio, si popola dei ragazzi che hanno voglia di scherzi e intimità: è tutta loro e se ne stanno, gratis, in prima fila. Parlano fitto fitto e chissà di che cosa, forse delle stesse cose di cui parlano, da millenni, i giovani e gli innamorati.
Cesenatico ha una spiaggia e un lungomare esattamente come te li aspetti, ma il suo Porto canale ha qualcosa di diverso. Non può sfuggire che quelle due strade che costeggiano il canale somigliano a due calli, solo che a Venezia non ci corrono le biciclette...
Ci stiamo tutti: negozi, ristoranti coi tavoli all'aperto, pedoni, biciclette e abilissimi camerieri allenati per lo slalom.
Nell'aria l'inconfondibile profumo del mare che finisce sulle tavole, accattivante a quest'ora della
sera; davanti agli occhi le vele gialle e rosse dell'antica marineria, placidamente adagiate lungo il canale. L'effetto è straordinario nella luce del tramonto, parla di una lunghissima tradizione di lavoro e rapporto col mare, quando non c'erano giostrine e ogni ben di Dio nelle vetrine e nelle case.
C'è un traghetto che somiglia a un piccolo imbarcadero per i vaporetti della mia laguna che incessantemente trasporta le persone, comprese le biciclette a 0,10 €, di qua e di là dal canale. Il simpatico signore che lo aziona mi avverte che non è proprio come a Venezia, c'è qualche canale di meno...
Poi, in fondo alla strada, prima del primo ponte che attraversa l'acqua, c'è la casa del poeta.
Marino Moretti una volta si incontrava a scuola accanto ad Aldo Palazzeschi e qui scopro che erano amici. Me li immagino a guardare fuori dalla finestra in qualche pomeriggio d'autunno, quando la nebbiolina cresce e i contorni si fanno meno nitidi, a parlare di tutto e di niente davanti a un bicchiere di vino sincero.
Me lo immagino, Moretti, con De Pisis in cerca di colori che osserva l'intonaco delle case lungo il canale, che guarda coi suoi occhi speciali quelle vele piene di significato.
E poi me lo immagino, il poeta, quando torna al suo paese dopo il soggiorno fiorentino. La gentile e preparata guida mi fa notare il tinello con i mobili in stile fiorentino, sobri ed eleganti, ma poi sorridiamo notando che l'adiacente cucina è, invece, tutta romagnola. Le nostre radici sono i gusti e i profumi dell'infanzia, vale anche per i poeti.
L'impiantito di cotto rosso è esattamente come dovrebbe essere nella casa di un poeta: assorbe, rimanda un senso di calore e pensiero soffuso.
Nel giardino interno, prima della legnaia, è in corso un affollatissimo incontro sulla poesia e le immagini: pare fatto apposta per convincermi a tornare in visita quando ci sarà maggior silenzio.
Oggi la casa del poeta è di tutti, con un attivo centro studi e una municipalità intelligente che la preserva e ce la offre, gratis, perché raccogliere il messaggio di un poeta significa migliorare un po' noi stessi.
In fondo la poesia è un pensiero fattosi soffio e armonia, che nasce da uno stretto rapporto tra la mente e il cuore del poeta e ciò che egli scruta dalla propria particolare finestra sul mondo.
In fondo il colore dell'impiantito di casa Moretti somiglia a quello di tante vele romagnole: colore e calore, condivisione, tele dipinte e libri antichi, edizioni rare vicino alla madia, un camino che pare sprigionare ancora i profumi della cucina di decenni fa.
Profumo di buono, profumo di Romagna.
Per un attimo mi è sembrato di essere lì desiderando di assorbire tutta quella atmosfera. Grazie, Isa.
RispondiEliminaGrazie Gianfranco, sei sempre gentile
Elimina