Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

domenica 22 dicembre 2013

Che sia davvero passato o un po' ancora presente?

Edward Jenner, ritratto di James Northcote.

...Dopo l'epidemia del 1802 era nuovamente comparso il vaiolo. Si affermava perciò la necessità di ricorrere un'altra volta "con vigore" alla vaccinazione di tutti gli individui fino ai 20 anni di età.
Dagli elenchi ufficiali risulta che la vaccinazione (o i suoi tentativi) fu estesa a tutta la popolazione minore, senza distinzione di classe o censo. Risulta altresì che molti erano i bambini sottratti alla vaccinazione o quelli nei quali essa non aveva avuto successo.
Ancora una volta appariva il circolo vizioso dell'ignoranza della popolazione, della sua fragilità, unite all'inefficacia sia delle minacce che dei tentativi di far capire l'importanza della prevenzione, in questo caso dell'inoculazione del siero contro il vaiolo.
(...) Ancora nel 1822, nella lettera accompagnatoria del prospetto dei vaccinati e non vaccinati del Comune di Conegliano, il dr. Carlo Reggio commentava che oltre a ragioni di salute o di età (bambini con pochi mesi di vita), dei "non vaccinati" i più erano figli di "genitori che non vollero assoggettarli alla vaccinazione".
I dati di quell'anno, riferiti alle parrocchie di San Leonardo, San Rocco, San Martino, Campolongo, Costa ci dicono che a fronte di 181 vaccinati con successo, 102 erano gli individui che restavano da vaccinare.
(...) Il 4 giugno 1827 su segnalazione dei medici il Comune scrisse un'accorata lettera ai parroci affinché esortassero e ammonissero i genitori: la vaccinazione generale si era ripetuta 3 volte per mancanza di individui, che non si erano presentati.
Quando nel 1830 il vaiolo ricomparve quasi ovunque nella Provincia di Treviso ci si ritrovò ancora una volta impreparati ad affrontare l'epidemia.
I dati appena riportati riguardano alcune pagine della mia tesi di laurea, che affrontava il tema della povertà e dell'assistenza a Conegliano nella prima metà dell'800.
Oggi, grazie alla massiccia vaccinazione, il vaiolo è scomparso. La poliomielite quasi (per inciso tutti sanno chi era Hitler, quasi nessuno chi era Albert Sabin e non so quale fortuna abbia la memoria di Edward Jenner).
Stupisce e addolora che ancora oggi, nel XXI secolo, per qualcuno, anche con incarichi istituzionali, la scienza e la medicina facciano così fatica ad essere accettati. Anche a Conegliano, anche nel cuore del civile e sviluppatissimo Nordest (dove si comincia a credere di nuovo a chi urla e non a confrontarsi con chi ragiona).
Spinti dalla disperazione molti tentano strade non provate, non scientificamente dimostrate. Ciò è normale (quasi), ma mentre ci si affida a medici improvvisati si pretende che la medicina ci salvi sempre. Sappiamo tutti che non potrà mai essere così.
Insopportabile è che manchi ancora una mentalità scientifica, che si faccia appello al "sentito dire" che è molto più facile da comprendere, che prende la pancia della gente lasciando sempre addormentato il cervello.
Solo la cultura, umanistica e scientifica insieme, potrà far ripartire le coscienze, lasciando stregoni e medici improvvisati finalmente disoccupati.

Isabella Gianelloni

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