No, nessun concerto della mia band preferita in programma (ahinoi), ma pietre rotolanti ne abbiamo di autoctone.
Anzi, potremmo scrivere a Mike Jagger e chiedergli se, visto che tutti oggi sono impegnati ad aiutare il Belpaese, ha voglia di sganciare qualche spicciolo per Conegliano, così, tanto per evitare le lungaggini burocratiche di Bruxelles, quelle necessarie per avere i tanto sospirati (ma mai richiesti) fondi europei.
Che io sia una rompiscatole è risaputo, ma una volta tanto mi piacerebbe avere qualche risposta: il 5 aprile scorso, in piena epidemia, la Tribuna di Treviso pubblicava un articolo sulla sospensione a data da destinarsi dei cantieri per ristrutturare il castello.Lo diciamo da anni: le associazioni sono eccezionali, generose, composte di persone innamorate della città e pronte a dare una mano; nessuno di noi però penserebbe di inserire un bellissimo lampadario in una casa i cui muri siano in sfacelo e coi pavimenti mezzi rotti.
Non è possibile lasciare alla buona volontà dei singoli la sistemazione e la dignità di uno dei luoghi più significativi del nostro sito Unesco.
Rifare i servizi igienici va benissimo, ma il resto? Dove sono finiti i progetti per la sistemazione delle mura, per dare al castello e al suo museo ciò che meritano?
L'epidemia è una tremenda calamità, ha colpito troppe famiglie, ha cambiato le nostre abitudini, la nostra vita. Le istituzioni sono in prima linea dal punto di vista sanitario, sociale, dell'ordine pubblico, logistico.
I problemi però restano, anzi si aggravano col passare dei mesi: l'epidemia finirà col suo strascico di lutti e sofferenze, con una crisi tremenda del commercio (che già qui languiva) e dell'economia nel suo insieme.
Credo che sarebbe utile usare questa pausa forzata per programmare meglio il futuro, per pensare a come ridare smalto a Conegliano, cominciando a lavorare in grande dando vita a un progetto in grado di attirare finanziamenti cospicui per restaurare le mura, togliere le erbacce e le piante infestanti, rendere il castello fruibile anche ai meno abili fisicamente, trasformare il museo in una collezione degna del XXI secolo,
La buona volontà dei singoli è utile, mi pare continui a mancare la regia.
Nel frattempo mi tocca pubblicare le foto, fatte da me stamattina, delle pietre che si sono staccate dalle mura della Madonna della Neve: non è una voragine, per il momento, vedremo con le piogge che arriveranno.
Ultima nota: sono stata criticata sulla stampa perché ho osato scrivere pubblicamente del guano di piccione in via XX Settembre: il giorno dopo (fatalità) la Savno è passata con una idropulitrice sotto i portici. Peccato che Porta Dante, in assenza di una pulizia vera, non "dove che passa el prete", due giorni dopo fosse esattamente come prima.
W i Rolling Stones, ma le pietre rimettiamole al loro posto. Che dite, scrivo io a Mike Jagger?
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