Ciascuno di noi dovrebbe avere un luogo del cuore, noi coneglianesi siamo fortunati: ne abbiamo uno (fra gli altri) che dovremmo amare in modo particolare, che rappresenta tutta insieme la nostra storia, la nostra memoria.
Perfino l'inno della città ne parla, del "castel alto e bel", dal quale la vista è davvero mozzafiato, spaziando dalle pre-Dolomiti alle Alpi Giulie, dall'immensa pianura a sud della città fino alle colline a ponente.
I turisti, quando arrivano rimangono a bocca aperta; i Coneglianesi ci vanno per godere di pace, bellezza, un po' di fresco in estate.
So di fare pubblicità gratuita, ma un aperitivo nel bar del castello è uno dei piaceri della vita.
Fin qui tutto bene.
Le cose peggiorano quando passiamo alla manutenzione di un luogo così importante, alla salvaguardia del nostro cuore cittadino.
Dal particolare al generale:
1. Non so se in questi ultimissimi giorni sia accaduto qualcosa, ma fino a domenica scorsa nessuno si era preoccupato di sistemare i raggi delle ruote del cannone posto fuori dal Museo. Lo abbiamo segnalato in tanti: non solo si tratta di un ricordo della Grande Guerra, ma i raggi rotti rappresentano un pericolo per i tantissimi bimbi che amano giocarci e una pessima cartolina di benvenuto;
2. Dopo anni e decenni la magnifica sala Vazzoler al piano terra del Museo ha ancora l'orrenda serranda arrugginita e male in arnese, accompagnata da un finestrone che è quanto di più lontano dallo stile medievale. In una parola si tratta di un pugno in un occhio intollerabile. Detto e chiesto da anni: risultato... Tutto è ancora fermo, immobile, insopportabilmente immoto.
3. Da anni si parla di riallestire il Museo secondo criteri più moderni, tali da inserire il tutto in una proposta di visita e didattica degne di una città che sta per entrare nelle liste dell'Unesco. Qualcuno ha anche vinto un concorso di idee, ovviamente rimaste nel cassetto!
4. Il contesto generale del castello e delle sue mura..., il famoso "Parco del castello"... "L'albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno...", il Pianto Antico di Carducci viene per forza alla mente. Dov'è finito il progetto? Sappiamo che è chiuso da anni nei cassetti, nonostante tutte le approvazioni necessarie. Sappiamo anche che i cittadini hanno dovuto alzare la voce per evitare che al posto del parco sorgesse un ristorante, oggi stanno vincendo i rovi.
Con tanta fatica pare che, grazie agli alpini e alla ferrea volontà di persone come Gianfranco Losego, vedrà la luce il sentiero che porterà sotto le mura nord, le quali meriterebbero ben altra attenzione da chi ne detiene la responsabilità.
Lo scandalo più grande riguarda le mura ovest, restaurate con tanti soldi pubblici, con l'aiuto del Rotary e l'energia infaticabile di Renato Sartor, che oggi molti piangono senza seguirne minimamente le indicazioni.
Quelle mura sono uno spettacolo, ma ormai su di loro si è chiuso il sipario, fatto di rovi, sterpi, vegetazione incontrollata tanto che sono tornate ad essere quasi invisibili dalla pianura. Fiumi di parole sull'intervento di illuminazione, che oggi farebbe luce solo sulle erbacce. Di più: nessuno, né coneglianese né turista ha mai potuto goderne.
Di una splendida città murata in collina, di un luogo di una bellezza unica e assoluta, rimane, in sostanza, tanta rabbia. A quando qualche soluzione?
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