Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

domenica 7 aprile 2019

Ha sconfitto i nemici ma non l'incuria #poveraconegliano



Incredibile doversene occupare ancora: uno pensa che si tratti di poca cosa, invece la civiltà dipende anche dalle piccole cose.
Queste ultime settimane coneglianesi sono state occupate dalla preoccupazione per le sorti del Multisala Mèliés, ora anche per il futuro del Teatro Accademia.
Sono state annullate manifestazioni e, al momento, nessuna soluzione appare all'orizzonte per ridare a uno dei centri storici più belli del Veneto la vitalità e il decoro che merita.
Stendiamo un velo pietoso sulle mura di cinta (mi rifiuto di parlare ancora di biblioteca, la ferita continua a sanguinare copiosamente), sul denaro speso nel lato ovest senza che poi ne sia venuto un vantaggio per tutti, sulla assoluta mancanza di lungimiranza sul resto.
Il castello, però...
L'orrenda cancellata, brutta e pure arrugginita, al piano terra del nostro Museo Civico è ancora là, a fare brutta mostra di sé insieme ai finestroni, terrificanti, con la novità (si fa per dire) che non si può nemmeno tentare di spostarla perché in un tentativo la serranda è anche uscita dal binario che la faceva scorrere. Nel dubbio tutto è rimasto com'è, con una serranda arrugginita e inamovibile chissà per quanto, alla faccia della bellezza della Sala Vazzoler che, tra le altre cose, è utilizzata anche per i matrimoni. Speriamo che gli sposi, emozionati per il loro "sì", non guardino troppo alla loro sinistra.
Non basta ancora: il cannone della Grande Guerra posto appena fuori dal portone d'ingresso della torre è uno dei giochi preferiti dai bambini che frequentano i giardini, è così da decenni.
 
I raggi delle ruote sono però di legno, si consumano, se si rompono all'improvviso magari mentre un bimbo gioca al soldato il rischio di una gamba fratturata è dietro l'angolo.
Detto, ridetto, stradetto... Alla fine i raggi di una ruota si sono rotti, quelli dell'altra non sono messi bene.
Della serie: Centenario terminato, Centenario dimenticato. Quel cannone ha contribuito a sconfiggere il nemico di un secolo fa, ma nulla può contro l'incuria contemporanea.
Non servono milioni di euro per dare decoro e sicurezza a un simbolo, occorre un po' di buona volontà.
Abbiamo due cuori, a Conegliano, uno sulla cima del Colle di Giano e l'altro in Via XX Settembre. La seconda soffre tremendamente (spritz a parte), la prima cade a pezzi.
Ancora una volta la parola che mi viene più spontanea è: DESOLAZIONE

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