Grazie a RAI Storia mi ritrovo catapultata nel VI secolo, in pieni "secoli bui", buissimi (ne siamo proprio sicuri?) ma forieri di un sacco di novità e abitati da uomini (e donne s'intende) vogliosi di farsi sentire e spesso, guarda caso, di dominare sugli altri.
Popoli e condottieri con nomi che oggi ci fanno sorridere, ma che allora incutevano certamente paura e rispetto si fronteggiarono nella grande Pannonia, buona per i cavalli e da sempre ambita.
Così, appena sento il nome di Alboino mi fermo e mi appresto ad ascoltare la ricostruzione di quelle antiche vicende. C'erano i Longobardi che scalpitavano per ottenere maggiori spazi di manovra, gli Àvari con cui strinsero accordi, i Gèpidi che infine furono sconfitti.
Un tempo, alle elementari, ci insegnavano frasi famose, tra cui quel "Bevi, Rosmunda, nel teschio di tuo padre" che, al di là del raccapriccio, andava inevitabilmente a perdersi in un fumoso minestrone di gente strana.
Ciò che alle elementari non ci dicevano è che quella Rosmunda fu una donna caparbia, intelligente e capace di ordire anche la vendetta. Segno che, passate le truculente e tragiche storie del Romanticismo, sarebbe ora di ridare alle tante donne messe da parte dalla Storia ufficiale la dignità che meritano.
Tutto questo per dire che tra poco torneremo nelle nostre aule, noi e le nostre classi. Ancora una volta si ripeterà il rito: loro che ci squadrano chiedendosi cosa racconteremo e come fare per raggiungere l'agognato 6, noi che ci spremeremo le meningi per capire come raccontare, come guadagnare la loro attenzione, come provare (addirittura) ad appassionarli.
Cosa dite, ragazze e ragazzi, ce la faremo?
Ci vediamo presto, mano ai taccuini per gli appunti!
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