
Renata, la nostra Tour leader (foto di Sara Da Ros)
A Caltagirone anche il trenino turistico ha un perché diverso, non solo e non tanto per il suo caracollare tra stradine e callette strette, per la registrazione, abilmente messa in onda, della voce che spiega i luoghi che incontriamo oppure per "Sciuri, sciuri, sciuriddi tuttu l'annu" alternata ad altre melodie popolari.

Sarebbe già divertente così, ma ancora una volta c'è la sorpresa che non ti aspetti, vale a dire l'accoglienza, quella vera, dell'anziana signora con la borsa della spesa che in una piazzetta improvvisa l'inizio di un balletto al suono di una di quelle canzoni: Questa è bella - ci dice, e chissà se ci stiamo divertendo noi guardandola o è lei che ha avuto il regalo di un attimo di allegria.
Alla fine della discesa tra i vicoli, prima di tornare nella zona più aperta della città c'è la sosta dovuta, e rigorosamente annunciata un po' prima, davanti a "Luigino il barbiere", che esce per salutarci fra un tripudio di applausi. W Luigino!
Chissà se in qualche maniera è discendente di Gualtiero da Caltagirone, eroe dei Vespri siciliani.
Di sicuro tutti sanno che qui siamo nella patria della ceramica, impossibile non salire la scalinata di Santa Maria del Monte, dove si fondono stili diversi, dal normanno al contemporaneo.
In Sicilia realtà e teatro sono spesso inscindibili: era d'obbligo un passaggio per Vizzini, che ricorda il connubio tra Giovanni Verga e Pietro Mascagni "geni delle terragne passioni".
Ora, dopo tanti gradini, tanto barocco, tanto camminare, una granita di gelsi è ciò che ci vuole.
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