Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

lunedì 19 agosto 2024

3. Quella data, il 1693, e l'incontro con un Maestro

Da quell'anno maledetto non si può prescindere, il 1693, quando un terremoto devastante distrusse buona parte della Sicilia orientale, cambiandone addirittura l'orografia e cancellando per sempre intere comunità,  la struttura architettonica di città e paesi.

L'esito felice di tanta tragedia è stato certamente la ricostruzione di chiese e palazzi secondo i dettami di quello che viene denominato "barocco siciliano". E noi durante questo tour ne abbiamo fatto una scorpacciata, attraverso meraviglie che oggi possiamo ammirare. 


Noto, ricostruita sotto i resti dell'antica città, ha oggi uno degli esempi più famosi e più belli di quello stile. 


Il turismo culturale, sempre più attivo, ha fatto sorgere ovunque negozietti e bancarelle, caffè e gelaterie dove gusti e colori aiutano a superare le insidie della "sindrome di Stendhal", sempre in agguato quando i nostri occhi si riempiono troppo di arte tutta insieme. Va detto che da queste parti tra granite, pistacchi, mandorle e pesce spada coi pomodorini sanno come fare per ritemprare corpo e spirito! 

La mia emozione sale quando giungiamo a Scicli: con gli occhi cerco i luoghi di Montalbano e quando scorgo quel palazzo immortalato decine di volte non posso che sorridere, mancherebbe solo la vecchia FIAT del commissario.
Qualcuno (maldestramente) commenta che in fondo si tratta di un personaggio inventato e non comprende tanta emozione: provo a spiegare cosa significa la potenza della letteratura, la capacità dell'arte di trasformare luoghi in icone. Così come sulla spiaggia di Corfù immaginiamo Ulisse naufrago o a Verona Giulietta innamorata che si sporge da quel balcone, qui aleggia il messaggio che Camilleri ha voluto lasciare a tutti noi: l'amore incondizionato per la sua terra, la descrizione del carattere delle donne e degli uomini che la abitano, le contraddizioni e gli slanci di generosità. 

Quanto ha fatto per questa terra me lo testimonia la ragazza che gestisce la biglietteria all'ingresso del palazzo comunale, il cui piano terra è rimasto esattamente come il set, con gli uffici di Catarella e di Fazio, la scrivania del commissario con i telefoni e le foto di Falcone e Borsellino sul mobile a fianco. La ragazza mi spiega che le "visite guidate" a un luogo conosciutissimo sono affidate a una cooperativa sociale: il Maestro ne sarebbe certamente felice. 

A Modica, capitale siciliana del cioccolato, oltre ad altre tracce del commissario, scopriamo che qui a volte capitano le alluvioni (chi l'avrebbe mai detto?), che anche qui, come da altre parti, la città alta e quella bassa venerano santi diversi, per i quali sono state erette chiese sontuose in una indomita lotta di venerazione. Giù per le strade incastrate tra un intrico di case vediamo la "linea di confine" tra le due comunità, tra i due santi rivali. Qui c'è altra bellezza e, dopo aver reso omaggio alla casa di Salvatore Quasimodo, scendendo le viuzze della città alta ci avviamo, finalmente, alla degustazione del cioccolato... 
Non servono commenti. 

Come concludere una giornata così? Ragusa Ibla by night: affascinante, curiosa, col suo portale rinascimentale di San Giorgio, testimonianza della grandiosità della città prima di quel famoso, e maledetto, terremoto del 1693.





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