A chi come me non finirà mai di apprezzarli, vengono in mente i paesaggi descritti da Andrea Camilleri e messi in scena dalla bravura di Alberto Sironi: natura severa, indomabile e orgogliosa come chi la abita.
Appena fuori Palermo, a Bagheria, ci aspetta però una prima tappa in un luogo unico, Villa Cattolica, dietro il cui cancello si affaccia una perla, un museo che ospita una incredibile raccolta di dipinti di Renato Guttuso,
la sua tomba affacciata sul mare, una galleria di fotografie scattate da personaggi come Giuseppe Tornatore, per dire, e poi opere di scultori moderni che non sfigurerebbero in siti altolocati. Grazie a chi ha organizzato il tour: questo è uno scrigno prezioso, che merita maggiori finanziamenti, maggiore pubblicità, più aiuto per chi lo cura e lo dirige.Catania però ci aspetta! La "Montagna", l'Etna per noi forestieri, oggi si è nascosta dietro nuvole e vapori, dopo che ieri ha pensato bene di sputare un bel po' di sabbia nera che i Catanesi, con pazienza, stanno scopando via da strade e cortili. Quella cenere, però, sa fare molto: la pianura sotto il vulcano è tra le più fertili che si possano immaginare, un territorio così diverso da quello appena attraversato.
Catania, dunque, col suo mercato del pesce in piena attività sotto un sole cocente, la piazza con l'elefantino e la raccomandazione della guida: "Mi raccomando, qui si chiamano arancini, non arancine, sbagliando rischiate grosso". 😅 E io, ormai calata nel mio ruolo di fan, non posso non pensare ai famosi arancini di Montalbano... Volevate la foto? Nemmeno per sogno, venite in Sicilia e provateli ambedue, al maschile e al femminile, poi decidete!
Qui si mangia, si mangia sempre, a tutte le ore, i dolci nelle vetrine sono una tentazione a cui è davvero difficile resistere, i colori sono sgargianti e l'acquolina si fa sentire.
La nostra accompagnatrice è polacca, da 30 anni catanese, oggi affiancata da una guida turistica austriaca, naturalizzata catanese pure lei, segno che il mondo si muove e che questa terra ha un fascino particolare: l'aura di Verga, Bellini, Quasimodo, Guttuso e tanti altri aleggia. Guardandoci attorno non possiamo che cogliere il senso di mistero, come quello di una grotta di scorrimento lavico sotto la città, visitabile passando dai locali di un ristorante.
Poco lontano, ancora Federico II e un altro dei suoi tanti castelli, il castello ursino, simbolo, oltre che della potenza imperiale, dell'indomito spirito indipendente dei siciliani. Cosa trovare davanti ai bastioni?
Alberi spettacolari di fichi d'india quasi maturi. I colori dei frutti, ancora una volta, spiccano sulla piazza, una specie di sorriso leggermente ironico sul simbolo del potere lì di fronte.
Ultima tappa di questa giornata la riviera dei Ciclopi, dove la luce cambia di nuovo, grazie all'ombra poderosa di Aci Castello.
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