In Italia, si sa, una qualche presidenza o appartenenza a una commissione non si nega a nessuno, specie se vuota o considerata inutile, vuoi mettere la soddisfazione di essere chiamati "Presidente" o avere i numeri di telefono di chi conta? Impagabile...
Della incresciosa vicenda della Commissione Pari Opportunità ho già parlato anche recentemente: continuo a chiedermi perché ci si sia ostinati a volerla composta in modo tale da evitarne accuratamente il funzionamento (o meglio, me lo sono chiesto e mi sono data una risposta che non mi è piaciuta).
Il silenzio delle varie commissioni istituite dal Consiglio Comunale è comunque generale, l'impressione è che la loro nomina rispondesse all'esigenza di apporre qualche medaglietta sul risvolto delle varie giacchette della maggioranza e affini ma, visto che a parte quelle permanenti strettamente legate ai lavori consiliari ( magari in un altro post potremmo parlare anche di queste e delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio durante lo scorso Consiglio Comunale) le altre sono a titolo gratuito vuoi vedere che il loro letargo è legato a questo motivo? Vai a sapere.
Fatto sta che sulla stampa ogni tanto si annunciano provvedimenti, idee (più o meno), si racconta di incontri, dialoghi, prese di posizione in tema di cultura (vedi la catalogazione delle opere in deposito in Comune), riguardo al futuro del mercato, attorno ai tanti problemi posti dalla pandemia che so, a carico degli anziani.
Ebbene, credo si sia persa memoria dell'ultima convocazione del Comitato Biblioteca e Sistema Museale anche se, appare chiaro come il sole, decidere dove, come e quando esporre e catalogare opere d'arte sarebbe proprio materia di sua pertinenza.
Il Covid-19 ha messo in ginocchio il già claudicante settore del commercio cittadino eppure... la Consulta per il Commercio e le Attività Produttive, che già prima era stata relegata a organo buono per trascrivere le decisioni prese altrove, è scomparsa dai radar.
Che cosa produce la Consulta per la Terza Età, che pure ne avrebbe, di cose da fare? Mistero.
Uno spettro si aggira per Conegliano, parafrasando quel filosofo tedesco, si tratta di una visione distorta della democrazia, ovvero la volontà di far finta di volerla, preferendo però le decisioni (quando ci sono, sia chiaro), prese nelle stanze dove si incontrano, o si telefonano, o si videochiamano quelli che devono esserci.
Gli altri che si arrangino, "tanto bastiamo noi: la condivisione, la trasparenza, la collegialità, anche l'umiltà di ascoltare gli altri sono semplice paccottiglia".
Abbiate almeno il coraggio di dirlo pubblicamente, sapremmo almeno che idea ha della democrazia la maggioranza che governa questa città.
Rimane però intatta la tristezza per un declino sempre più evidente.
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