Questa sera il Consiglio Comunale ha discusso dei criteri aggiuntivi per l'accesso agli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, in conseguenza della nuova Legge Regionale. Di seguito, per chi abbia voglia di leggerlo, il mio intervento.
Finalmente in questo Consiglio Comunale parliamo nuovamente di Case Popolari e, di striscio, di questioni sociali.
Per inciso l'ultima convocazione della Commissione 2 risaliva allo scorso 23 aprile (10 mesi fa), e anche quella volta si trattava di un regolamento conseguenza di una legge sovraordinata.
Anche stasera stiamo discutendo una sorta di "tutela" successiva all'emanazione di una Legge Regionale.
Legge che va a modificarne una del 1996, sempre sull'accesso agli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica e che, fra gli esiti, ha certamente quello di mettere persone in difficoltà contro altre persone in difficoltà, a seconda della residenza in Veneto nonché quello di mettere Sindaci contro altri Sindaci.
Risulta evidente quelli dei Comuni più piccoli o che non possiedono quel tipo di alloggi avranno tirato un sospiro di sollievo sapendo di poter vedere inseriti nelle graduatorie persone del loro territorio, mettendo in difficoltà quelli che, come succede qui a Conegliano, ne hanno.
Molte Amministrazioni stanno approvando regolamenti simili al nostro per salvaguardare in qualche modo i propri residenti e gli investimenti di decenni fa anche con il denaro dei propri cittadini.
Il vero, grande problema irrisolto è la carenza di questo tipo di alloggi, la loro vetustà e la totale assenza di una seria politica della casa da parte della Regione.
Venendo a noi, mi piacerebbe sapere perché la delega ai servizi sociali sia stata affidata a un assessore diverso a quella per le case popolari visto che, come sappiamo, il primo problema di chi si trova in difficoltà è proprio la casa, il "tetto sulla testa".
Vorrei ricordare che ben prima dell'approvazione di questa legge regionale, nell'ormai lontano 2014 (se la memoria non mi inganna) il presidente della Conegliano Servizi lanciò, per così dire, un grido d'allarme sullo stato degli appartamenti chiedendo un investimento di 1 milione di euro per iniziare a rendere dignitose le abitazioni e intraprendere un percorso virtuoso di riqualificazione.
Da allora abbiamo chiuso la Conegliano Servizi, ma ben poco è stato fatto in azioni concrete.
Quindi è chiaro che la questione non è mettere a posto gli alloggi per i "foresti": si tratta di rendere dignitosi quelli di nostra proprietà.
Tra l'altro comincia ad essere un ritornello frusto e francamente irritante quello dei presunti ricchi che abitano nelle case popolari: dite a chi di dovere di modificare le regole di accesso, se serve, ed eventualmente cacciateli fuori. Punto.
A me preoccupano di più le famiglie in difficoltà, quelle con minori a carico, quelle di e con disabili.
C'è un gap davvero grande fra la spesa per il settore sociale nel Bilancio comunale, le spese per gli alloggi popolari e le delibere.
Nel 2018 su 25 milioni circa di spesa del Bilancio corrente ben 5 sono stati imputati alla spesa sociale. Nulla è stato speso in conto capitale per gli alloggi pubblici.
Nessuna proposta di delibera è stata presentata durante l'anno sul comparto sociale.
Mi chiedo se l'azione di questi assessorati significhi solo elargizione di denaro, una enorme mole di lavoro per il personale addetto che, ripetiamolo, svolge con altissima professionalità e dedizione un compito delicatissimo.
Oltre a salvaguardare in qualche modo i nostri residenti con questo nuovo regolamento (e con tutti i dubbi del caso, perché la sfortuna o i problemi che sconvolgono le vite capitano a prescindere dalla residenza) credo sarebbe il caso di produrre percorsi e progetti che investano il Consiglio Comunale, così, magari, sapremo tutti meglio quali sono le tante situazioni dei nostri cittadini.
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