La luna si è fermata qui, prima di rimbalzare e lanciarsi nella sua orbita sempiterna intorno a noi. Avvallamenti, rocce affioranti, da qualche parte anche una sorta di "mare della solitudine", dove a fare compagnia c'è soltanto il vento, che soffia senza sosta.
Fiori rosa di cardi spinosi, piccoli cespugli gialli in mezzo all'erba che fatica a crescere e si limita a tremare per l'aria che la sferza.
I fiori danno certezza: siamo sulla Terra, una
terra speciale però. I monti qui intorno, coi loro ghiaioni a strati ondulati e le pieghe, le rughe provocate dai millenni, stanno rispettosamente a ornamento (mille sono le sfumature del grigio e del marrone) di sua maestà, il Gran Sasso d'Italia.
terra speciale però. I monti qui intorno, coi loro ghiaioni a strati ondulati e le pieghe, le rughe provocate dai millenni, stanno rispettosamente a ornamento (mille sono le sfumature del grigio e del marrone) di sua maestà, il Gran Sasso d'Italia.
Incredibile, un alieno dolomitico piovuto da queste parti oppure uscito dalle viscere di una terra in ebollizione: non c'era più posto fra le Dolomiti, lì era necessario lasciare il posto alle vallate del Tirolo, ai boschi del Cadore, ai grassi pascoli di montagna; meglio posizionarlo qui, fra due mari vicini, coi suoi quasi 3000 metri a dominare un intero territorio che si volge a guardarlo, imponente e maestoso.

Ci consola la bellezza di un panorama mozzafiato che scaccia i brutti pensieri, un rifugio, il Duca degli Abruzzi, appollaiato e accogliente come deve essere un vero rifugio di montagna.
Mentre guardo commossa, qui dall'alto, la vallata ferita dove c'è L'Aquila che sta risorgendo e sarà ancora più bella di prima, il vento si alza impetuoso, le due piccole bandiere davanti a me sventolano fortissime, i miei bastoncini cadono e
per poco vola via il libro che ho qui accanto al PC.
per poco vola via il libro che ho qui accanto al PC.
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