Pare che nulla debba accadere, forse davvero quasi niente turba le ore che si susseguono le une alle altre apparentemente invariabili, se non per la luce o il succedersi delle stagioni.
Il cortile è silenzioso, lindo e apparentemente senza vita.
Siamo giunti in un caldissimo pomeriggio d'estate, con l'aria resa meno respirabile dagli incendi sulle montagne qui intorno.
Strano davvero, pare che debbano accendersi per forza, se non ce ne sono la gente guarda in su incredula: "Ma come, e l'incendio delle 9? E quello delle 15? Possibile che siano in ritardo? Ah, non ci sono più gli incendi di una volta...".
Purtroppo c'è poco da scherzare e ogni mattina gli abitanti dei borghi si affannano a scopare e lavare i cortili e le strade dalla cenere che si deposita ovunque, chissà quando finirà questo strazio.
Il cortile, mercoledì pomeriggio, era silenzioso e identico a come l'avevamo lasciato 4 anni fa, compresi il cane e un micio davvero pelosissimo e schivo come gli uomini di queste parti.
Muri, porte di varie dimensioni e finestrelle, una volta imparata la geografia tutto va al proprio posto.
Ieri mattina, invece, un'improvvisa animazione: voci maschili e femminili, il cane che gironzola più agitato, il gatto scomparso e una serie di cassette rosseggianti che si sono accatastate davanti alla porta d'ingresso dei vicini. Nessun incendio, la sera prima, e il pavimento è rimasto lindo e sgombro, pronto ad accogliere la grande giornata; donne materializzate da chissà dove, uno spirito ciarliero prima insospettato, perfino l'uomo di casa che parla incessantemente.
Miracoli della passata di pomodoro, stamattina ne rimane ancora da fare mentre parte delle bottiglie riempite e sterilizzate ieri sono esposte in bella mostra: il prossimo inverno pastasciutte e spezzatini avranno il loro intingolo.
Ancora qualche ora di lavoro, oggi, e poi il cortile potrà tornare al consueto silenzio, speriamo che finiscano anche gli incendi.
Al rosso del fuoco ora preferisco di gran lunga quello del pomodoro.
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