Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 1 aprile 2014

#salute #screening Quando la sanità pubblica funziona davvero

Oggi è tornato l'ottimismo: troppo spesso quando si dice che "prima di tutto viene la salute" non si pensa a quanta verità ci sia in una frase così usuale.
Poi, quando all'improvviso ci viene detto che "qualcosa non va" tutta la prospettiva cambia, tutti i pensieri, le ansie, le speranze, gli scoramenti, le fantasticherie vanno in un'unica direzione.
La sensazione di impotenza si fa strada nelle cullate illusioni di una certa immortalità, il pensiero che "tanto a me non capita" viene spazzato via in un attimo: per primo subentra un sentimento antico, la paura.
Ti dicono di stare calma, che tutto andrà bene: tu annuisci, sorridi e continui, anche se ogni tanto un campanello suona dentro, nei meandri della mente. Lo senti solo tu e cerchi di non farlo ascoltare a nessun altro. Però c'è.
Sono fortunata: tutto è durato solo pochi mesi, poi oggi la paura è passata definitivamente.
Io e come me moltissime altre donne siamo fortunate perché lo screening periodico funziona davvero, esso dimostra che la prevenzione è l'unico modo per combattere un male che è subdolo e lavora sotto traccia, che la sanità pubblica è composta di tante persone preparate professionalmente, che lavorano bene, con attenzione, precisione, competenza.
Tutto questo va detto: è giusto lamentarsi e protestare quando è necessario, ma è altrettanto doveroso distinguere e premiare, almeno con la riconoscenza, quelli che non fanno solo il proprio dovere ma ci mettono qualcosa di più.
Io mi sono sentita protetta, seguita, ascoltata e confortata dall'infermiera che, insieme al medico, ha seguito questo mio percorso ambulatoriale: ogni volta ho trovato un sorriso e piena disponibilità.
Oggi, quando ho potuto finalmente spegnere quell'odioso campanello mentale, l'ho ringraziata: era felice e confusa, non se l'aspettava.
La sua risposta mi è piaciuta ancora di più. Mi ha detto: "Signora, sono anch'io una donna, so cosa proviamo, cosa sentiamo, di cosa abbiamo bisogno".
Semplice.
Grazie di cuore, so che come lei ce ne sono tantissime altre.

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