Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

mercoledì 9 aprile 2014

Conegliano. Parole, poche, fatti ancor meno.

L'inquietudine non può che aumentare.
Conegliano continua a languire nel silenzio assordante delle promesse mancate.
Siamo in piena primavera del Prosecco, in tutta Europa sono partite le celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra, Milano dista da qui 350 km e nel 2015 l'Expo attirerà migliaia e migliaia di persone.
Qui, al di là di una disoccupazione che ha raggiunto livelli allarmanti e dell'aumento della povertà, di cui si è discusso pubblicamente in Consiglio Comunale lo scorso 13 febbraio solo per esplicita richiesta del PD cittadino, siamo avvolti nel vuoto pneumatico delle non decisioni.
Sempre che queste non siano state prese da qualche parte senza che nessuno ne sappia niente.
L'ultima seduta del Consiglio Comunale risale al 20 febbraio scorso, poi il vuoto.
Ora si parla di convocarne uno nuovo solo alla fine di questo mese per l'obbligo di legge di approvare il conto consuntivo del 2013.
E il resto? In una seduta fiume la maggioranza vorrà andare di corsa a rispondere alle interpellanze dei Consiglieri, bocciare di corsa la mozione del PD e pretendere di approvare (sempre di corsa) il conto consuntivo.
Con buona pace della democrazia e dei problemi della città.
Ricordo che il Consiglio Comunale è il massimo organo politico di una città, che il suo ruolo sarebbe proprio quello di discutere e prendere decisioni non solo sul presente (povero e spesso misero) ma sul suo futuro.
Con le colline che franano, il Castello che langue, le mura lasciate al loro destino, gli impianti sportivi in condizioni miserrime, la biblioteca con i consueti problemi, il centro cittadino sempre più triste e impoverito, la mancanza di un nuovo piano urbanistico, una strada non finita buona solo come ritrovo per sbandati, eccetera eccetera eccetera, si continua a pensare che sia sufficiente gestire Conegliano giorno per giorno.
Sempre che, ripeto, le vere decisioni non vengano prese da qualche altra parte. Vorremmo saperlo anche noi.

Isabella Gianelloni

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