Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

venerdì 25 aprile 2014

Rinascite d'aprile

Due celebrazioni di rinascita in pochi giorni: la prima avviene da sempre in primavera, perché questa è la stagione giusta per rinascere, cambiare, iniziare nuovi cammini. La seconda, oggi, è stata determinata dai destini di una guerra che dopo un troppo lungo inverno doveva finire.
Chiunque abbia avuto un po' di curiosità, abbia voluto soffermarsi a leggere, vedere, ascoltare conosce le vicende che hanno portato un intero continente a scrollarsi di dosso vent'anni di dittature e quasi dieci anni di orrore assoluto.
Deportazioni, massacri, rappresaglie, bombardamenti, torture, fame, paura, terrore, infanzie violate, treni della morte, violenza cieca e tremenda, odio: tutto questo è stato il panorama dell'Europa prima che arrivasse la svolta, prima che iniziasse il lungo e complicato percorso della rinascita.
Quei giovani scarmigliati, a volte stralunati che vediamo nelle vecchie foto dei partigiani ci appaiono sorridenti, complici la gioventù (motore ineguagliabile) e la sicurezza di vivere un momento unico, dopo il quale nulla sarebbe stato come prima.
A noi europei tutti loro hanno regalato la libertà, scrigno prezioso, noi Italiani abbiamo avuto in più una Costituzione che è un capolavoro, la dimostrazione perenne della nostra capacità di interpretare la storia.
In Italia era nato il fascismo, in Italia i padri (e le madri) costituenti hanno saputo scrivere il riscatto morale di un popolo intero: questa è la nostra immensa eredità.
Esiste un confine ben delineato fra conservazione e ottusità, fra innovazione e distruzione della memoria, fra utilità e utilitarismo, quello che rende sterile ogni terreno, sfruttandolo fino all'ultima particella disponibile.
Jorge Luis Borges ci ricordava che chi erige muraglie può facilmente incenerire i libri nelle fiamme di un rogo, perché in entrambi i casi si finisce per "bruciare il passato".
C'è una "incoscienza cosciente", criminale (la delinquenza ben vestita e ben pasciuta) ed esiste, in stretta collaborazione con la prima, quell'intruglio mefitico composto di furberia spicciola, incapacità di guardare oltre la punta delle proprie scarpe, assoluta mancanza di idee mascherata da bonomia, stupido convincimento di "comandare a casa propria" senza rendersi conto di essere l'ennesima pedina nelle mani dei soliti, quelli di sempre, quelli che stanno coi potenti del momento, quelli che preferiscono bruciare i libri o, almeno, evitare che circolino troppo.
Abbiamo sottolineato più volte i paragoni tra i discorsi di Mussolini o di Hitler e le frasi aberranti che ascoltiamo in questi ultimi anni dai nuovi razzisti, da quelli che hanno in uggia o fastidio la democrazia, da quelli che si sono convinti di stare sicuri nell'orto di casa.
A tutto questo moderno ciarpame, sia esso travestito da "social media" o chiuso in un "tanko" dobbiamo rispondere con una rinascita della coscienza, una pasqua delle menti.
L'arma, potentissima e micidiale, ce l'abbiamo noi, si chiama cultura, voglia di sapere e di conoscere.
OCCORRE UN ALTRO 25 APRILE
W IL 25 APRILE DELLA LIBERTA' E DELLA CONOSCENZA




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