IL TORRENTE
Italo Calvino
da “Marcovaldo”
Ho lasciato lassù, sotto i ghiacciai delle Venoste,
un torrente che non posso dimenticare.
Mai avevo visto l’acqua splendere, correre e cantare così.
Veniva giù dritta,
incassata in un letto muscoso, tutta un candore di spume: faceva la luce.
A balzi, a spruzzi, a capriole l’acqua
scendeva, stretta nel suo letto,
coprendolo perfettamente senza sbavature né pentimenti.
Tornai più volte al torrente.
E ogni volta scoprivo in esso o intorno ad esso una bellezza nuova.
Una mattina volli seguire in senso inverso il suo corso.
Mi allettava scoprire il suo misterioso viaggio e il segreto delle sue origini.
M’arrampicavo tenendomi quanto più potevo vicino ad esso.
Qualche volta ero costretto a scostarmi
e allora lo vedevo occhieggiare fra i tronchi,
mandare degli spruzzi argentei quasi per
incoraggiarmi nel cammino.
I larici andavano diradandosi, lasciavano il torrente
che pareva un laghetto di montagna.
Calvino è uno dei mie scrittori preferiti , la sua semplicità e la naturalezza con cui lascia scivolare le parole non hanno uguali , infatti è una semplicità alimentata dalla cura e da una lunga ricerca di se stesso. Al fiume nessuno di noi può sfuggire, va seguito, bisogna essere pronti a gettarsi nelle sue rapide, aspettarsi i periodi di secca, aggrapparsi agli arbusti ancorati alle sue sponde, stare silenziosi quando si trasforma in lago e aprire le braccia quando raggiunge il mare. E' la vita, sta a noi trovare il coraggio per seguirne i cambiamenti.
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