In una strada ormai quasi deserta se non dopo l'imbrunire, animali notturni a due zampe, ben vestiti e dotati anche di discreti portafogli, almeno in proporzione all'età, escono dalle loro tane per sciamare in Via XX Settembre e zone limitrofe.
L'obiettivo: ritrovarsi in branco (che è diverso dalla compagnia), bere e gareggiare in stupidità. Solo che qualche volta l'idiozia si trasforma in qualcosa di peggio: quando ignoranza, maleducazione, arroganza e voglia di mostrarsi più furbi degli altri si mettono insieme si rasenta anche la criminalità.
Chi arriva addirittura a defecare davanti alla casa di Giambattista Cima faccio fatica a definirlo, troppo grandi lo sdegno e l'incredulità.
Lo scempio rinvenuto stamattina sotto il portico del Duomo, però, ha tutto il carattere di qualcosa di annunciato. Quante volte il parroco si è lamentato, negli ultimi mesi, del bivaccare continuo di bande di ragazzini sulla scala di ingresso alla chiesa? Innumerevoli. Da uomo mite e responsabile ha sempre mantenuto un atteggiamento comprensivo, anche quando due sacrosanti scapaccioni sarebbero stati davvero benedetti, il mattino successivo qualche anima buona fra i parrocchiani si adoperava per ripulire uno dei luoghi più belli della città, sacro alla Chiesa e alla nostra storia.
Ora la misura è colma: infranto il vetro della bacheca degli annunci, vetri e bicchieri rotti ovunque, compresa la gradinata che porta in chiesa, lo sfregio di una lattina di birra e una bottiglia di prosecco infilate nei porta bandiera esterni e, per finire, vino e urina per terra.
Alcuni punti devono rimanere fermi:
1. Davanti al Duomo, in Via Cima, in Piazzetta Beccaruzzi, luoghi sensibili, vanno installate telecamere ben segnalate, in modo da essere dei deterrenti e risultare utili per identificare i vandali di turno. Non possiamo avere un poliziotto ogni 100 metri di strada, occorre trovare altre vie, per esempio:
2. Credo che l'Amministrazione comunale debba farsi parte attiva per costruire con i gestori dei locali del centro storico una linea comune di controllo ed educazione "sul campo" degli avventori. È già accaduto in altre città con buoni risultati: gli esercenti sanno bene di non essere solo dispensatori di alcol ma di poter svolgere anche un ruolo di controllo sociale, perfino di educazione, organizzando, con un po' di fantasia, percorsi che aiutino la gente non solo al bere responsabile ma a difendere la bellezza dei luoghi nei quali è così bello incontrarsi con gli amici. Senza devastarli.
3. Penso di averlo ripetuto ormai numerose volte: in questa città è urgente ridare centralità al Progetto Giovani recuperando spazi e risorse che permettano il fiorire delle idee, la messa in campo delle capacità, delle potenzialità, della buona volontà dei tantissimi ragazzi (e ragazze ovviamente) che potrebbero aiutarci a far sì che l'incomparabile fascino di Conegliano non sia buono solo dalle 22 in poi per ubriacarsi e fare danni, ma per creare punti e motivi di aggregazione intelligente.
A quel punto le mele marce verrebbero isolate automaticamente, non sarebbero gli esempi da seguire ma gli idioti da lasciare da parte.
Nel frattempo lo sdegno sale altissimo, vedendo una città così bella ridotta in questo modo, con il centro città che è l'ultimo dei pensieri di chi ha vinto le elezioni con lo slogan "pulizia e decoro" e che ha trascorso i mesi estivi senza dare segni tangibili di volontà nuove, a parte qualche proclama.
Conegliano è sempre stata conosciuta come una città accogliente, ordinata, nella quale si esprimeva il saper vivere, stiamo svuotando il centro proprio di tutto questo, stiamo diventando un brutto biglietto da visita.
Alla prossima, sperando di poter discutere delle proposte, magari nelle commissioni consiliari.
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