1. Gli archivi pubblici sono già aperti a tutti e gratuitamente, si tratta semmai di rendere maggiormente e meglio fruibile la sala studio.
2. Digitalizzazione, una bella parola che in questo caso non significa nulla: per farlo occorrerebbero investimenti tali da essere improponibili. Lo sanno bene anche archivi come quelli dello Stato di ogni capoluogo di provincia, l'Archivio di Stato di Venezia ecc. Ci sono modi molto semplici per evitare danni, che tutti gli archivi utilizzano, basterebbe informarsi, non pretendo che ci vada chi non ha interessi in quel senso. Si potrebbe anche ascoltare chi ci lavora avendone specifiche competenze. Dirò di più: i professionisti, anche nel campo culturale, esistono e, guarda caso, sanno anche come si fanno le cose.
3. La storia di Conegliano si è sviluppata in quello che è il suo cuore, ovvero il centro storico, quello è e deve rimanere il suo posto. Al momento non si parla di come immaginare il futuro del centro della città, quello che i mitici turisti del prosecco trovano e dovranno trovare: esso non può ridursi a una fabbrica di spritz attiva solo in orario serale. Anche qui serve voglia di imparare, conoscere, immaginare.
4. Sono contenta che si parli di archivio, un tema che può, all'apparenza, sembrare marginale, ma rappresenta un settore che chi ha amministrato Conegliano fino ad ora non ha considerato segno di attenzione, sbagliando di grosso. Rimango convinta che per ben amministrare sia necessario conoscere bene Conegliano, riconoscerne le eccellenze e ripartire dal patrimonio pubblico, che è di tutti.
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