La targa sulla casa dove furono uccisi i Conti Agosti, partigiani della Brigata Piave |
Qualche volta è necessario parlare chiaro, non nascondersi dietro frasi a doppio, triplo od oscuro senso o, peggio, sacrificare i propri pensieri profondi sull'altare degli equilibri delle maggioranze.
In questo modo, lo so, si rischia di perdere una fetta di potere, qualche poltrona, ma di sicuro si può continuare a camminare a testa alta.
Non sono una giurista e mi guardo bene dal brandire la Costituzione come se fosse un testo buono per dire tutto e il suo contrario, non mi metto a fare l'esegesi del diritto internazionale, ma ho una coscienza, così come milioni di altri cittadini.
E la coscienza riesce a farci inghiottire tanti rospi, ma a volte non ce la fa più e ci richiama a un dovere insopprimibile: di fronte a ingiustizie palesi occorre alzare la voce.
Alzarla forte e chiaro.
I cavilli giuridici saranno competenza dei giudici, loro sapranno capire come dipanare le questioni di legge, anche il conflitto tra norme diverse, come accade soprattutto quando si emanano provvedimenti scritti male e di corsa, con l'unico scopo di alzare i toni di una perenne campagna elettorale.
Avrei preferito che il mio Sindaco dicesse che per fortuna qui a Conegliano non ci siamo mai trovati (fino ad ora) ad affrontare i drammi di città come Palermo o Napoli, o Lampedusa, o altri luoghi; avrei preferito sentirgli dire che la nostra (sua ma anche mia) città non si è mai tirata indietro quando c'è stato qualcuno da aiutare senza guardarne il colore della pelle o il passaporto, che se la sicurezza è un valore importante e decisivo non la si garantisce buttando nella spazzatura le persone.
Donne e bambini vanno salvaguardati (perfino i nazisti li lasciavano insieme prima di ammazzarli), ma non capisco perché non possano avere pari dignità un padre di famiglia, un giovane che cerca un futuro, un essere umano e basta solo perché non ce la facevano più a vivere nei loro paesi.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse come farebbe a vivere con un solo maledettissimo dollaro al giorno o se quella condizione (comune a grande parte dell'umanità) non sia qualcosa degno di far sussultare la coscienza. Sempre che non si sia abbastanza pusillanimi da lavarsela, la coscienza, con qualche euro di sottoscrizione e una lacrimuccia davanti alla TV mentre si taglia il panettone.
Mi piacerebbe che per una volta si affermasse che relegare nella clandestinità le persone non ci rende più sicuri, anzi, si innesca il meccanismo, pericoloso per tutti, contrario.
Il mio Sindaco viene nelle scuole a parlare agli studenti, li vede, sorride loro: sarebbe in grado, così su due piedi, di stabilire chi fra loro è pericoloso, chi ha la cittadinanza italiana e chi no, chi è meritevole e chi no, da quale situazione sociale provengono? No, ovviamente, sono tutti bambini e allora, perché voler a tutti i costi negare le stesse possibilità ad altri?
Non basta, magari, anche se è utile, versare del denaro a cause umanitarie: occorre alzare la voce e dire cosa si pensa davvero dei valori del Natale, di quella carta costituzionale che nei suoi principi fondamentali è chiara e limpida come acqua di sorgente e dell'impegno politico che, il mio Sindaco lo ripete spesso ai diciottenni, deve essere inteso come volontà di fare il bene della comunità, che dovrebbe scaturire dal desiderio di cambiare in meglio il mondo, ciascuno per ciò che può.
Mi piacerebbe sentir dire, finalmente, che la criminalità organizzata che sta mettendo radici anche nel nostro Veneto, chi corrompe e chi è corrotto, chi inquina l'ambiente, chi non fa nulla per prevenire gli infortuni sul lavoro e chi sfrutta la manodopera a basso costo, chi evade le tasse e ruba i servizi agli altri (potremmo continuare, ma il concetto è chiaro) sono i veri mali di questo Paese.
O mi volete davvero convincere che l'unico male viene dai disperati della Terra?
Alzi la voce, Sindaco, dica cosa pensa dei veri, grandi problemi d'Italia e del mondo, alzi la voce e faccia pulizia della troppa ipocrisia che c'è in giro, dica che magari (senza ergersi a giudice, ovviamente) i suoi colleghi Sindaci che si sono ribellati hanno posto a tutti noi un problema di coscienza: quanto vale la vita umana? Ci sono vite e vite? Chi stabilisce il valore dell'una o dell'altra?
Prima ancora, ma soprattutto l'8 settembre 1943 in tanti non ce la fecero più e si ribellarono, dissero basta, rischiarono la vita e spesso versarono il loro sangue per la nostra libertà futura.
Oggi, in fondo, si tratta solo di dare voce alla coscienza, dare il giusto senso alla parola "sicurezza", di riaffermare il concetto, semplice dopo millenni di civiltà, di umanità.
Non si tratta di essere salviniani (mi risulta che lei, Sindaco, sia il coordinatore provinciale di un altro partito) o indipendentisti (vedi parentesi precedente), ma uomini del XXI secolo, italiani ed europei, fieri dei secoli di pensiero faticoso e di quanti non hanno mai avuto paura di pagare di persona per un'idea più alta di giustizia e umanità.
Giuste considerazioni Isabella !!!
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