E così, ciò che è uscito dalla porta rientra dalla finestra nel peggiore dei modi.
Il 3 maggio scorso il Consiglio Comunale, recependo dopo mesi quanto previsto dalla legge, ha approvato il regolamento per l'accesso alle prestazioni sociali agevolate.
L'articolo 3 prevede che il diritto, fatto salvo quanto dichiarato nel mod. ISEE, spetta ai cittadini residenti a Conegliano (senza altra specificazione) e agli stranieri residenti in Italia da almeno 2 anni.
Tutto questo riguarda soprattutto gli adulti e, nel regolamento, non si fa menzione delle mense scolastiche.
La delibera di Giunta 232 dello scorso 14 giugno dice invece qualcosa di nuovo e grave.
Scopriamo che per poter usufruire del buono pasto agevolato per i figli in età scolare di chi ha redditi bassi, bisogna essere residenti a Conegliano da almeno 3 (tre) anni...
Il che significa che anche le famiglie italiane che si spostano per vari motivi e che, visto che vengono da fuori, hanno maggiori difficoltà nella gestione familiare, dovranno arrangiarsi.
Odioso sistema per creare differenze e discriminazioni fin dalla giovane età, immaginando che esistano bisogni di serie A e bisogni di serie B, peggio ancora bambini di serie A e bambini di serie B.
Tra le altre cose ricordiamo che, ad esempio, i cittadini italiani ed europei hanno diritto di spostarsi ovunque nel territorio dell'UE.
Abbiamo tutti negli occhi certe immagini proposte in questi ultimi anni dalla televisione, con bambini costretti al digiuno o a pane e acqua mentre i loro compagni di classe mangiano una bella pastasciutta, scene che non vorremmo mai vedere a Conegliano.
Ancora una volta: giusto evitare l'evasione di quanto dovuto, recuperare per quanto possibile ciò che le casse comunali devono avere da chi non paga, ma speculare per pochi euro sui pasti dei bambini è, diciamo così, ripugnante.
Nessun commento:
Posta un commento