Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

lunedì 1 maggio 2017

96 anni, in coda al gazebo

96 anni, il passo incerto sostenuto da un bastone e dal braccio della figlia, si è messo in coda al gazebo per votare alle primarie del PD.
Mai rinuncerebbe a quel gesto semplice, tracciare una croce, che a lui è costato mesi di lotte, rischi, sacrifici che noi oggi non immaginiamo, immersi come siamo nel benessere e nella libertà, un atto democratico che tanti dei suoi compagni in armi non hanno mai potuto compiere.
Se li ricorda uno ad uno, i suoi compagni partigiani caduti, trucidati, impiccati, fucilati.
L'ho presentato ai due ventenni che trascrivevano nomi e documenti delle centinaia di persone che ieri, in una domenica assolata, sono venuti a compiere quello stesso gesto: due ragazzi volonterosi, studiosi che lo hanno guardato quasi increduli, come se faticassero a immaginarselo, quel vecchio di oggi, 70 anni fa, alla loro età, nel vigore degli anni e convinto di rischiare la vita facendo il partigiano.
Ha sofferto tanto, ha provato un dolore immenso quando il Partito Comunista si è sciolto, è uno che non ha mai parlato tanto e solo se interrogato, ma le idee le ha sempre avute chiare: stare dalla parte della libertà e dei più deboli, lui che la povertà l'ha conosciuta davvero, quando era un ragazzo.
Ieri, dopo avermi abbracciato ancora una volta, mi ha chiesto di accompagnarlo al tavolo per votare.
Si è attaccato al mio braccio e quando ho fatto il gesto di voltarmi per non violare la segretezza del voto, mi ha stretto più forte perché guardassi.
Ha fissato la scheda, ha pensato ancora un attimo e poi ha tracciato la sua croce tremolante dicendomi: "Bisogna andare qua".
Io ho un po' più della metà dei suoi anni e spero tanto che il mio cammino sia lungo almeno quanto il suo, lui è ben consapevole che la sua strada è agli sgoccioli.
Io ho ancora l'energia per lottare, per battermi, per agire e provare a far valere le mie idee, per affermare che si possono, si devono, accettare le sconfitte politiche convinti che il sale della democrazia sta nella dialettica, nello scambio difficile, a volte aspro, delle diverse prospettive.
Dai vecchi come lui ho imparato però il valore della comunità, dell'unità, dello sforzo per comprendere il mondo che cambia, in questi tempi difficili, a mille all'ora.
In tanti, ieri mattina, l'hanno detto, al gazebo: "Rimanete uniti, è l'unica speranza".
Io ho sostenuto e votato la mozione di Andrea Orlando, convinta che il PD debba tenere dentro di sé le idee della sinistra (che, sia chiaro, da sola non va da nessuna parte), rispettare di più chi non si allinea tout-court o non sale sul carro del vincitore per mero calcolo (c'è sempre qualcuno che scende e sale su un altro carro per i medesimi motivi), ascoltare la voce di chi si sente abbandonato e a cui non basta sentirsi dire che il futuro sarà roseo, stare a sentire chi si ritrova escluso, chi difende i diritti dei lavoratori (che non sono una specie in via di estinzione).
Sono ancora più convinta che da oggi sia più che mai necessario rimanere in questa casa, la mia casa, la mia comunità, quella composta da tutte quelle persone che ieri ci hanno dato un'altra immensa apertura di credito, a patto che restiamo uniti.
È il messaggio che mi ha lasciato il compagno partigiano attaccato al mio braccio mentre votava per Matteo Renzi: dobbiamo stare qui, questa è la nostra casa.
Prima che tornasse a casa, contento di aver votato ancora una volta, gli ho detto: "Mi raccomando, stai in gamba". Lui mi ha sorriso e abbracciato: "Ci provo, ma non è facile".
Oggi pomeriggio ero sulle Prealpi Trevigiane, dove lui e i suoi compagni hanno combattuto. Davanti a una casera rimessa a posto c'è un prato costellato di fiori gialli, fioriti proprio dove tanti di loro sono caduti, morti per la libertà.
Restiamo uniti, questo ciò che mi ha detto ieri, con la forza del suo sguardo vecchio e fiero, il mio amico compagno partigiano.


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