Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 22 maggio 2018

Incuria pubblica e privata #Conegliano

Due strade, un paio di considerazioni pensando che la poesia può sgridarci con belle parole.

 1. Gli appigli dei tigli fra i cespugli... 
Allitterazione quasi degna di un poeta? Macché, più che altro la sconsolata visione del viale più bello della città.
Ieri pomeriggio grazie al bel sole ho pensato di fare una passeggiata, era da un po' che non percorrevo Viale Benini; prima della fioritura i poveri tigli facevano proprio pena, guardandoli così spogli, coi rami potati, cercavo di immaginare il loro aspetto in primavera e in estate, quando di solito ombreggiano in modo spettacolare la strada. Tra parentesi mi chiedo se andassero potati a quel modo, come del resto quelli di Viale Spellanzon.
Torniamo al viale del castello: la natura, si sa, si fa giustamente beffe di noi e della nostra pretesa di dominarla e cresce dove può. Il risultato è che la primavera è arrivata e al posto delle belle fronde a cui eravamo abituati sotto i tigli sono malamente cresciuti cespugli disordinati. Il risultato è esteticamente inguardabile: in alto i poveri alberi che tentano di ricrescere, privi dei loro rami, in basso cespugli senza un ordine. 

2. Ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi...
Questo, invece, il grande Montale. Sempre ieri ho percorso anche Via dei Pascoli. Un signore intraprendente, munito di cesoie, stava liberando dai rovi il parcheggio pubblico lungo la parte finale della via, poco prima dell'immissione in Via Cavallotti. Stanco di aspettare che qualcuno ordinasse ai proprietari del terreno confinante di tagliare i rami che occupano parte dei parcheggi, deciso a non graffiare la carrozzeria dell'auto, desideroso di non parcheggiare fuori dalla linea bianca per evitare incidenti (e magari multe per divieto di sosta), ha deciso, per così dire, di farsi giustizia da sé. Un altro automobilista si stava offrendo di aiutarlo. 
Continuando a salire la strada ho scoperto che dal medesimo terreno (non so se la proprietà sia la stessa ma non è un mio problema) rovi e sterpi occupano anche il marciapiedi destinato ai pedoni, proprio tra quest'ultimo e il guard-rail su una curva pericolosa.

Finalino tristemente ironico: Non presento una interpellanza ma, visto che ultimamente si risponde sui giornali, ho deciso anch'io di scrivere pubblicamente, magari mi si risponde con una lettera ufficiale... Vogliamo ridare un po' di decenza e decoro al viale del castello? Vogliamo applicare il regolamento di polizia che prevede l'obbligo per i proprietari di tagliare la vegetazione che occupa uno spazio pubblico? Ricordo che il problema dei rovi in via dei Pascoli c'è sempre, non è una novità.
Forse, come sempre, sono io che mi sbaglio: si tratta di un percorso poetico a nostra insaputa, così, giusto per farci ripassare le allitterazioni.
SGRUNT!

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