Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

lunedì 26 dicembre 2016

Vandali d'accatto. #Conegliano


Non esite linea di demarcazione, non ci sono confini né resistenza morale, etica, civile: là dove manca una cosa molto semplice, ovvero l'educazione, scarsissima intelligenza e (molto spesso) ubriachezza producono le offese al decoro, al lavoro altrui, alla bellezza, alla dignità di luoghi che sono di tutti e quindi anche di chi li deturpa.
Ancora una volta Piazza Cima, il cuore di Conegliano, e con essa la strada, i portici, hanno dovuto assistere alle "bravate" inutili e pericolose di qualche banda di cretini.
Là dove nei secoli scorsi si giocava alla pallacorda, oggi qualcuno ha pensato di introdurre l'attività consistente nel rompere bicchieri e bottiglie spargendone i resti ovunque e nel prendere a calci il bel presepe di paglia sottostante l'albero di Natale.
Già nelle prime notti dopo l'allestimento del presepe c'erano stati danni, ma l'aver compiuto l'atto più grave proprio nel giorno di Natale aggiunge gravità al gesto e sconforto generale.
Tra l'altro i piccoli vetri dissiminati per la piazza diventano un pericolo per i tanti bambini che nei giorni di festa ci giocano rincorrendo il pallido sole e per i piccoli animali che accompagnano i loro padroni nelle passeggiate.
Idioti, quindi, incivili e anche criminali.
Sostanzialmente privi di quella educazione di base che dovrebbe far comprendere il limite oltre il quale non ci si deve spingere nemmeno se ubriachi all'ultimo stadio. La rabbia potrebbe indurre a fare paragoni forse ingiusti, ma è un dato che ci sono intere fasce di popolazione nelle quali la buona educazione, il rispetto delle regole, l'abitudine all'impegno per conquistarsi qualcosa, il rispetto per il lavoro degli altri, l'accettazione delle sconfitte e l'abitudine a considerare la bellezza un valore fanno fatica ad emergere. Esattamente come accade sempre più spesso, e ogni anno di più, nelle scuole, dove il compito più arduo non è tanto spiegare l'analisi logica (a volte verrebbe voglia di rinunciarci...), ma la logica elementare del vivere insieme.
A più riprese si è parlato di come affrontare il tema del decoro del nostro bellissimo centro storico: certamente occorre una repressione decisa e senza indugi, costringendo chi deturpa e sporca a ripulire, oltre che a pagare una salatissima multa, visto che pulire gli spazi pubblici costa molto a tutta la comunità.
Occorre però che questi luoghi, queste strade, queste piazzette, entrino nel cuore di chi amministra, cercando in tutti i modi di avviare iniziative comuni che coinvolgano anche i gestori dei tanti locali disseminati dall'inizio alla fine della strada: è interesse di tutti, residenti, esercenti, pubblico che il salotto della città smetta di essere, troppe notti alla settimana, una cloaca e il parco giochi dei vandali.
I vetri sono piccoli, non si vedono se non osservando bene


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