Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

mercoledì 27 gennaio 2016

Binari verso la morte. #Auschwitz

I binari si susseguono paralleli, scavalcano, lambiscono, attraversano città e campagne; i binari si intrecciano là dove potranno far cambiare direzione ai convogli che passano sopra di loro. Oppure no.
Immutabili, riconoscibili, affascinanti.
Già da decenni i mostri d'acciaio sferragliavano stridendo e cigolando, sbuffando col loro inconfondibile rumore: c'era stata una festa quando la prima locomotiva era giunta nella nuova stazione ferroviaria. Il castello millenario osservava dall'alto la storia che all'improvviso accelerava con la velocità del treno: nulla sarebbe stato come prima.
Ma, come sempre c'è un ma: là dove c'era un simbolo di pace e di progresso adesso poteva esserci anche un nuovo strumento di morte.
I bombardamenti, con le nuove guerre di massa, avevano già trasformato i binari in ignoti Caronte.

Lina mi guarda, i suoi occhi chiari luccicano ancora ripensando ai quei giorni, a quando il sibilo delle bombe e gli scoppi erano la musica quotidiana. Era una ragazzina e cresceva imparando a convivere con la paura.
"Me li ricordo bene, quei vagoni carichi di gente disperata. In stazione, quando fermavano i treni diretti ai campi di concentramento, tante donne si organizzavano per cercare di aiutare, di dare qualcosa da mangiare e da bere a quella povera gente, affamata, assetata, infreddolita, impaurita. Qualcuno, addirittura, pensava a come fare per farla scappare.
Ma ricordo anche certe donne (donne...) che dicevano ai soldati: - Fate il vostro dovere -, che voleva dire ammazzate pure, se dovete. Hanno fatto tanto male quelle donne, ma c'è giustizia e sono tutte morte male, in qualche modo".
Lina poi tace, e gli occhi luccicano ancora di più.
Donne simbolo di vita, donne che aiutano chi soffre. Donne che aiutano invece la morte, la crudeltà.
Non è mai a senso unico, la storia, e c'è sempre la possibilità di scegliere: stare dalla parte della vita, della libertà, del rispetto dell'umanità, oppure girarsi dall'altra parte, oppure, addirittura, schierarsi con il male, col male assoluto.
La "banalità del male" non è un concetto filosofico, ma una tremenda realtà: la cattiveria, la ferocia albergano dove meno te l'aspetti, dentro persone che prima parevano proprio come noi, erano come noi.
Si può sempre scegliere da che parte stare: oggi più che mai, in un'Europa che sta riscoprendo il filo spinato, ricordare Auschwitz dovrebbe far riflettere.
Mai più, ma nemmeno oggi.

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