Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

lunedì 21 dicembre 2015

PAT Conegliano. Zero progetti, zero idee per il futuro

21 dicembre 2015. 
Discussione in Consiglio Comunale per l'adozione del PAT (Piano di Assetto del Territorio). Riporto il testo del mio intervento, cui sono seguiti quelli, puntuali ed incisivi, degli altri colleghi dell'opposizione.
Sta ora alla città rendersi conto della classe politica che la governa: nel 2017 si potrà cambiare.

1. Viviamo tempi difficili, colmi di scadenze e così è facile, andando di corsa, sbagliare. Che, come tutti sanno, humanum est, sul perseverare, poi, la questione si fa complicata.
Non mi stupisco, quindi, che nella fretta di stendere questi documenti, la zona della Ferrera sia diventata Ferrara. D'altronde i refusi abbondano anche se la zoppa arena di Conegliano informa pare somigliare più a un lapsus freudiano.
Ma lasciamo perdere, qui stiamo discutendo del PAT, cioè, come recitano i documenti, delle scelte strategiche per il governo del territorio, vale a dire il futuro della nostra città. Un argomento così importante merita serietà, cura e molta attenzione. Si parla di Pianificazione strutturale della città di Conegliano.
La prima impressione è stata che la montagna, come si dice, abbia partorito un topolino, o forse i mustelidi e i piccoli rettili che il PAT si prefigge di proteggere (pag. 125 delle norme tecniche). Siamo sicuri che questi piccoli amici animali troveranno un habitat perfetto nella Amerigo Vespucci che, come tutto il resto della viabilità comunale, nel documento, e quindi nella strategia, non esiste.
2. Il PAT ci dice che non sarà possibile costruire se ciò altera la prospettiva e il pubblico godimento  del quadro storico-ambientale e del contesto figurativo. Si dice anche che, a proposito dei coni visuali, il paesaggio deve essere percepito libero da edificazioni se poi permettiamo di costruire davanti a Monticella da un lato e dall'altro impediamo alla gente di andarsi a godere i famosi coni visuali, per esempio sotto o sulle o intorno alle mura? Dov'è l'intervento strategico?
3. A proposito del centro storico si dice che esso va salvaguardato e conservato, che sono necessari i rilievi archeologici, che bisogna favorire il mantenimento delle funzioni tradizionali, affievolite o minacciate, prima fra queste la residenza della popolazione originaria. Cosa vuol dire tutto questo? Mi sta bene che non si costruisca un bel condominio in Piazza Cima, ma nel concreto, a parte non far crollare gli edifici (tra l'altro per la stragrande maggioranza privati), cosa significa tutto ciò? La popolazione originaria, diciamo meglio gli aborigeni di via XX Settembre, avrà forse delle riserve in cui dare spettacolo per i turisti?
E poi, i turisti, come arriveranno in centro storico, per non parlare del castello?
4. E per gli aborigeni che vivono extra moenia cosa si prevede? Cosa immagina la strategia del Comune nei riguardi dell'edilizia economica e popolare? Ci sono diversi provvedimenti di legge in questo senso, ma nessuno di questi trova spazio nel grande documento che stiamo discutendo. Lo vedremo anche dopo.
5. Rimanendo ancora fuori dagli ATO, fra i beni architettonicamente importanti è completamente sparito il "ponte romano" che molto pomposamente si è dichiarato di voler restaurare e che non esiste nemmeno nei siti a rischio archeologico.
In compenso l'ex scuola elementare di Ogliano, a detta del PAT, è ancora sede del liceo linguistico, in Via Ortigara c'è ancora il centro di salute mentale, a S. Francesco ancora le scuole elementari, non esiste la chiesa di S. Orsola....
6. Gli alberi purtroppo, temo sarà così, non avranno lo stesso destino dei mustelidi degli anfibi e dei piccoli rettili: si segnalano emergenze e si dice che non ci potranno essere abbattimenti ma solo limitati interventi di potatura, ma gli unici alberi monumentali sono in piazza Duca d'Aosta e in via dei Colli. Da qualche parte si prescrive di catalogare altri alberi (ma allora perché avete bocciato la nostra mozione che prevedeva la stessa cosa? Secondo la Legge 10 del 2013 gli alberi monumentali sono anche quelli che presentano un valore ecologico, storico, culturale, religioso, paesaggistico. Tutti gli altri sono un monumento alla bellezza e alla salute.
7. La Grande Guerra. L'argomento, oltre ad essere di grande attualità, è sempre assai luttuoso. È sconvolgente che fra i luoghi segnalati appaia la scuola enologica la cui sede, come si sa, fu inaugurata nel 1924 nientepopodimenoché da Benito Mussolini... Ad essere bombardata fu la vecchia sede nel centro storico, a pochi passi da qui e di cui non c'è più traccia e non ci siano, invece, il Collegio Immacolata e, scusate se è poco, il monumento ai caduti di Piazza IV Novembre (con i nomi di tutti i nostri concittadini morti nella Grande Guerra e il Museo degli Alpini, riconosciuto dalla Regione come luogo simbolo per la conoscenza di quelle vicende.

8. Gli ATO. Solo alcune note, le più eclatanti.
Campolongo: si dice che c'è modesta qualità urbana, con carenza di servizi di quartiere, e poi si dichiara che sui pochi suoli agricoli rimasti bisogna LIMITARE ove possibile l'edificabilità? E si conferma un ambito trasformabile? Io direi Basta cemento e più servizi al quartiere.
Piovesana - Stadio - Zanussi: Nell'area stadio viene inserita come servizio la caserma dei vigili del fuoco... che come sappiamo è da tutt'altra parte.... E poi, quali sarebbero i grandi servizi? Si indica poi anche il macello comunale....che non esiste più da decenni. Non serve commento, sempre che per macello non si indichino la zona di degrado poco prima del semaforo di Via Vital e le case popolari della zona.
Ospedale: Scopriamo ora che fra i servizi sono scomparsi Carabinieri e Guardia di Finanza e che c'è carenza di parcheggi, ma che nulla è stato pensato riguardo allo stato in cui versa la zona dell'ex Caserma San Marco.
Centro storico: scopriamo che la Nostra Famiglia è qui e non  a Costa e che fra i servizi sono scomparse le scuole elementari e medie di Via Sbarra e il luogo in cui siamo. Il Municipio, qui in piazza Cima e tutte le altre sedi, non sono considerati servizi.
Lourdes Monticella: si accenna al traffico sostenuto di Via Lourdes "che condiziona pesantemente l'osmosi tra le aree ad est e ad ovest. Bene, lo sanno bene tutti quelli che vi abitano o transitano. Quindi, cosa si prevede? Di progettare i "vuoti urbani"
Area Zanussi: con la scusa che si tratta di un progetto complesso si prevede che ci possa stare qualsiasi cosa, anche la biblioteca. Ma scusate, non doveva essere alla Marras?
Area ex Fosse Tomasi: Gli indirizzi per il Piano degli Interventi prevedono "La possibile acquisizione di immobili, costituiti da aree da destinare ad uso pubblico ed alla viabilità; in particolare lo svincolo o rotatoria all’incrocio tra la SS. 13 Pontebbana / Viale Matteotti". Rotonda già fatta

Si potrebbe continuare, purtroppo.
A questo punto non si può più parlare di refusi ma di un copia - incolla mal fatto, di errori o dell'idea che tanto nessuno avrebbe letto tante pagine o, peggio, che si tratti di un documento volutamente poco chiaro. Non voglio pensare che sia così, ma questo PAT nel suo complesso fa venire alla mente alcune parole di papa Francesco sull'ipocrisia, quando dice che si tratta di un atteggiamento che non si sa bene come sia, non è luce e non è tenebra, pare non minacciare nessuno, come la serpe, con il fascino del chiaroscuro.

Non lo voglio proprio pensare, penso però che dopo 11 anni qualcuno poteva almeno prendersi la briga di correggere le bozze.

1 commento:

  1. Quello che rattrista e' che questa amministrazione come unica risposta abbia preferito sorvolare per nascondere e quindi confermare l'assenza di idee.

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