Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 8 dicembre 2015

Dove sono finite le nostre ali?

8 dicembre, giornata di festa. A parte la nebbia nella pianura veneto-friulana, non sembra davvero inverno.
I costoni delle Prealpi e delle Alpi Carniche sono brulli, nemmeno sulle Giulie si vede la traccia di recenti nevicate, le creste, quasi eteree, si confondono con il celeste pallido di un cielo che attende ancora un po' prima di diventare azzurro, luminoso, sotto i raggi del sole che illuminano e riscaldano.
Giornata ideale per bighellonare, visitare qualche luogo noto o nuovo, o curioso, passeggiare in prati che non conoscono il fango da un bel po', visto che non piove ormai da tempo immemorabile.
Il cimitero di Palmanova è quasi deserto, ma la cosa è quasi scontata, a quest'ora di un mattino di festa: tanti saranno a Messa, tantissimi in montagna a sciare (sulla neve finta e senza bianchi abeti di contorno), altri chissà.
Palmanova vale sempre la visita: le possenti mura, i sentieri per le bici e le scarpe, la splendida piazza assolata e pedonale, un'attrazione incredibile per i bambini che abbiano voglia di correre e giocare senza rischi. Eppure non c'è quasi nessuno, solo qualche decina di persone che esce dalla Chiesa dopo la celebrazione.
Il sole ci scalda prendendo un aperitivo seduti fuori, chissà dove sono tutti?
Non importa, noi continuiamo la gitarella all'aria aperta: prossima tappa a Gradisca, ancora bastioni cinquecenteschi, il genio di Leonardo chiamato dalla Serenissima preoccupata dei nemici alle porte, un'altra cittadina del profondo Friuli che parla veneziano nei palazzi, nelle strade, nei simboli. Lo scorrere delle acque dell'Isonzo rallegra da un lato e richiama la memoria dei primi tremendi anni della Grande Guerra, della carneficina  del Monte San Michele, appena lì sopra.
Oggi solo pace, sole e tanto verde: tutto invita a stare all'aria aperta, passeggiare, chiacchierare.

È davvero strano: anche qui non c'è quasi nessuno in giro. Possibile che tutti siano chiusi in casa o a sciare?
La risposta, ahinoi, è proprio fra le due città, nei due immensi centri commerciali con i parcheggi pieni di automobili, altre ne stanno arrivando in una continua sequenza.
Ecco dov'erano tutti.
Ci dicono che il PIL sta lentamente risalendo, possibile che l'unico modo per dimostrare nuovo ottimismo sia quello di riversarci tutti insieme, omologati, in luoghi (meglio forse non-luoghi) tutti uguali, vestiti tutti uguali a comprare le stesse cose che quasi sicuramente non ci servono?
Stasera i telegiornali ci mostreranno ancora una volta cittadini trasformati in allegri (fino a quando?) consumatori, muniti di sacchetti o, eventualità ancora peggiore, frequentatori squattrinati di luoghi sberluccicanti che si illudono di far parte della massa festante.
Con giornate come queste, credetemi, gli squattrinati potrebbero almeno prendersi la rivincita sugli altri aprendo le ali del respiro e della voglia di sognare, pensare, guardandosi intorno.
Non costa niente e rende più felici.




Nessun commento:

Posta un commento