Franco Busetto se n'è andato a pochi giorni dal 70° della Liberazione, proprio quando la Camera dei Deputati, di cui fu membro autorevole, celebra l'anniversario della fine del nazifascismo.
Era uno di quegli uomini che hanno davvero dedicato tutta la vita al proprio Paese e all'idea di pace e giustizia.
Ho avuto il privilegio di conoscerlo, di condividere con lui un pezzo di strada e di averlo avuto come amico: quarant'anni di differenza non sono nulla di fronte a chi sa rimanere curioso, attivo, con la voglia di capire e conoscere, sempre, con la capacità di dare consigli e consolare, anche, magari davanti ad un buon caffé nella sua amatissima Padova.
Instancabile nel perpetuare la memoria dei campi di concentramento, fino a pochi anni fa ha accompagnato, arzillo e pimpante, intere scolaresche a visitare Mauthausen, dove fu deportato.
La Resistenza, l'antifascismo militante, la fedeltà alla Costituzione repubblicana, la sua difesa e diffusione sono stati certamente punti di riferimento di un'intera vita, lunga e ben spesa.
Aveva fatto della politica una ragione di vita, intendendola come un servizio e un onore e non come fonte di privilegi. Fu Questore della Camera dei Deputati, grande dirigente del Partito Comunista, soprattutto uomo rispettato e ascoltato da tutti.
Ricevevo con piacere i suoi libri, che mi giungevano sempre accompagnati da una dedica speciale: pur nei tanti impegni riusciva a non dimenticarsi mai di nessuno.
Una vita spesa in nome della giustizia, della comprensione,
dell'assoluto rigore personale, dell'onestà e della passione è una vita
vissuta davvero.
Stringendomi accanto ai suoi familiari e ad Antonella mi piace ricordare Franco col suo sorriso paterno e la sua grande ironia.
Ciao Franco
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