Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 16 giugno 2015

Guerra e pace

La guerra non è un'amenità, ma l'opera più ignobile nella vita; bisogna capirlo, e non giocare alla guerra.
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E che cos'è la guerra, che cosa occorre per il successo nelle operazioni militari? Quali sono i costumi d'una società militare? Lo scopo della guerra è l'assassinio; gli strumenti della guerra sono lo spionaggio, il tradimento, l'incitamento a tradire, la spoliazione degli abitanti, il saccheggio a danno degli abitanti stessi o il furto per vettovagliare l'esercito; l'inganno e la menzogna, che si dicono astuzie militari; i costumi della casta militare sono l'assenza di libertà, cioè la disciplina - l'ozio, l'ignoranza, la crudeltà, la corruzione, l'ubriachezza. E ciò nonostante, questa è una classe superiore, onorata da tutti: tutti gli imperatori, tranne l'imperatore della Cina, portano l'uniforme militare, e a colui che ha ucciso un maggiore numero di uomini, si dà la più alta ricompensa.
Si incontrano, come si incontreranno domani, con lo scopo di uccidere; abbattono, stroncano diecine di migliaia d'uomini; e poi celebreranno dei Te Deum di grazia, perché hanno ucciso molta gente (di cui accrescono anche il numero), e proclamano la vittoria, reputando che quanto maggiore è il numero dei caduti, tanto maggiore è il merito. Come Dio di lassù li guarda e li ascolta!

(Così esclamava il principe Andrea Bolkonskij il 25 agosto 1812, prima della battaglia di Borodinò.
Da Guerra e pace, di Lev Tolstoj)

Ogni commento è superfluo: il grande maestro non è ancora stato ascoltato

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