Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

lunedì 22 settembre 2014

Incontro con l'Imam

All'ingresso della sala già affollata sono accolta da un intenso profumo di incenso con sentori di sandalo e gelsomino, due lunghi tavoli sono già imbanditi per la festa finale.
Sheikh Rajah Albaqmi è già seduto all'altro lato della lunga sala, immobile e ieratico, ha già pregato insieme a quelli che hanno potuto raggiungerlo prima di cena.
Il suo abito candido incornicia una barba nerissima, i suoi occhi color carbone brillano come solo quelli della sua gente, incandescenti come la sabbia del deserto arabico. E' compunto, serio, assorto e osserva la sala che si riempie di gente chiassosa che si saluta, si abbraccia, si bacia.
Le donne, un gruppetto non molto numeroso, sono sedute nelle ultime file, una accanto all'altra e tentano inutilmente di tenere a bada bimbi di tutte le età che, com'è ovvio, approfittano della serata speciale per giocare, rincorrersi, nascondersi.
Quasi tutti gli uomini indossano il caftano ed il berretto da preghiera, anche i bimbi più grandicelli hanno l'onore di indossare quegli abiti tradizionali: incontrare un Imam, per i musulmani che vivono dalle nostre parti non è cosa di tutti i giorni, l'occasione è solenne.
Pur trattandosi di una struttura normalmente sportiva mi pare di entrare in un altro mondo, mi guardo intorno e la sensazione principale che avverto è l'allegria, quella tipica di chi si incontra dopo tanto tempo e per un'occasione importante.
L'argomento della serata, però, è di quelli che più seri non si potrebbe. Peccato che per motivi organizzativi le comunità islamiche della Sinistra Piave non siano riuscite a pubblicizzare a dovere un evento quasi unico per il nostro territorio: si parla di terrorismo, di quanto male esso faccia all'Islam tutto. 
Sheikh Rajah Albaqmi è un alto esponente dell'Arabia Saudita, dove tra poco confluiranno milioni di musulmani da tutto il mondo per il pellegrinaggio alla Mecca. Si tratta di arginare gli estremismi, di garantire sicurezza e ordine, di mostrare al pianeta intero il volto dell'Islam.
Quando lui inizia a parlare tutti tacciono, a parte i bambini che (uguali in tutto il mondo) non colgono il momento e continuano tranquillamente a giocare all'esterno. Si alzano molti telefonini per riprendere l'evento. Parla in arabo, un addetto traduce.
Penso che i sacerdoti si somigliano un po' tutti: la voce è chiara e forte ma leggermente salmodiante, a volte stentorea. Parla di Dio, dell'unico Dio che accomuna musulmani e cristiani, parla di sicurezza, dice che quest'ultima "è frutto dell'unificazione sotto il volere di Allah". Sottolinea, questo è un passaggio che apprezzo molto, che "Questo è un momento di debolezza, perché ci sono guerra e ignoranza. La sicurezza è il contrario della violenza, perché sta nel cervello e non nel sangue".
Spesso il discorso si trasforma in canto, che io colgo come una sorta di preghiera. Mentre parla molti stanno a capo chino, in religioso ascolto. E' indubitabilmente vero che per ogni credente Dio è in ogni luogo e si manifesta ovunque.
Dice l'Imam che l'Islam vuole il diritto di chiamare all'unificazione il popolo di Allah, dice che Allah vuole la pace, che il terrorismo è contro Allah. Dice che il comportamento è la cosa fondamentale per ogni buon musulmano.
Alla fine chiama a sé i rappresentanti delle varie comunità nazionali presenti in sala: vengono da Tunisia, Marocco, Bangladesh, Senegal, Macedonia.....
Abbiamo ancora molta strada da fare per conoscerci meglio, per accettarci l'un l'altro, per comprendere davvero che la terra è grande e c'è posto per tutti.
Domani, se continueremo a parlarci, se l'Islam risolverà molti dei problemi che lo affliggono e il mondo occidentale la finirà di pensare di essere solo sotto attacco, scopriremo che potrebbe essere davvero poco importante a quale fede (o a nessuna fede) gli esseri umani appartengono.
Incontri come quello a cui ho assistito sono un buon punto di partenza, almeno per la nostra comunità.
Grazie a chi l'ha organizzato, spero ne seguiranno molti altri.

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