Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

giovedì 30 gennaio 2020

Quante deleghe ha il Sindaco? Una o centomila?

A guardare il bilancio del Comune di Conegliano appare chiaro che, fatti salvi i costi del personale e quelli per il funzionamento della macchina comunale, la parte del leone è dovuta alle spese destinate, per così dire, al "sociale".
Materia complessa, molto difficile sia perché grande è la mole di regolamenti, leggi, procedure sia, soprattutto, perché incontra la parte più debole della popolazione: anziani, persone con disabilità, con difficoltà di ordine economico, abitativo, psicologico, lavorativo, di condizione personale, di salute (spesso tutte queste messe insieme), minori con famiglie in crisi...
Basta entrare negli uffici dei Servizi Sociali del Comune per testare con mano la mole di lavoro, che non è solo composta di documenti da compilare ma, soprattutto, riguarda questioni delicatissime, da trattare con calma, professionalità, con una notevole capacità di ascolto e comprensione nei confronti di chi sta dall'altra parte.
Ebbene, sarà che le ultime vicende "social" hanno dato la stura a tante considerazioni, sarà che, forse, la misura comincia ad essere abbastanza colma, ma le lamentele, le telefonate, i messaggi ricevuti da più parti meritano ormai di essere espressi.
Tra le altre cose, anche a una lettura frettolosa delle Delibere di Giunta, appare chiaro che il lavoro dell'assessore al Sociale è volto soprattutto al patrocinio di iniziative varie di ambito sanitario, lodevolissime ma che non costruiscono una politica sociale. E dire che basterebbe, ancora una volta, fare tesoro delle esperienze di altri, comprese, va detto, quelle di Conegliano un po' di anni fa.
Ma, parafrasando Manzoni, "Uno se non ha l'ispirazione, un certo tipo di talento, non può darselo". Però, se decide di far politica, dovrebbe farsene una ragione e occuparsi di altro.
È noto a molti che ogni mercoledì, nel suo orario di ricevimento, il Sindaco incontra tantissime persone appartenenti alle categorie sopra menzionate. Voi direte: Naturale! Mica tanto: vanno da lui perché non riescono a parlare con l'Assessore delegato al Sociale.
Non una volta, ma praticamente sempre, ormai da quando ha ricevuto l'incarico, chi ne ha bisogno non riesce a parlare con l'Assessore Colombari: impossibile.
Che cosa avrà mai da fare di così fondamentale per non riuscire a incontrare il pubblico? C'è forse la paura di dover stringere mani che non hanno una recente manicure? Di dover sbattere il muso contro quella cosa brutta che si chiama disagio?
Di certo è più bello ed elegante parlare con medici, professionisti, organizzare convegni in tema sanitario, ma l'Assessorato ai Servizi Sociali è un'altra cosa. Vuol dire farsi carico, a volte portandosi a casa il dolore degli altri, di problemi anche gravi, anche brutti da vedere e sentire.
Signor Sindaco, se ritiene di doversi attribuire anche quelle deleghe ne prenda atto e ce lo faccia sapere: almeno i cittadini sapranno bene cosa fare, e lo sapranno anche (credo) quelli che in quegli uffici lavorano.
Oppure, caro Sindaco, se incombe la campagna elettorale per le Regionali (i giornali parlano, scrivono, ipotizzano), questa è la volta buona per farsi aiutare dal suo assessore: le dica di ricevere il pubblico, almeno. "Sporcarsi le mani" non può che aiutare a capire meglio cosa vuol dire tradire o essere leali.


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