70 anni, un bel compleanno per una nazione ancora giovane, ancora piena di contraddizioni e storture, ancora da fare del tutto, ma pur sempre una delle democrazie più vere e autentiche d'Europa e dell'intero pianeta.
Una nazione che deve tanta della propria storia migliore all'impegno, al sacrificio e all'intelligenza delle donne, dal Risorgimento fino ad oggi.
Dopo l'immane sforzo compiuto anche dalle donne durante la Grande Guerra
e il tradimento delle loro speranze da parte del regime di Mussolini,
furono centinaia le antifasciste incarcerate dal Tribunale
Speciale, le staffette, le partigiane, le resistenti in vario modo.
Tutte loro, col sacrificio personale, conquistarono finalmente i diritti politici, l'elettorato attivo e passivo.
Proprio nel 1946 furono elette le prime costituenti, le madri della nuova Patria, le prime donne sindaco, le prime consigliere comunali.
La
battaglia non fu facile, molti anche tra le fila della sinistra non si
fidavano delle donne: toccò a loro dimostrare ancora una volta il
proprio valore, scoprendo che ad esse (ancora oggi) si chiede comunque
di essere preparate e capaci almeno il doppio dei colleghi uomini.
Dal
1946, quando le donne votarono per la prima volta, sia per il
referendum che per l'Assemblea Costituente, l'Italia è un Paese
democratico e grazie al contributo decisivo delle "madri della Patria"
la nostra Costituzione afferma con forza la parità di genere.
Da allora, senza alcun regalo, le donne hanno conquistato la parità di salario, il diritto agli asili, ai consultori, l'autonomia nel decidere del proprio corpo, la parità nel diritto di famiglia e tanto altro ancora. Rimane ancora tanto da fare, lo sappiamo, e il futuro delle donne italiane sarà legato a doppio filo con la consapevolezza degli uomini, da far crescere, da far cementare soprattutto a partire dalle nuove generazioni di ragazzi e ragazze.
Alle
21 elette di allora, a tutte quelle che entrarono nei primi Consigli Comunali e
anche a quelle che comunque contribuirono al successo della democrazia
deve oggi andare il nostro perenne ringraziamento per ciò che hanno saputo
fare e per ciò che ci hanno insegnato, soprattutto che nessun
avanzamento è per sempre, se non affermato ogni giorno con tenacia e
passione.
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