Non c'è pace per la Fontana dei Cavalli di Conegliano.
Ha resistito indomita al passaggio degli eserciti, agli incendi ed ai bombardamenti, è servita a risciacquare indumenti e facce di viandanti, a far sognare generazioni di bambini quando era abitata da qualche pesciolino rosso.
E' amata dai Coneglianesi di sempre, da quelli che vogliono vedere un bel monumento senza salire fino al Castello, da quanti arrivano da fuori e ci camminano intorno leccando un gelato.
Facendo sostare le scolaresche davanti alla fontana docenti e guide attenti possono raccontare interi secoli di storia di queste contrade, da quel crocicchio si può parlare di mura, di Dante Alighieri, di Napoleone, della fine pretenziosa di Venezia e dell'Ottocento orgoglioso, di alberi e giardini, di amore per il bello e, anche, di amare considerazioni sul presente.
Vandali l'hanno ferita e imbrattata, il tempo l'ha un po' coperta con la sua patina, ora scopriamo amaramente che ieri si è staccato un pezzo del braccio del dio Nettuno.
Vecchiaia? Agenti atmosferici? Il tempo?
Una cosa è certa. I vecchi hanno bisogno di cure, Nettuno è molto anziano, delicato, guida da secoli i suoi cavalli dominando una fontana bellissima: come le infinite statute della moltitudine di fontane di questa Italia, anche questa ha bisogno di un'indagine accurata, di radiografie che ne comprendano bene lo stato di salute interno.
Dottori bravi e appassionati restituiscano a Conegliano la Fontana dei Cavalli bella com'è ora all'esterno e curata al suo interno, proprio come un'amica risanata.
Nonostante la fatica di pochi Conegliano sta proprio "perdendo i pezzi" !
RispondiEliminaHai ragione, ma non dobbiamo demordere! Cambiare rotta è difficile ma si può.
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