
Di fronte alla mozione
presentata dal PD lo scorso ottobre (!), e discussa solo ieri sera,
che chiedeva un pronunciamento politico e un impegno ad osservare
quanto previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e
quanto scritto nel rapporto della Soprintendenza per i beni
archeologici del Veneto, la maggioranza ha pensato bene di bocciarla.
La scusa accampata
dell'"ovvio" e del "dovuto" non regge. Chi ha
amministrato finora questa città ben di rado si è preoccupato di
salvaguardarne il glorioso e antichissimo passato: scavi e lavori
anche nel cuore del centro storico non hanno mai visto l'intervento
di archeologi professionisti per verificare la presenza di oggetti e
manufatti preziosi.
Le vicende riguardanti
il "parco del castello" degli ultimi mesi, poi, sono la
cartina al tornasole del vero interesse esistente.
C'è una dose di
ipocrisia in tutto questo: dire che è ovvio e dovuto preoccuparsi
della salvaguardia del patrimonio archeologico e paesaggistico
sottintende l'idea che tutto sia a posto e sappiamo che non è così.
Nell'approvare le ultime
varianti al PRG (il PAT ancora non si sa che fine abbia fatto) non
abbiamo mai sentito impegni seri volti ad osservare le disposizioni
in materia (ricordiamo che il rapporto della Soprintendenza è giunto
un anno fa).

Da mesi e mesi le mura
del lato nord del Castello versano in una situazione allarmante, i
teloni verdi che impediscono di affacciarsi per il pericolo di crollo
stanno diventando essi stessi parte del paesaggio (un orrendo
paesaggio), i rovi e le sterpaglie sottostanti impediscono di pulire
il terreno e di riparare i danni.
Che fine ha fatto l'idea di creare un vero "Parco del Castello", fruibile dalle persone e non solo scritto su un pezzo di carta ormai dimenticato?

Provvederemo ad informare
la Soprintendenza che la maggioranza ha bocciato una mozione che
accoglieva e sottolineava l'importanza di quanto da essa comunicato.
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