Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

venerdì 29 marzo 2013

Conegliano, Nordest. Ciò che ne rimane

Conegliano, Nordest.
Ormai da mesi la signora dove acquisto il pane funge da luogo di smistamento di vestiti usati che consegna a famiglie, italianissime, che si vergognano del loro stato di indigenza e preferiscono rivolgersi alla solidarietà spicciola.
So di tanti che vanno a prendere il pane poco prima dell'ora di chiusura per vedere se possono avere l'ultimo rimasto ad un prezzo inferiore.
So che la mensa dei frati cappuccini fa ormai fatica a soddisfare i bisogni, basta fare un giro dalle parti del Cavallino: vedrete come sono aumentate le persone chiaramente in difficoltà, economica, sociale, psichica.
Quelli che erano gli "scoppiati" della città, invecchiati ma mordacemente aggrappati alla vita, spesso girano con i telefonini all'orecchio e la loro inconfondibile aria stralunata. Non sono più loro il panorama del disagio.
Ragazzi provenienti da ogni angolo del pianeta si aggirano straniti, pensando magari che in Africa, almeno, piove meno e fa più caldo.
So, però, che ad ingrossare le file davanti alle nuove mense per poveri che sorgono qui e là, ci sono sempre più famiglie, per così dire, nostrane.
Basta chiedere ai volontari della Croce Rossa.
Da altre parti d'Italia i vari Banchi Alimentari, le azioni coordinate dei supermercati per l'utilizzo della merce invenduta sono una realtà attiva, solidale e utile, alle persone e anche all'ambiente.
Qui, come sempre, si agisce con la buona volontà dei singoli ed il passaparola.
Ancora una volta fondamentale deve essere il concetto di fondo: la carità è un fatto individuale e forzatamente selettivo, che ognuno esercita come e quando vuole.
Altra cosa è l'azione che deve essere svolta dalla comunità nel suo insieme, dalla Politica con la P maiuscola.
Non basta più mandare le persone dal parroco o alla Caritas, non si può lasciare un dramma così grande come la nuova povertà all'iniziativa individuale.
Chiedo all'Assessore ai servizi sociali una cosa che non costerebbe nulla all'asfittico bilancio del Comune: non sarebbe il caso di coordinare bisogni e possibilità? Gli uffici comunali spesso conoscono meglio di ogni altro bisogni e drammi delle famiglie, dei singoli, degli anziani. Da loro potrebbero venire indicazioni utili per come e dove raccogliere la merce invenduta dai supermercati, sull'attivazione di luoghi e momenti di aiuto.
E' facile, dal calduccio della propria casa ben riscaldata e col frigorifero pieno, criticare chi si vergogna, chi non ha il coraggio di chiedere: l'umiliazione è una ferita profonda, chi la subisce soffre molto. Soprattutto in luoghi e città come questa, nella quale le vetrine devono essere sempre luccicanti e le auto grosse e potenti, nella quale da sempre conta "quanto hai", "come appari" e non "chi sei", non possiamo stupirci della vergogna, del desiderio di stare nascosti, di sparire dalla vista degli altri.
La risposta, secondo me, deve essere collettiva e non individuale. Io ci sono

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