Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

mercoledì 27 settembre 2017

SAVNO. Alcune questioni da affrontare

Domani sera si riunirà il Consiglio Comunale, con un ordine del giorno assai nutrito, questioni importanti come le Linee di mandato del Sindaco o la regolamentazione dei parcheggi, per citarne alcune.
Fra le altre cose sarà discussa una mia seconda interpellanza (oltre a quella sul cipresso monumentale di Piazza Duca d'Aosta), riguardante alcune problematiche segnalatemi dai cittadini sui rapporti con SAVNO.
Di seguito il testo:

Si presenta la seguente interpellanza riguardo a due tematiche connesse ai rapporti con SAVNO:

  • Con la incipiente stagione autunnale le strade, i marciapiedi, le caditoie e i tombini tenderanno a riempirsi delle foglie cadute dagli alberi, non solo nelle zone centrali, ma anche in periferia e nelle vie che scendono dalle colline; in caso di piogge insistenti l'ostruzione dei tombini e delle vie di scolo rischia di impedire il normale deflusso delle acque;

  • Le nuove regole adottate per la raccolta differenziata del vetro stanno evidenziando alcune criticità:
a) Soprattutto per le tante persone anziane o in difficoltà motoria è molto complicato e faticoso raggiungere le poche campane rimaste;
b) I bidoni per la raccolta distribuiti nelle altre zone cittadine creano comunque problemi, soprattutto per il peso, sempre alle categorie più in difficolà: chi non ha l'ascensore si trova costretto a trascinare pesi notevoli, con gli inconvenienti del caso.

Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Se questa Amministrazione intenda sollecitare SAVNO per una costante e attenta pulizia di ogni parte della città nella stagione autunnale;
  • Se ci sia l'intenzione di rivedere gli accordi e le regole adottati per la raccolta differenziata del vetro, venendo incontro ai problemi dei concittadini in maggiore difficoltà.

sabato 23 settembre 2017

A Conegliano un verde in tinta con la Lega?

L'architetto Meneghello ha inviato una lettera, accorata e indignata, sul pessimo livello di manutenzione del giardino di Corte delle Rose, uno dei pochi esempi di recupero architettonico contemporaneo rispettoso della storia, della funzione del luogo, della necessaria bellezza e del razionale utilizzo del centro cittadino.
Come accaduto da altre parti in città l'ultimo problema di chi amministra riguarda la salute degli alberi, delle piante e del verde in generale: molto meglio occuparsi di mantenere intatta la cubatura per poter costruire ancora.
Se poi rivolgiamo lo sguardo verso l'attenzione per un centro città accogliente, attraente, sicuro, l'unico desiderio è quello di distogliere lo sguardo: la tristezza prende il sopravvento.
La lettera dell'architetto Meneghello non fa che riportare ancora una volta all'attenzione di tutti, cittadini e amministratori, l'evidenza del fatto che per "ben governare" non è sufficiente sorridere (poco negli ultimi tempi), tagliare nastri (le opere pubbliche sono sempre meno e spesso merito di altri), o non rubare.
Occorre innanzi tutto capire che l'ambiente che ci circonda, e che va salvaguardato, non è solo composto di vigneti, ma di tutto quanto contribuisce a rendere bella, vivibile, sana, accogliente una città.
Pomposamente il PAT parla di Blu Way e Green Way, la realtà è che Conegliano non ha nemmeno presentato il progetto per farsi finanziare il Gira Monticano, e la cura del verde (a parte quello di cravatte e pochettes da uomo) è ridotta esattamente come indica l'architetto, con l'aggravante che se non ci si è preoccupati di un luogo così importante del centro cittadino come Corte delle Rose, di cui molto si parla, spesso a vanvera, meno ancora si è fatto nei confronti della salute dei tanti e bellissimi alberi centenari di Conegliano.
Non vorremmo che la "via verde" fosse quella ormai un po' sbiadita della Lega, pronta a tuffarsi nelle acque agitate del blu salviniano, intento a sfidare l'azzurro forzista.
Un gioco di colori che rischia di avere uno sconfitto sicuro: Conegliano, il suo ambiente, la sua storia e la sua residua bellezza.

giovedì 21 settembre 2017

Conegliano non è una città per le bici. Parola di Comune

Per una volta pubblico parole non mie, ma del mio capogruppo Alessandro Bortoluzzi, alle quali non c'è nulla da aggiungere, se non la tristezza nel vedere che le nuove facce sono troppo simili a quelle vecchie e i vizi di sempre non lasciano il posto a nuove virtù. 
Noi continueremo il nostro impegno per una città sostenibile, fruibile, pulita e bella.

Siamo nella settimana europea per la mobilità sostenibile ed ovviamente anche il nostro Sindaco sale idealmente in bicicletta come tutti noi.
Però fa subito un “bel rebalton”.

Nei giorni scorsi è stata resa pubblica la graduatoria degli enti che hanno partecipato ad un bando del Ministero dell’Ambiente, rivolto ai comuni e finanziato con 35 milioni di euro, con il quale si invitava a presentare dei progetti  diretti a incentivare iniziative di mobilità sostenibile, incluse iniziative di piedibus, di car-pooling , di car-sharing , di bike-pooling e di bike-sharing, la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti tra casa / scuola e casa / lavoro, a piedi o in bicicletta. Oppure per laboratori e uscite didattiche con mezzi sostenibili,  programmi di educazione e sicurezza stradale, di riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici o delle sedi di lavoro, anche al fine di contrastare problemi derivanti dalla vita sedentaria. Tali programmi potevano anche comprendere la cessione a titolo gratuito di «buoni mobilità» ai lavoratori che usano mezzi di trasporto sostenibili.

Conegliano avrebbe potuto fare da capofila, così come hanno fatto diverse realtà, tra le quali Bassano del Grappa e Mira, per citarne alcune a noi vicine.
Invece i nostri amministratori, come al solito, si sono lasciati sfuggire il bando. Evidentemente sono troppo impegnati a concedere permessi di costruire per nuovi supermercati, di cui notoriamente c’è grande bisogno.
Invece di stare attenti a queste lodevoli iniziative che possono cambiare in meglio la vita quotidiana a molti cittadini, sono più portati alle iniziative che cambiano la vita a pochi immobiliaristi. E’ questione di gusti.

Il capogruppo del Partito Democratico
 
 
 

domenica 17 settembre 2017

A scuola senza fiabe


Come sempre capita, la prima volta che incontro una classe nuova si rende necessario fare conoscenza. Io mi presento e poi passo la parola a loro: in pochi minuti è facile comprendere, più o meno, di che pasta sono fatti i personaggi con cui avrò a che fare: c'è quello che fa il furbo, quello timido, quello che si capisce essere da tutt'altra parte con la testa, quello che dentro di sé sta già meditando come riuscire a fartela sotto il naso, quello diligente, il ragazzo in seria difficoltà.
Tutto questo, ovviamente, vale per maschi e femmine.
La prima media è una classe complessa: loro provengono da scuole diverse, stanno iniziando la nuova avventura prima di tutto conoscendosi fra loro, cercando di stabilire i rapporti, di comprendere simpatie e antipatie. Si tratta, faccenda assai complessa, anche di lasciare le vecchie amicizie per lanciarsi in avventure nuove, con tutti i rischi del caso. 
L'altra mattina la prima ora è trascorsa anche con qualche sorriso, cercando di indagare sui loro gusti, su ciò che fino adesso hanno compreso del mondo della scuola, delle aspettative. Abbiamo parlato a lungo di letteratura, di ciò che leggono, di come leggono (a parte quello che preferisce i film a "guardare" i libri), di cosa vuol dire scrivere un libro o la sceneggiatura di un film...
Interessante, appagante anche, stimolante, a parte un particolare che mi ha lasciata a bocca aperta:
nessuno, dico nessuno di loro ha mai ascoltato una fiaba, una storia della buonanotte raccontata dalla voce dei loro genitori.
Ho pensato subito che si sono persi qualcosa di prezioso e che non potrà mai più tornare, che non hanno sentito una voce cara che raccontava, si emozionava con loro, li rassicurava o rideva a crepapelle insieme.
Un gap di emozioni, che qualcuno è riuscito a recuperare magari da solo, come quella ragazzina che mi ha detto che non le piacciono i film di Harry Potter, perché tagliano sempre le scene più belle: lei preferisce il libro proprio perché non ha le immagini e se le può costruire da sola nella fantasia.
Vorrà dire che insieme a pronomi, verbi e aggettivi leggeremo insieme un po' di fiabe, di racconti: chissà che le emozioni affiorino e non costruiamo insieme qualche nuovo racconto.
Sulla mancanza in famiglia non posso fare più nulla, se non raccomandare a chi mi legge, se ha figli piccoli, di leggere loro ogni sera una fiaba: un modo fantastico (appunto) di costruire un mondo parallelo comune, di vedere gli occhi stupiti dei bambini, di creare un legame per sempre, di invogliarli a leggere, dopo, solo per sé, per usare la cosa più bella, la fantasia.


martedì 12 settembre 2017

XII.IX.MMXVII ah no! 12.09.2017

Vergogna? Un corso di lingua araba? Ma per favore!
Sarebbe fin troppo facile, ovvio, ricordare che nella data di oggi c'è un numeretto magico che messo insieme agli altri ha cambiato il nostro modo di pensare la matematica, la logica, è perfino la base per l'informatica.
È anche superfluo far presente termini come azimut, zenit, nadir, che sono la base dell'astronomia (quella che si basa sulla scienza, non sugli oroscopi).
Diventa pura saccenza affermare che prima di parlare di storia sarebbe bene studiarla e mi permetto di riportare qualche riga di Alessandro Barbero sulla battaglia di Lepanto: "Ma la battaglia di Lepanto ebbe delle conseguenze o non servì a niente? Sul piano politico e militare, è giusto concludere che ne ebbe ben poche, non foss'altro perché fu combattuta a ottobre. (...) Ha poco senso ripetere che la battaglia salvò l'Occidente: anche se per miracolo avesse vinto, il kapudan pascià avrebbe riguadagnato il porto e smobilitato la flotta. (...) Alla fine, l'importanza storica di Lepanto sta soprattutto nel suo enorme impatto emotivo e propagandistico".
Fra le altre cose il trattato di pace, steso nelle due lingue, nella versione araba in lettere dorate firmato da Selim II, è conservato presso l'Archivio di Stato ai Frari di Venezia. 
Ah, ecco: chissà come mai proprio a Venezia è presente la migliore facoltà di lingue orientali (insieme a Napoli, anche qui chissà come mai) d'Italia... Potremmo proporre di chiuderla, passo la proposta alla Lega, o Liga, o come si chiama.
Potrei continuare, ma il discorso diventerebbe troppo complicato per chi si occupa solo, appunto, di propaganda che fa leva sull'ignoranza. Come diceva Mussolini (guarda un po'), il popolo non deve sapere, ma credere. Appunto, lui lo sapeva e abbiamo visto com'è andata a finire.
I ragazzi di lingua araba che frequentano le nostre scuole non solo studiano e imparano l'italiano, ma acquisiscono i nostri principi, il nostro modo di pensare, di leggere il mondo. Quando poi in prima media si studia l'avvento dell'Islam si scopre, insieme a loro, quanti siano in realtà i punti d'incontro, quante le contaminazioni linguistiche e culturali.
Purtroppo non conosco l'arabo e posso assicurare che se ne avessi il tempo andrei a frequentare almeno qualcuna delle lezioni gratuite di Pieve di Soligo, se non altro perché sono curiosa e ogni volta che leggo un nuovo libro di storia scopro qualcosa di nuovo, che non sapevo e che mi stupisce.
Detto fra noi, conoscere un po' di arabo ci aiuterebbe anche a interpretare frasi e comunicazioni utili anche alla nostra sicurezza, ma questo è un discorso che esula da quello più propriamente culturale.
Dante Alighieri è uno dei pilastri della civiltà cristiana (credo che anche i leghisti concordino), ma mise Ulisse all'inferno per i suoi inganni e si trovò invece commosso davanti a quei versi che ancora oggi emozionano, dopo 700 anni: "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza".
Caro assessore Boscariol, proprio noi Veneti siamo quelli, fra gli Italiani, ad aver avuto più rapporti fecondi con il mondo orientale e arabo; la Serenissima di cui tanto vi riempite la bocca è anche quella che fu scomunicata dalla Chiesa, che offriva libertà di commercio, che arrivò a imbrogliare il papa durante la IV (in numeri romani) Crociata del 1204 per fermarsi a Costantinopoli.
Potremmo continuare per decine di pagine, ma non ne vale la pena. Tralascio lo studio del Corano, testo importantissimo che sarebbe utile da studiare, con senso critico, da musulmani e non, magari discutendone insieme. Vuoi vedere che troveremmo incredibili sorprese? Ma chi si riempie la bocca di fede cristiana spesso non solo non ha mai letto la Bibbia, ma nemmeno il Vangelo.
La sostanza è questa: chi ha paura di un semplicissimo corso di arabo, in una parola ha paura non solo della cultura, cosa di per sé già grave, ma anche del proprio passato, della verità distorta che non porta a nulla di buono.
Ho una proposta: vuole che ci iscriviamo e lo frequentiamo insieme: mettiamo l'automobile una volta per ciascuno, Pieve di Soligo non è lontana.



mercoledì 6 settembre 2017

Vandali e desolazione #Conegliano


In una strada ormai quasi deserta se non dopo l'imbrunire, animali notturni a due zampe, ben vestiti e dotati anche di discreti portafogli, almeno in proporzione all'età, escono dalle loro tane per sciamare in Via XX Settembre e zone limitrofe.
L'obiettivo: ritrovarsi in branco (che è diverso dalla compagnia), bere e gareggiare in stupidità. Solo che qualche volta l'idiozia si trasforma in qualcosa di peggio: quando ignoranza, maleducazione, arroganza e voglia di mostrarsi più furbi degli altri si mettono insieme si rasenta anche la criminalità.
Chi arriva addirittura a defecare davanti alla casa di Giambattista Cima faccio fatica a definirlo, troppo grandi lo sdegno e l'incredulità.
Lo scempio rinvenuto stamattina sotto il portico del Duomo, però, ha tutto il carattere di qualcosa di annunciato. Quante volte il parroco si è lamentato, negli ultimi mesi, del bivaccare continuo di bande di ragazzini sulla scala di ingresso alla chiesa? Innumerevoli. Da uomo mite e responsabile ha sempre mantenuto un atteggiamento comprensivo, anche quando due sacrosanti scapaccioni sarebbero stati davvero benedetti, il mattino successivo qualche anima buona fra i parrocchiani si adoperava per ripulire uno dei luoghi più belli della città, sacro alla Chiesa e alla nostra storia.
Ora la misura è colma: infranto il vetro della bacheca degli annunci, vetri e bicchieri rotti ovunque, compresa la gradinata che porta in chiesa, lo sfregio di una lattina di birra e una bottiglia di prosecco infilate nei porta bandiera esterni e, per finire, vino e urina per terra.




Alcuni punti devono rimanere fermi:
1. Davanti al Duomo, in Via Cima, in Piazzetta Beccaruzzi, luoghi sensibili, vanno installate telecamere ben segnalate, in modo da essere dei deterrenti e risultare utili per identificare i vandali di turno. Non possiamo avere un poliziotto ogni 100 metri di strada, occorre trovare altre vie, per esempio:
2. Credo che l'Amministrazione comunale debba farsi parte attiva per costruire con i gestori dei locali del centro storico una linea comune di controllo ed educazione "sul campo" degli avventori. È già accaduto in altre città con buoni risultati: gli esercenti sanno bene di non essere solo dispensatori di alcol ma di poter svolgere anche un ruolo di controllo sociale, perfino di educazione, organizzando, con un po' di fantasia, percorsi che aiutino la gente non solo al bere responsabile ma a difendere la bellezza dei luoghi nei quali è così bello incontrarsi con gli amici. Senza devastarli.
3. Penso di averlo ripetuto ormai numerose volte: in questa città è urgente ridare centralità al Progetto Giovani recuperando spazi e risorse che permettano il fiorire delle idee, la messa in campo delle capacità, delle potenzialità, della buona volontà dei tantissimi ragazzi (e ragazze ovviamente) che potrebbero aiutarci a far sì che l'incomparabile fascino di Conegliano non sia buono solo dalle 22 in poi per ubriacarsi e fare danni, ma per creare punti e motivi di aggregazione intelligente.
A quel punto le mele marce verrebbero isolate automaticamente, non sarebbero gli esempi da seguire ma gli idioti da lasciare da parte.
Nel frattempo lo sdegno sale altissimo, vedendo una città così bella ridotta in questo modo, con il centro città che è l'ultimo dei pensieri di chi ha vinto le elezioni con lo slogan "pulizia e decoro" e che ha trascorso i mesi estivi senza dare segni tangibili di volontà nuove, a parte qualche proclama.
Conegliano è sempre stata conosciuta come una città accogliente, ordinata, nella quale si esprimeva il saper vivere, stiamo svuotando il centro proprio di tutto questo, stiamo diventando un brutto biglietto da visita.
Alla prossima, sperando di poter discutere delle proposte, magari nelle commissioni consiliari.